08. Kari - Serpi in seno

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L'urlo straziato dell'uomo riusciva a coprire il silenzio dei pochi e lo sgomento di molti, nessuno riusciva a capire cosa fosse successo con l'eccezione di chi era troppo vicino all'immagine: un uomo dall'aspetto comune vestiva delle semplici vesti, aveva una maschera totalmente nera e priva di alcuna forma a coprirgli il viso, gli mancava una mano, recisa dalla spada del cavaliere che aveva protetto la giovane Kari di Casa Caelum.

« Vi ho riportato la maschera, mia signora. » disse il cavaliere con tono serio, la fronte corrucciata e gli occhi puntati contro la propria protetta che grazie a lui era sana e salva.

Kari era ancora sconvolta e non riusciva a credere a quello che era appena successo, qualcuno aveva cercato di ucciderla, quel qualcuno adesso stava urlando in preda al dolore mentre il suo sangue ricopriva il pavimento splendente della sala da ballo.

« Fate sbarrare le porte, non voglio che nessuno esca dalla sala! » tuonò con voce autoritaria Sten Caelum rivolgendosi a Brutus, la propria guardia; il cavaliere dalla veneranda età fece un cenno a qualcuno alle spalle e si affretto a raggiungere la porta d'ingresso.

In pochi istanti gli uomini che i Caelum avevano portato con sé durante il viaggio verso Artiglio del Drago avevano già raggiunto ogni apertura della sala e l'avevano sbarrata tenendo chiusi i nobili e ogni invitato all'interno della sala.

« Non potete chiuderci qui dentro, questa è la nostra casa! » squittì con un grugnito Myrella Dunnstone, per tutta la serata era stata in disparte non avendo qualcuno con cui ballare, ora che il trambusto si stava animando era intervenuta.

« Proprio perché voi Dunnstone siete chiusi qui dentro posso finalmente stare tranquillo e fare luce sulla situazione! » urlò ancora Lord Caelum zittendo con una sola frase la giovane lady dell'altra casata. L'uomo si fece quindi largo tra la folla riuscendo ad arrivare alla propria figlia che allontanò dal futuro sposo.

« Sto bene, padre. Aedan mi ha salvata. » disse la giovane lady in risposta, ma non era del tutto vero. Si sentiva strana, leggera come l'aria con la testa che continuava a vagare tra i pensieri.

« Sten ti prego, lascia le porte della sala aperta e risolviamo la cosa civilmente, ci sarà sicuramente qualcuno a pagare di quanto è successo ma non i Dunnstone! » disse Lady Helga cercando di franare la rabbia del marito, ma fu inutile visto quanto lui era arrabbiato con lei soprattutto.

« "Il sangue prima del sole" cara Helga! Sei stata tu a far allontanare il cavaliere di tua figlia esponendola ad un pericolo troppo grande. Sei cieca se non vedi il pericolo che ha corso! » ribatté il Lord contro la propria moglie, quella non riuscì a replicare piena di vergogna per quello che stava succedendo.

« Lord Sten, ti prego di calmarti. Posso capire la tua furia ma ti assicuro che non c'è nessuno qui o nella mia famiglia che vorrebbe la tua giovane figlia morta. Specie visto quanto il matrimonio dei nostri due figli potrebbe significare. » disse il Lord della Casa Dunnstone cercando di calmare l'animo dell'ospite irato, il Lord di Bosco Ombroso quindi si voltò verso l'uomo fissandolo negli occhi scuri e penetranti come il carbone.

« Facile da dire, Lord Garrel. Non è uno dei tuoi figli che ha rischiato di morire nella casa di qualcun altro. » disse il Lord parlando con tono contenuto come aveva fatto il padrone di casa, i due si guardarono ancora una volta proprio come quel pomeriggio, come se cercassero di intendersi.

Quello che seguì dopo lasciò gli invitati urlanti: Volmar prese la spada che aveva al proprio fianco, liberandosi della maschera si fece vedere da tutti gli invitati mentre alzava la spada piantandola nel cranio del tentato omicida e distruggendone la forma. Staccò la spada con rabbia ansimando e sputando sul cadavere dell'uomo.

Trincee di FuocoWhere stories live. Discover now