{Astrid} 27. Oltre il limite

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Il vento sbatteva con forza contro le finestre della Cattedrale rispecchiando l'umore di Astrid, fuori pioveva con la stessa intensità del vento, l'Osservatore odiava la pioggia e il clima tempestoso di quella regione, ma nell'ultimo giorno del mese si sentiva quasi fortificato da quella prigionia che lo relegava dentro.

Caius aveva commesso un errore il giorno precedente, aveva ì confermato la loro relazione senza volerlo e Astrid era infuriato con lui. Non perché avesse fatto qualcosa che lo aveva offeso, ma era certo che la sua reazione fosse stata eccessiva. Il mago li aveva "accusati" e con quella sfuriata aveva confermato le sue parole e gli Osservatori presenti nelle segrete avevano rivolto uno sguardo piuttosto chiaro di quelli che erano i loro pensieri.

Per tutto il pomeriggio Astrid era rimasto in solitudine ad allenarsi nelle alte torri campanarie evitando persino la cena, solo a fine giornata Caius aveva bussato alla sua porta ma il ragazzo aveva preferito evitare di rispondergli facendogli credere di essere già andato a dormire o di non essere in stanza.

Ma prima o poi avrebbe dovuto affrontare quella discussione col suo compagno. "Compagni di squadra. Migliori amici. Amanti. Fidanzati. Io e Caius siamo stati tutto questo per molto tempo." Pensò più e più volte Astrid durante i primi minuti dal suo risveglio. Indossò i suoi abiti notando che nell'angolo c'era ancora il gatto dal pelo bianco e grigio, appollaiato su alcuni dei vestiti sporchi che Astrid aveva lasciato lì il giorno precedente.

« Vedi di non farci l'abitudine, palla di pelo. » disse il ragazzo parlando con la creatura che si godeva tranquillamente il suo riposo, forse per il calore dei vestiti o forse per l'odore che emanavano, quel gatto aveva proprio l'impressione di essere nell'Eden.

Astrid fece un mezzo sorriso spostandosi nel corridoio e chiudendo la porta della stanza alle proprie spalle. Incrociò due Osservatori e attese immobile una loro reazione, i due ragazzi però passarono oltre non accorgendosi neanche della presenza del ragazzo, come accadeva ogni giorno.

Il ragazzo si spostò velocemente arrivando nella grande navata principale, un fulmine cadde da qualche parte non molto distante della Cattedrale e il suo eco fece sobbalzare un Osservatore che si trovava in fondo all'altare intento a guardare l'alta vetrata. Guardandolo meglio, Astrid si rese conto che quell'Osservatore era proprio Caius che se ne stava in disparte.

Per un breve istante Astrid pensò di passare oltre la navata andando nella mensa, ignorando il suo compagno e lasciandolo là. Poi qualcosa nella sua testa gli fece ricordare che non lo aveva mai fatto e mai lo avrebbe fatto in circostanze diverse.

Si fece forza stringendo i pugni e i denti avvicinandosi al vestibolo nel quale c'era solo Caius. Salì i primi gradini trovandosi nel grande spiazzo in cui era situato l'altare e affiancò l'altro. Caius spostò i suoi occhi verso il nuovo arrivato e non poté fare a meno di sospirare pesantemente.

« So che non avrei dovuto farlo. So che ho sbagliato ma mi sono fatto prendere dal panico e non ci ho più visto dalla rabbia: avrei voluto fargli male perché lui stava cercando di farne a noi. » cominciò Caius usando un tono basso e pacato, Astrid lo sentì a malapena nonostante gli fosse praticamente incollato al braccio.

« Esattamente quello che ho pensato anch'io. Ma io ho avuto modo di riflettere sulle conseguenze delle mie azioni e mi sono costretto a restare immobile perché l'indifferenza era la migliore risposta che potessimo dare. Ma tu ovviamente hai dovuto saltare questo semplice passaggio di riflessione. » disse Astrid pieno di risentimento, era arrabbiato con Caius proprio perché lo capiva, perché anche lui aveva sentito il bisogno di fare del male al mago.

Trincee di FuocoWhere stories live. Discover now