Capitolo 1

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Nota:

Per favore, non fermatevi al primo capitolo, poi migliora!

Sono cresciuta su una spiaggia dalla sabbia finissima, dove le conchiglie abbondano,come le alghe.

Da piccola mi rifugiavo lì quando combinavo qualche pasticcio, c'è una grotta piccola e umida,  ma accogliente e rassicurante.

Col tempo ho iniziato a usare il nascondiglio dopo i litigi con i miei, sempre più frequenti: si sa,  gli adolescenti litigano.

Nessuno sapeva di quel posto a parte il mio migliore amico, Dereck.

<<Mari!!>>

Parli del diavolo e spuntano le corna! Dovete sapere che "Mari" Sta per Marina . I miei sono piuttosto legati al nostro distretto,  sono patriottici in modo quasi maniacale.

Fermo un attimo i pensieri per permettere ai miei occhi di concentrarsi sul volto di Dek .

È piuttosto bello, con i capelli rossi uguali ai miei, tipici del 4. Anche gli occhi verdi sono caratteristici e sì, sono l'orgoglio dei miei genitori anche per questo: sono un ottimo prodotto DOC del mio luogo natale

«I tuoi ti stanno cercando», posa entrambe le mani sulle mie spalle.

Mi giro verso di lui in modo da trovarmelo di fronte,  ma tengo lo sguardo basso: sento ancora gli occhi gonfi di lacrime e non voglio farglieli vedere.

«Ehi...», mi solleva il mento con un dito per costringermi a guardarlo. Ha la fronte aggrottata in un espressione di disappunto e preoccupazione.«Hai pianto» dice alla fine.

Scuoto le spalle,  non potrei mentire comunque,  non sarebbe credibile.

Dereck mi prende per mano e mi tira a se, stritolandomi in un abbraccio.Rischio per un secondo di soffocare, poi mi perdo nel calore delle sue braccia.Un calore così famigliare...Ricomincio a singhiozzare.  Le immagini della guerra mi scorrono in testa e con loro quelle di tutto ciò che ho perso.Ho solo 17 anni, non merito di avere certi pensieri.
Il nostro contatto mi fa venire le anguille nello stomaco.Troppo presto L'abbraccio si scioglie e lui mi cinge le spalle, poi cominciamo a camminare per tornare a casa.

Entriamo in casa. La mamma mi stava aspettando sulla porta. Appena mi vede mi abbraccia e mi bacia sulla guancia: «Pesciolotta!Dov'eri finita?»

«Avevo bisogno di pensare», arrossisco per il nomignolo che mi ha affibbiato quando ero piccina.

La mamma corruga la fronte, preoccupata.Un ciuffo di capelli rossi, identici ai miei, le cade sugli occhi verde acqua.

Si scambia un rapido sguardo con Dek, che annuisce.

Lui mi trascina fuori dalla porta e, appena questa si chiude alle nostre spalle, comincia a parlare.

«Andiamo a pesca!»annuncia con un sorriso a trentadue denti.

Esulto,  ritrovando il buon umore.  Non lo facevamo da un po'.  Il pesce è immangiabile a causa del disgustoso inquinamento che l'inutile rivoluzione scatenata ha causato: tutta la sovrapproduzione di petrolio, i cadaveri buttati in mare,  le armi... Tutto ha contribuito a rovinare il meraviglioso paesaggio e la nostra maggiore risorsa. Per fortuna il distretto 4 è uno dei più ricchi,  per cui procurarsi cibo e materiali da altre fonti non è difficile.

«...Ma dobbiamo essere di ritorno prima del tramonto», aggiunge.

È un peccato.Il mare sotto le stelle è uno spettacolo.  Sorrido ampiamente comunque,  battendo le mani per l'eccitazione.

I primi Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora