Capitolo 9

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Frank mi spinge delicatamente verso la limousine, tenendo la mano sulla mia schiena per confortarmi.

«Sai che venendo qua Dereck si è ficcato i un casino enorme?» mi chiede.

«Sì» rispondo e non posso che sentirmi in colpa.

«Ti ama davvero tanto» riflette.

«Lo so.». Velocizzo un po' il passo staccandomi da lui, prima che la conversazione diventi troppo imbarazzante. Non ci riesco proprio bene, sono ancora indolenzita.

«Ehi, non scappare!» mi schernisce Frank. Io però non sono in vena di scherzare.

«Dài, scusami» mi raggiunge facilmente, sfruttando le sue gambe lunghe «cerca di rilassarti, per favore. Stasera abbiamo la sfilata e non possiamo permetterci di mostrarci tesi»

«Okay, hai ragione. Ho solo bisogno di un secondo...» sospiro, prima di entrare nel veicolo lungo e nero che potrebbe facilmente essere preso per un carro funebre.

***

«Heilà, ciao Marina » mi saluta Michael appena entrato nel capannone.

«Ciao Mike» mi permetto di dargli un nomignolo: è sempre gentile e mi fa sentire a mio agio.

«Nottata selvaggia, eh?» mi chiede con sguardo malizioso.

«Come lo sai?!» sgrano gli occhi mentre arrossisco.

Lui ridacchia e armeggia con un'enorme saccha bianca di nylon «Hai le labbra ancora gonfie e i capelli.... bah, proprio non ti sei pettinata. Per non parlare di come ti muovi» tenta di trattenere un risolino gonfiando le guance, ma gli esce un verso strano dalla gola simile a quello di un cinghiale «Eh, tesoro, i miei ragazzi oggi avranno parecchio da fare con te!»

Le mie gote si colorano di un rosso ancora più acceso, se possibile. Devo essere caldissima!

«Ihihih - produce una risatina simile al verso di un cavallo cavallo - okay, la smetto. Ecco, questo è il vestito per stasera» dice e mi piazza davanti la cosa più bella che io abbia mai visto in tutta la mia vita: è un vestito che mi arriva fino ai piedi, azzurro; ha le maniche corte a palloncino con un velo che le copre e passa dietro alla schiena; è stretto in vita, ma si allarga sulle cosce per poi aprirsi a campana. Sul bordo in fondo, è seta bianca con qualche lustrino qua e là come sull'azzurro, probabilmente per sembrare la schiuma.

Indosso il vestito, facendo un bel po' di fatica. È pesantissimo, ma nasconde una bellissima sorpresa: il tessuto spesso, quando mi muovo, produce il rumore del mare e la parte più superficiale si incresta di piccole onde.

È perfetto.

Quasi mi metto a piangere, mi sento una principessa. Una principessa...

«Oddio. È....wow» la mia voce trema.

«E non è finito». Michael tira fuori dalla sacca delle scarpe col tacco verde acqua.

Me le metto. Sono un po' scomode, ma bellissime. Comunque non credo che si vedranno molto, faranno solo male.

Mike mi dà in mano un tridente:  «Questo è il simbolo del distretto - spiega, anche se lo sapevo già - ma per oggi sarà il tuo scettro» mi strizza l'occhio, prima di posarmi tra i capelli una corona, con sopra incastonata una pietra a stella marina... proprio come la mia collana!

Anche Mike sembra notarla.  Si avvicina e me la porta  fuori dal vestito, tirando il cordino.

«Ecco, con questa sei davvero perfetta» mi guarda con orgoglio, come se fossi un quadro appena dipinto. Non lo biasimo,  ha fatto un ottimo lavoro,  ogni parte dell'outfit si incastra a meraviglia con le altre.

«Tiferanno tutti per te» mi assicura Mike, girandosi per lasciarmi spogliare.

Spazio Me:
Portate  pazienza. Lo so che è corto e..insignificante, ma è un capitolo di passaggio e il prossimo sarà davvero complicato da scrivere. Non so quando riuscirò a pubblicare ...
Magari passate a dare un'occhiata a Memory! Baci  :*
P.s. come sempre, correggete nei commenti

I primi Hunger GamesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora