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Sono passati tre giorni dal nostro primo appuntamento.

La mattina seguente ho raccontato tutto ad Elena e come immaginavo era felice di ciò che finalmente mi sta accadendo.

Ho esposto tutto anche a mia madre che ha acconsentito a modo suo quando un'ondata di aria gelida si è insinuata dentro di me.

Con Matteo invece non ci siamo visti fisicamente ma ci sentiamo parecchie volte durante la giornata.

Il messaggio del Buongiorno é diventato un abitudine e così come le chiamate nell'arco della giornata.

“... ho voglia di vederti” confessa dall'altra parte del telefono “anche io Matteo” “Allora questa sera non prendere impegni. Passo a prenderti alle 20, va bene?"
“a stasera” sorrido entusiasta scandendo le ore che mi separano dal nostro incontro.

Orgogliosa del risultato mi osservo per intero davanti lo specchio “cos’ hai deciso di mettere?” mi domanda la mia amica.

Siamo al telefono da più di un'ora “allora, ho una gonna di tulle nera, sopra indosso la camicetta che mi hai regalato per Natale e per completare le autoreggenti. Sono indecisa se mettere i tronchetti neri con un po' di tacco o gli anfibi, tu cosa mi consigli?

“è vero che non ti servono i tacchi visto che sei già altissima di tuo ma per come ti immagino ti staranno sicuramente bene. Corro a prepararmi pure io. Federico stasera mi porta a cena dai suoi.  Augurami buona fortuna!”

“ in bocca al lupo tesoro mio e grazie” “ ti voglio bene Ari a domani” riattacco velocemente mentre attendo seduta sul divano.

Alle otto in punto il cellulare inizia a vibrare, metto il solito profumo e mi scaravento giù per le scale.

Avete presente le sensazioni che si provano al primo appuntamento?

Non sono farfalle le mie, che appaiono in un immagine più romantica, direi  piuttosto vespe che vivono nello stomaco, quando i brividi si concentrano al centro della pancia, quando vi sudano le mani, un misto tra eccitazione ed adrenalina, quando il cuore vi batte all’impazzata e non fate altro se non sorridere di quei sorrisi che bastano a far percepire la vostra felicità? Bastano a conquistare il mondo, a rendervi invincibili.

Io mi sento esattamente così in questo momento, non sto più nella pelle.

Apro il portone e lo trovo appoggiato al lampione che illumina la via.

Sfila le mani da dietro la schiena e mi porge un sacchettino piccolo di caramelle quando siamo abbastanza vicini

“ma sono le violette. Io ne vado matta. Come hai fatto a capirlo?”  “semplice. L'ho intuito dal sapore della tua bocca” sussurra appoggiandomi una mano sulla schiena e stringendomi a se “mi sei mancata. Tutto questo mi è mancato” gli ancoro le braccia intorno al collo “mi sorprendi sempre" indugio qualche secondo sulle sue labbra che sigillo poco dopo con le mie "anche tu mi sei mancato" altro bacio "adesso siamo qui”.

Ho scoperto un nuovo lato del  carattere di Matteo: è estremamente divertente, con quel pizzico di ironia che non faccio altro che ridere a crepapelle.

“oh dio, non ci posso credere” dico fra una risata e l'altra mentre asciugo le lacrime ai lati degli occhi

“te lo giuro, ero intento ad inquadrare uno scorcio del parco, al crepuscolo. Le luci erano perfette, i colori anche, quando ad un certo punto un cane entra nell'obiettivo ed in quel momento inizia a fare i suoi bisogni. Te la mostrerò quando verrai a casa mia”

faccio finta di non aver sentito l'ultima frase e finisco il poco vino rimasto nel bicchiere.

Ad un tratto si alza e si siede al mio fianco appoggiando il braccio lungo le mie spalle

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