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Sento il suono della sveglia troppo lontana. Alzo di scatto la testa lamentandomi per il forte spasmo che avverto al collo e massaggio la parte dolente.

Realizzo di aver dormito sul divano questa notte, per l'ennesima volta.
Ricordate il discorso dei gufi e le allodole? I gufi amano la notte ma dormirebbero tutta la mattina e anche oltre.

Schivo le braccia di morfeo e della coperta nel tentativo di catapultarmi sotto la doccia risvegliando completamente i sensi intorpiditi.

Il caos regna sovrano fra le ante del mio armadio, ma riesco a scovare un maglioncino in lana nero ed un jeans sgualcito del medesimo colore.
Afferro nella scarpiera gli anfibi e ne stringo i lacci accuratamente, ma poi ripenso allo sconosciuto di ieri e sorridendo fra me li rislaccio velocemente.

Trucco leggermente i miei grandi occhi azzurri e socchiudo le palpebre quando ripenso a cosa mi sussurrava mia madre quando da piccola smettevo di piangere

"Riesco a specchiarmi dentro tanto sono limpidi e riesco a vedere il tuo stato d'animo, ma non temere amore, la tua acqua riuscirà sempre a spegnerà il fuoco".

Li schiudo lentamente e continuo a fissarmi percependo un velo sottile di lacrime impossessarsene, ma che provo a ricacciare distolgliendo i pensieri malinconici.

Sistemo i lunghi capelli scuri che contrastano in maniera così definita la mia pelle, bianca, quasi diafana.

Introduco le braccia nelle maniche del cappotto, infilo un cappellino sulla testa e la borsa in spalla, afferro le chiavi sul tavolino e saluto il cucciolo di casa accarezzandole il morbido pelo prima di chiudere la porta con due mandate.

Questa mattina mi incanto a studiare il viso di una dolce signora anziana: di statura talmente piccola da non poggiare i piedi a terra, di cui le rughe sulla pelle raccontano gli anni della sua lunghissima vita.

Seduta con la borsetta sulle gambe, i piccoli guanti bianchi che coprono i segni indelebili delle sue mani.

Avrai vissuto tu, gli anni della guerra che misero l'Italia in ginocchio e ti sarai rialzata insieme a questa vivendo gli anni della rinascita.
Ti sarai innamorata dell'unico uomo che ti ha corteggiata per mesi e che avrai baciato di nascosto dietro la scuola di cucito che frequentavi.
Partito in missione non hai potuto far altro se non attendere per tanti giorni di tanti mesi di tanti anni.
Veneri sempre quell'uomo che se ne andò lottando contro un grande male.
Perché è così che fanno i guerrieri, lottano.
E tu adesso aspetti.

Ci fissiamo entrambe dirigendoci verso l'uscita

"Buona giornata signorina" "buona giornata anche a lei" le rispondo prima che mi preceda e vederla allontanarsi lungo il marciapiede.

Mancherebbero solo due fermate, ma eccolo il dio greco a scombinare i miei piani.

Il tram arresta, i passeggeri salgono e scendono dalle porte ancora aperte.

Lo osservo di sottecchi come se fossi una ladra. Al mio fianco è ancora più alto di come immaginassi. Continuo in maniera sfuggente a fissarlo e quando con un semplice gesto si toglie gli occhiali con mani grandi e virili scopro dei magnetici occhi verdi da lasciarti folgorata all'istante.

Non guardarmi così

Occhi dalla forma poco grande, lievemente assottigliati alle estremità.
Occhi valorizzati da folte ciglia nere e aperte a ventaglio.
Occhi che come questi, io non ne ho mai visti.

Palesemente perfetto alcune ciocche di capelli gli sfuggono in avanti ricadendogli sulla fronte, ed io ne avrei l'inarrestabile voglia di toccare.

Figura possente con la quale vorrei parlare.
Suonare.
Ballare.
Toccare e sfiorare.
E ridere. Sorridere.

Ci scrutiamo per non so quanto tempo, perché io ipnotizzata non riesco ad evitarlo.

Abbozza un leggero sorriso seducente alzando solo un angola della bocca, mandandomi all'aldilà. Come pasta frolla dinnanzi a lui un vortice di emozioni afferra il mio stomaco stritolandolo e annodandolo su se stesso.

Sussulto quando mi chiedono di poter passare e con prepotenza saldo meglio la mano lungo l'appiglio sbiancando necessariamente le nocche. Ritorno sul pianeta Terra considerando che anche per me sia giunta l'ora di abbandonare il tram.

Fermami

Sensazioni primitive, animalesce.
Bramose e lussuriose. Soprattutto lussuriose.

Scendo velocemente i tre scalini. Non mi giro.
Non lo faccio.

Continuo con passo spedito sino a dove trovo persone a me conosciute.

Uomini così non dovrebbero esistere, perché bloccano fra le dita le ali di noi donne libere.

Ed io lo sapevo che da quel momento la mia vita sarebbe cambiata completamente.

Il cuore d'Aria  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora