Matteo

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"Dimmi" rispondo scocciato

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"Dimmi" rispondo scocciato

"Hei ciao"

"Cosa vuoi ancora Gabri?"sospiro frustrato

"Quando rientri?"

"Non è più un tuo interesse sapere fatti della mia vita. Te l'ho detto più volte, in tutti i modi a me possibili, adesso basta" concludo sfinito da tutta questa situazione

"Smettila Matteo" ribatte prontamente "è questo che vuoi? Vuoi davvero che tutto ciò che ci ha uniti sia solo ombra del passato? E Riccardo? Il mio piccolo Riccardo?" i singhiozzi soffocati dall'altra parte del telefono durano per un paio di secondi che ascolto in attesa

"Non lo fare, non tirare il ricordo di Riccardo solo quando le cose si mettono male. Amo un'altra donna ma mio figlio è costantemente nella mia vita" provo a dare una spiegazione più che ragionevole

"Non hai mai detto di amare qualcuno" constata risoluta

"Appunto. Questo dovrebbe farti riflettere"

"E dimmi un po', lei sa anche di lui? Di nostro figlio?"inalza il tono di voce inalberata

Sospiro rumorosamente stringendo gli occhi e ricurvando le spalle. Tutta questa storia è pesante, troppo.

"Arianna, sì sì Arianna, la principessina dagli occhi blu, lo sa che è per colpa tua se nostro figlio è morto?", non ci credo.

"Che cazzo hai detto?" urlo minaccioso in preda ad una crisi di nervi, non può sapere di lei. Cristo non può.

"Hai capito bene tesoro. Tra poco parto per Parigi. Lunedì sarò di ritorno, non sparire, ti devo parlare"

Riaggancio la chiamata, frustrato e spazientito mi strofini più volte i palmi delle mani sul viso.

Stavo giusto per citofonare a casa di Arianna che Gabriela mi ha preso nel tempo rovinando inesorabilmente il momento. Sollevo il capo fino alla finestra della sua camera illuminata da una tenue luce gialla.

Sono stanco, stufo.

Arranco fino alle mura del palazzo e mi abbandono poggiando le spalle e divaricando le gambe.

Io non ce la faccio più a vivere con questo macigno nel petto, ad avere questo palloncino gonfio in gola che mi ostacola l'ossigeno.

Sempre più gonfio, sempre più opprimente

Svuotato, teso, deluso e innamorato.

Sapere che Gabriela è riuscita ad arrivare a lei mi ha destabilizzato, prima sarei riuscito ad evitare il peggio, a proseguire con due vite separate anche se entrambe ne erano al corrente, più o meno

Non voglio pensare a cosa potrebbe accadere se le dicesse tutta la verità.
La verità?
La verità e che anni fa, quando ero molto giovane mi presi la responsabilità di crescere mio figlio. Avevo poco più di ventanni quando Gabri rimase incinta ed entrambi non avemmo il minimo ripensamento, lo avremmo cresciuto con tutto l'amore possibile, mai credetti che il mio piccolo Riccardo fosse un problema, anzi, lo amerò per sempre quel piccolo fagottino dall'odore unico e inconfondibile.

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