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Miei carissimi lettori, se avete notato in alcuni capitoli precedenti a questo, vi ho suggerito alcuni brani da ascoltare. Come potrete presupporre la musica mi aiuta molto ad isolarmi ed immaginare pienamente una scena.
In questo caso vi invito ad ascoltare il brano che vi lascio ☝️, mentre leggete il capitolo.
La potenza della musica è ineguagliabile, delle parole pure, insieme creano emozioni.

Ho chiamato un taxi, non me la sono sentita di andare a piedi fino alla clinica, non ho chiuso occhio tutta la notte e all'alba ho costretto il mio stomaco ad aprirsi e ricevere qualcosa di commestibile.

Ho avvertito Luca che mi sarei presa la mattina di permesso, diciamo che non è mio solito assentarmi così spesso da lavoro, difatti mi ha domandato più volte se mi fosse successo qualcosa.

Matteo mi ha tempestato di messaggi, non ha afferrato bene la mia richiesta di tempo, ne ho bisogno per me ma soprattutto per mio figlio.

E quanto mi manchi

Fabrizio mi ha spiegato bene tutte le probabilità che può portare la mia malattia, innanzitutto dovrò stare a riposo, uno stile di vita sano, cancellare preoccupazioni e affaticamenti, e mi ha già avvertito che molto probabilmente mi verrà eseguito un parto cesareo per evitare rischi o complicazioni

Chiudo la portiera dell'auto bianca e rimango a fissare l'edificio nella quale spero di trovare le risposte che ho bisogno di sentirmi dire.

Gli alberi spogli tutt'intorno i cui rami, disidratati per via del gelo, si diramano fino a confondersi con le nubi plumbee dalle varie sfumature, le foglie ingiallite e scure giacciono aride al suono tra il terriccio umido e i cumuli di ghiaccio,...

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Gli alberi spogli tutt'intorno i cui rami, disidratati per via del gelo, si diramano fino a confondersi con le nubi plumbee dalle varie sfumature, le foglie ingiallite e scure giacciono aride al suono tra il terriccio umido e i cumuli di ghiaccio, nonostante Marzo sia ormai alle porte l'inverno e ancora tangibile. Completamente immacolata, fra queste, si innalza la costruzione bianca che pare priva di vita.

Le folate di vento che si sferzano tra i capelli e alle spalle come un invito a sorpassare l'enorme cancello in ottone adornato da motivi naturali

Cammino spedita lungo il viale ricoperto di ciottoli, prosegue lungo l'entrata e mi affretto a salire su per le scale di marmo la serie di rampe fino al secondo piano

Chiedo il permesso per entrare rintoccando sulla porta in legno e trovo Chiara sdraiata sul materasso con la coperta perfettamente rimboccata e Rachele che le sistema la flebo

"Permesso" rompo il silenzio nella stanza, il volto dell'infermiera si fissa sul mio sorridendo educata

"Entra pure Arianna"

"Cos'è successo?" domando a bassa voce

"Ieri ha avuto una crisi, l'abbiamo sedata con dei tranquillanti" spiega raggiungendomi sulla soglia

"Mi dispiace tanto, Matteo lo sa?"

"Sì, abbiamo avvertito i famigliari. Matteo passerà in giornata, così mi ha detto. Non è la prima volta cara che ha questi attacchi" mi rassicura

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