Matteo pt. 2

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Mi trascino chiudendo con un pugno il portone da procurare un tonfo per tutto il palazzo.

I nervi tesi.
Le vene evidenti.
Il sangue fischia

Sgrana automaticamente gli occhi mentre io grondante d'acqua mi avvicino lentamente

"Che hai?" La voce le trema, forse ha paura, ne avrei anch'io se fossi al suo posto.

"Che hai? Tu mi chiedo cos'ho" ghigno arrivando a qualche centimetro dalla sua faccia

"Tu. Mi. Hai. Rovinato. La. Vita" scandisco duro
"Adesso mi spieghi come cazzo sono andate davvero le cose Gabri, prima che demolisca la casa" le dico tagliente

"Come... chi te l'ha detto?"domanda scioccata

Sollevo il pezzo di foglio, ormai ridotto il poltiglia, che stringo ancora nel pugno e glielo sventolo davanti

"Pensavi che tutta questa merda non sarebbe mai venuta a galla vero?" sghignazzo "Tu non ti rendi conto, tu non puoi minimante capire cosa sto provando adesso. Adesso che la donna che amo ha portato alla luce la verità"

"Piangi? E che cazzo piangi ora eh? Adesso spiegami come hai potuto nascondermi una cosa del genere" urlo

"Ti prego, fammi spiegare"

"Spiegare? non c'è proprio niente da spiegare. Riccardo non era mio figlio, sei andata a letto con mio padre. Mio padre cristo" sputo le parole tanto è la rabbia, che pronunciate alzando la voce, sono terribili anche per me

Si inginocchia con le spalle al muro stringendosi le ginocchia al petto, nasconde la faccia e mugola di dolore

Nessuno dei due parla più.
Lei non ha il coraggio, io non ho le parole.
Solo i suoi singhiozzi.
Solo quelli.
Tutto tace.

La mia testa no.
Parla o urla, chissene frega.
Vorrei sotterrarmi, vorrei che tutto questo fosse solo un incubo.

Ad un tratto, la ragione bussa e la lascio entrare, accompagnata da lei, la scintilla

Tu che vuoi?
Io voglio schiarirti i ricordi

Penso.
Ragiono.
Rifletto.
Calcolo.
Collego tutto.

Prendo i pezzi e li metto in ordine e adesso mi odio perché non ci ho mai pensato prima. Mi odio perché finalmente, forse, arrivo ad una conclusione

"Gabriela" la richiamo gelido

"Che cosa mi hai fatto bere al lago?"una domanda che spacca l'anima

Lo sguardo gelido.
Il silenzio di mia madre.
Non è mai andata a trovarla.
Non mi guardava nemmeno in faccia.

Ci prova a trovare una scusa, li sento i meccanismi della sua mente diabilica, guarda un punto nel vuoto, ma poi ci rinuncia.

"È la fine" crolla

Si materializza un'altra donna che non avevo mai visto prima, debole, pentita, incompleta.

Getta la maschera ai piedi lasciando posto alla ragazza innocente e pulita ma sin troppo sporca

*

Sono trascorsi due mesi da quella notte, dalla sua confessione.

Mi sono isolato con i miei pensieri lontano, in Provenza, il mio posto preferito.
Nessuno sa che sono qua, ma tutti sanno la verità.

Ci ho messo un po' a farle vuotare il sacco, a strapparle dalla bocca le parole.

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