15.

382 25 10
                                    


Mi sveglio di soprassalto nel cuore della notte, un incubo forse, sono matida di sudore, il respiro affannato, la gola in fiamme.

Non ricordo nulla, ma deve essere stato qualcosa di orribile vista la mia agitazione.

La stanza è illuminata dalle immagini silenziose che passano alla televisione. L'orologio segna le 3.43 e di Matteo nemmeno l’ombra.

Apro il frigo e tracanno dalla bottiglia dell'acqua fresca, quando richiudo l’anta mi accorgo che su questa è appeso un figlio
              
Perdonami Ari.
Ho bisogno di un po' di tempo.
Non è semplice come può sembrare.
                                             Matteo

Lo osservo accigliata.
Un po’ di tempo?
Mi strofino il viso con le mani spolverando un po’ di lucidità.
Davvero è andato via scrivendo due misere parole su un foglio di carta strappato? 

Ho l’incessante bisogno di vederlo e senza pensarci due volte mi cambio, indosso il cappotto, afferro le chiavi ed esco chiudendo la porta con un tonfo che rimbomba nel silenzio della notte diretta a casa sua.

Lo so è molto tardi ma devo parlargli, non può lasciarmi così.
Dinnanzi al portone prendo un bel respiro e premo sul campanello.

una.

due.

tre volte.
Mi attacco per un po’ di secondi ma nulla.

Dove cazzo è?

Afferro il telefono e con il respiro ansioso provo a chiamarlo ma tutto tace.

Calma Ari, conta fino a dieci,
Respira. Respira.

Ripeto questo mantra all'infinito mentre l’ansia mi attanaglia lo stomacoe faccio avanti e indietro freneticamente.

è da lei?
E con qualche altra donna?

La gelosia mi risucchia nel vortice, mi stritola nelle viscere del cuore, mi assorbe per intero.

Mi sta per esplodere il cervello e mi torturo le mani.

Osservandomi con altri occhi potrei sembrare perfettamente una pazza.

Vorrei urlare, prendere a calci il portone.
“conta Ari conta” ripeto ad alta voce e prendo lunghi respiri poggiando una mano sul torace

“mi devo calmare cazzo” sibilo fra i denti. Sono paranoica, mi trema la voce, mi tremano le gambe.

Sto per avere un attacco di panico.
Ho paura, una paura fottuta.

Sta scappando da me? 
Ho fatto qualcosa che gli ha dato fastidio?
No cazzo. Non devo colpevolizzarmi. Non lo devo fare.

Ecco che a vecchia Arianna sta affiorando.
Dov'è la razionalità, la calma, la forza che mi appartiene. Dov’è?

Difronte a lui sono inerme, fragile, perdo la stabilità, mi ha in pugno cazzo e non dovevo permetterlo.

Batto i piedi a terra mentre le lacrime mi rigano il viso fisso a guardare l'asfalto.

Estraggo una sigaretta e la porto alla bocca, chiudo la mano tremante a coppa e l’accendo.

Il cuore d'Aria  Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora