5 giorni dopo.Pov’s Hermione
- A cosa stai pensando?- mi chiede Ginny appena sveglia. Come sempre lei ama dormire e non sa che sono sveglia da ore e fissare fuori dalla finestra. La pace nei dormitori è cosa rara.
-Nulla stavo ripassando mentalmente per le lezioni di oggi per non disturbarti.- le rispondo distogliendo lo sguardo. Ne lei, ne Harry e Ron sanno quello che è accaduto quella notte ed io non le so mentire. È stato meglio per tutti, ma avere dei segreti con lei mi logora dentro, io non sopporterei se lei mi mentisse su una cosa così seria. Ripenso ancora a quella sera anche se non ricordo molto. Ricordo di essere andata nello studio della professoressa McGranitt per chiederle qualcosa per il mal di testa e che insieme attraverso il camino siamo andate dal professor Piton. E poi non ricordo nulla, e questo mi fa rabbia. Un intera notte senza ricordi. Il primo ricordo che ho è io nel letto del professor Piton con un pigiama, non mio tra l’altro. Sono certa che non sia successo niente di sconveniente, ma potrei aver delirato o detto qualcosa di inappropriato.
- E quel muso lungo è dato quale lezione?- dice Ginny riportandomi alla realtà – Sei strana ultimamente, che cosa succede?-
Dio quanto odio mentire, soprattutto a lei la mia migliore amica, ma per adesso è meglio continuare a tenere il segreto. –Nulla sono un po’ stanca. Quest’anno ho un po’ di problemi a concentrarmi!-
-Ah questo l’ho capito e il nome del così detto problema qual è?- mi dice con aria sospetta e maliziosa.
-Ginevra come puoi pensare sempre hai ragazzi? Qui fra poco scoppierà un guerra, nessuno di noi è pronto ad affrontarla. Abbiamo visto Bellatrix uccidere Sirius davanti hai nostri occhi e per poco anche Harry non è morto. Cerchiamo di vivere una normalità che fra poco non ci sarà più! I seguaci di Voldemort sono sempre più numerosi e tu con tutti questi problemi pensi hai ragazzi?- le dico in maniera diretta senza far trapelare le mie emozioni. Ho alzato la voce e mi dispiace molto ma è solo per il suo bene. La guardo negli occhi che provano rabbia e tristezza nello stesso momento. Noto che non sa cosa dire. Colgo questo momento di tensione per andarmene senza voltami a guardarla. Mi piange il cuore, forse quelle parole le ho dette per imprimere ancor di più di quello che già sono nel mio cuore e nella mia mente, io più degli altri non posso permettermi distrazioni un minimo errore e qualcuno potrebbe morire a causa mia. Chiudo la porta dietro di me e istintivamente inizio a correre senza sapere dove sto andando. Le lacrime mi escono a fiumi dagli occhi quando arrivo davanti al Lago Nero. Tiro fuori la bacchetta e trasfiguro un sasso in una comoda panca in pietra, mi ci siedo sopra e mi lascio andare facendo scendere tutte le mie lacrime. Lacrime di rabbia, lacrime di tristezza e sì, lacrime di paura. L'unico momento in cui posso permettermi di essere fragile e quando sono da sola, ma negli ultimi mesi questo è successo troppo raramente e ora ho tante di quelle emozioni da tirare fuori che penso di non poter smertere più di piangere.
- Granger?- una voce sussurra da dietro le mie spalle. Quella voce che ormai riconoscerei fra mille. Fredda e distaccata che non fa mai intuire cosa prova. La voce di Piton. “ma questo è ovunque?” penso mentre asciugo velocemente le mie lacrime.
- Buongiorno professor Piton!- gli dico evitando il suo sguardo. Son certa di avere le mie barriere pronte a bloccargli l’accesso ai miei pensieri, ma il suo sguardo così magnetico e intenso mi fa uno strano effetto e inoltre se lo guardassi si renderebbe conto di aver pianto e non voglio che lui lo sappia. Nessuno, nemmeno lui può vedere le mie fragilità.Pov’s Severus
Per quanto cerchi di nasconderlo, vedo benissimo che ha pianto, e anche se non lo notassi i suoi singhizzi si sentivano da venti metri fa.
-Bella giornata, no?- faccio il vago cercando di non farle pesare la situazione.
-Senta non è obbligato a fare il gentile con me, so che è forzato.-
-Vieni nella stanza delle necessità stasera, dopo cena- dico andandomene. Stupida testardaggine Grifondoro. Se solo smettessero di fare i supereroi della situazione sarebbe anche più facile per loro, ma loro sono senza macchia e non hanno bisogno di niente e nessuno. Se si aggiunge che la Grager è in piena adolescenza ecco la combo perfetta: ormoni più Grifondoro, a volte credo che Minerva abbia da fare poi di me con i suoi ragazzi. I miei al massimo hanno i genitori che dicono no a qualcosa e da li una crisi esistenziale perché "i miei genitori se ne fregano di me" oppure qualche sbalzo d'umore dovuto a un rifiuto in amore.
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Insegnami ad amare
FanfictionSnamione ambientata al sesto anno. I fatti narrati tengono in parte conto della storia originale e in parte sono di fantasia.