La Stanza Delle Necessità (parte1)

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Pov’s Severus
Maledetta Grifondoro. Uno cerca di essere gentile, e lei che fa? Gli urla contro, cosa normale mi dicono. Con i nervi che mi ritrovo mi sono anche dimenticato di dirle di presentarsi in tuta. Chiamo Candy, non che mi vada ma è l’unica soluzione.  In tre nano secondi arriva. Ultimamente anche lei sembra un adolescente in balia degli ormoni.
- Padrone Candy è qui per servirla!- dice l’elfa con un sorriso da ebete. Che avrà da sorridere non lo so.
- Va dalla signorina Granger e dille di presentarsi al nostro appuntamento in tuta!- le dico senza troppi giri di parole sperando se ne vada subito sono troppo nervoso per sopportare di vederla.
- Candy porterà il suo messaggio, ma di quale appuntamento parla?- noto un certo tono da maniaca/fidanzata gelosa possessiva ma non me ne curo molto.
- Non sono affari che ti riguardano ora sparisci!- stupida elfa gelosa. Ci mancava solo lei.
In un attimo, anche se controvoglia sparisce. Mi butto sulla mia poltrona nera con un bicchiere del mio amato whisky in mano. “questa sarà una lunga e pensate serata” penso guardando il fuoco del camino e non so come mi addormento come un bambino. Mi svegli con il rumore del bicchiere che cadendo si fa in mille pezzi. Stranito e assonnato guardo l’ora e mi rendo conto di essere in ritardo per la cena. Mi alzo di scatto e girandomi verso la mia scrivania vedo Candy seduta li. Davanti a un vassoio con la cena.
-Candy ha portato la cena al padrone, perché padrone non è andato a cena. Candy pensa che il padrone debba mangiare prima del suo appuntamento con la signorina So-Tutto-Io. – che risveglio traumatico. Quasi rimpiango lo sgardo inniettato di sangue del Lord.
- Puoi andare.- apre la bocca come per parlare ma forse ha intuito che è meglio che taccia e con uno schiocco delle dita sparisce dalla mia vista. Mi siedo alla mia scrivania e mangio la cena un semplice piatto di pasta al sugo e delle patate al forno. Terminata la cena vado verso la mia camera e mi fermo nel bel mezzo della stanza. Dovrei mettere una tuta ma io non ho tute! Aaah che situazione. Fra il whisky in corpo e il risveglio traumatico penso di non essere nelle migliori circostanze per poter trasfigurare qualcosa in una tuta decente. Invio il mio patrononus a Minerva così oltre a crearmi una tuta mi aggiornerà sulla cena.
- Mio caro cosa ti serve? Tutto bene? Non sei venuto a cena è successo qualcosa?-  mi dice Minerva facendomi saltare in aria. “come diavolo è possibile che questa sia già qui? Pochi secondi fa ho inviato il patronus.” Penso fra me e me.
- Si mi sono addormentato e la mia elfa mi ha portato il cibo in camera. Vorrei che trasfigurassi qualcosa in una tuta!- dico in maniera diretta sperando di evitare battute. La guardo negli occhi e vedo una scintilla accendersi nei suoi occhi. Forse era meglio che facessi da me così da evitare questa tortura.
- Mi servirà un oggetto mio caro- mi dice e io le rispondo – vado a prendertelo, cosa mi sono perso a cena? La Granger è ancora nella Sala Grande?- le dico dirigendomi verso il mio ufficio in cerca di qualcosa di utile al mio scopo.
- Nulla di che solite risate spensierate dei ragazzi! Hermione era ancora a tavola quando sono andata via, hai tutto il tempo per prepararti- mi fa un occhiolino mentre rientro nella mia stanza porgendole due bicchieri. In un attimo ho la mia tuta nera e per evitare altri inconvenienti la saluto e lei esce senza proferir parola. “stano” penso, e poi a cosa alludeva con "tutto il tempo per prepararmi"? Mi fiondo in bagno e mi faccio una doccia rapida. Lascio i capelli bagnati e mi dirigo verso il mio letto dove c’è appoggiata la mia tuta. Prendo delle calze, le indosso e poi prendo il pantalone. Quando inizio a metterlo mi rendo conto del perché Minerva se ne andata senza iniziare a stuzzicarmi.
-Vecchia stregaccia dispettosa! Lo so che vuoi mettermi in ridicolo solo perché sono un serpeverde e sono superiore a voi grifondoro? Come puoi pensare che io possa mettere un pantalone della tuta nero attillato con delle fasce di brillantini sui fianchi? Con l’età hai perso l’ultimo neurone che ti rimaneva?- urlo al vento pensando a come mi sarei vendicato nei giorni successivi. Fortunatamente me ne sono reso conto e ho abbastanza controllo da renderlo normale con un colpo di bacchetta. Li indosso e metto una maglietta a maniche corte nera. Lego i capelli e mi dirigo verso il settimo piano. Penso intensamente ad una palestra super attrezzata ed entro. Per mia fortuna almeno la Stanza delle Necessità non si burla di me.

Pov’s Hermione
Lo so forse prima ho esagerato con Piton, ma con il suo sarcasmo farebbe saltare i nervi anche ad un santo. Oggi  è stata una di quelle giornate “no”. Mi pento un sacco di aver urlato contro a Ginny. Fortunatamente non sembra essersela presa eccessivamente, o  almeno spero. Stiamo andando in sala grande. Un’elfa domestica si materializza davanti a me e mi porge un biglietto dicendomi:
-Il MIO padrone le manda questo- scandisce bene le parole marcando “mio”. Non mi da nemmeno il tempo di ringraziarla che si smaterializza. Io adoro tutti gli elfi domestici, sono così carini, ma questa è veramente insopportabile. Questo tono che usa da fastidio persino a me. Apro il biglietto e leggo che devo presentarmi in tuta. Spreca qualche parola in più quando hai tempo. Chi sa come mai devo metterla. Non mi faccio tante domande e raggiungo gli altri al tavolo. Iniziamo a mangiare e senza volerlo mi giro verso il tavolo degli insegnati in cerca di qualcosa, o meglio qualcuno, ma non lo vedo. Continuo a mangiare fingendo che non mi importa, sto mentendo a me stessa. Ma non si dice che una bugia detta con convinzione diventa una verità?

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