Pov’s Hermione
Ah sti uomini! Sono peggio dei bambini a volte, anzi Hope è meno infantile di lui! Sospiro. Siamo nel suo studio e lui sta congedando Dobby. Ha una faccia strana. Sono indecisa: o mi ritiene pazza o si sta facendo chi sa quali castelli in aria. E a dir la verità ho paura di saperlo. Si gira e mi guarda. Io sostengo il suo sguardo senza parlare. So che lo irrita ma è per il suo bene.
- Quindi? Se mi ricordo bene sei evasa dalla Sala Grande e poi mi hai trascinato nel mio ufficio. Non ti sembra normale darmi qualche spiegazione?- le sue guance sono più arrossate del solito. Non è per niente un buon segno.
-Può per favore togliersi la camicia?- non voglio sembrare sgarbata ma nemmeno troppo debole di polso.
- Scusa?-
- La camicia. Dovrebbe togliersela. Se vuole andiamo in camera sua- gli dico iniziando ad incamminarmi. Entriamo in camera e lui si siede sul letto.
Può essere che devo farlo io?
- Granger, l’hai voluto tu!-
-Potrebbe smettere di leggermi nel pensiero?- mentre dico questo vedo nei suoi occhi una strana luce.
Ok, si, evidentemente si sta facendo chi sa quale castello in aria. Inizio a sbottonargli la camicia. Noto che la presunta palestra ha dato i suoi frutti. Mentre continuo a togliere i bottoni dalle asole vedo delle cicatrici, alcune recenti altre meno. Quando involontariamente ne sfioro una, noto che si irrigidisce. So che il Signore Oscuro molte volte tortura i sui alleati, è un mostro spietato. Ho finito di sbottonargli la camicia e gliela tolgo. Poggio la mano sul fianco ma non sento la bacchetta devo averla lasciata di la.
- Dove stai andando?-
- La pazienza non è un suo forte mi pare!-
Non aspetto la sua risposta e vado a cercare la bacchetta. La prendo e torno in camera. Entrando mi ricordo di essere ancora vestita come ero prima. Del vestito non mi preoccupo più di tanto, ma le scarpe mi snervano, quindi le tolgo rimanendo scalza. Con un movimento alzo la temperatura della stanza, alla fine il mio vestito non è molto pesante. Vedo Piton alzarsi e incominciare a respirare più velocemente di quanto dovrebbe fare.
- Faccia respiri lunghi e profondi!- gli dico
- Non mi sento bene!-
Faccio comparire un termometro e glielo passo.
- Lo metta sotto il braccio e lo tenga qualche minuto, possibilmente fermo!- mi strafulmina con lo sguardo.
Si vede che sta male, poverino. Penso a come avvicinarmi a lui per guardarlo senza farmi cruciare.
- Ok, può darmelo!- mi passa il termometro. Come pensavo ha anche la febbre. Provo a parlargli.
- Sa, ha la febbre, ed anche abbastanza alza. Credo che dovrebbe andare in infermeria!-
- Neanche per sogno!-
-Può essere che sia così testardo? Non capisce che è per il suo bene?-
-Ho già detto di no, non cambierò la mia risposta.-
- Lei crede che io mi stia divertendo vero a vederlo stare male, vero?-
-Granger non ti...-
- No, ora lei mi ascolta senza controbattere. Sta facendo una cosa stupida, insensata , non capisce che è per il suo bene? Deve per forza continuare a giocare a fare mister orgoglio?-
Non mi risponde. So di esserci andata giù pesante, ma l’ho fatto per lui. Mi avvicino e lui si sposta verso il cento del letto. Mi guarda con uno sguardo che potrebbe uccidermi ma non mi interessa, ora è lui ad avere bisogno di cure, ed io lo aiuterò.Pov’s Severus
Ma come si permette di parlarmi in questo modo? “Severus, forse è realmente preoccupata per te” forse la mi coscienza ha ragione questa volta. Si siede al bordo del letto ed inizia a parlare.
- Professore nessuno vuole farle del male, anzi vogliamo aiutarla. Vada in infermeria, lo sapranno fare bene!-
Non posso andare, perché non vuole capirlo?
- Provi a dirmelo il perché. Forse posso aiutarla a risolvere il problema che le impedisce di andare.- mi dice in tono calmo. Mi dimentico sempre che può entrare nella mia mente. Che cos’altro ho da perdere? Sa praticamente quasi tutto di me.
- Non posso andare. Dovrei dare troppe spiegazioni.- dico guardandomi le cicatrici. Molte risalgono a ieri sera, il Lord era arrabbiato, e giustamente si è sfogato con me e Bellatix. Lei ha perso i sensi ed è stata soccorsa di Narcissa. Io non li ho persi, ma sono arrivato al castello con parecchie ferite.
- Ah, mi dispiace!-
- Puoi aiutarmi tu? Te la cavi abbastanza bene, beh non ci aspettassimo altro da un’insopportabile so-tutto-io.- dico per smorzare la tensione. Lei mi sorride e mi cenno di coricarmi.
Mi guarda il petto, passando la mano in alcuni punti. Hai! Chiudo gli occhi d’istinto.
- Scusi, scusi, scusi. Non volevo.-
-Tranquilla, continua pure senza fare caso a me, non è colpa tua!-
- Ecco, io avrei finito. Averi però bisogno che lei si girasse a pancia in giù per vederle la schiena.-
Mi giro e aspetto. È brava, e molto delicata. Mi sembra di tornare a quando ero piccolo e mi ammalavo. Mia mamma mi curava con dolcezza, oppure quando mi canticchiava le ninna nanne per tranquillizzarmi dopo che mio padre mi picchiava.
- Ecco, io avrei finito. Se me lo permette le do un’occhiata con la bacchetta, per sicurezza!-
Annuisco e aspetto il suo esito. So che non è specializzata in queste cose, ma credo di conoscerla abbastanza bene da pensare, che precisa com’è, non lascerà sfuggire nessun particolare.
- Non sono sicura di aver fatto tutto correttamente, ma posso dirle con certezza che Hope le ha attaccato la varicella!-
- Dimmi che stai scherzando, ti prego?-
- No, mi dispiace.-
- Ci mancava solo questa!- dico sbruffando. Lei scoppia a ridere, la guardo e arrossisce. Non posso trattenermi dal ridere anch'io. La sua risata è una delle cose più belle che mi capiti in questo periodo.
- Ora lei beve questa.- dice porgendomi una fialetta- che l’aiuterà a dormire e farà abbassare la febbre. Io starò qui tutta la notte ad occuparmi di lei e di Hope. Domani, quando starà un po’ meglio ci occuperemo di quelle ferite. Le ho già messo delle garze, ma non credo che basteranno perché devono essere disinfettate e curate come si deve per evitare l’infezione. Tutto ciò che le ho detto non era una proposta, ma un’affermazione. Tutto chiaro?-
Ma anche se volessi dirle di no, come faccio? Rischio che mi morda se solo provo a contraddirla o a ribadire qualcosa che va contro i suoi principi. Io, Severus Piton, messo ko da una sua alunna, dopo essere stato sottoposto alle più impensabili torture sia fisiche che mentali dai maghi più crudeli al mondo?
-Ogni suo desiderio è un ordine mia signora!- dico ghignando. Noto che mi guarda in modo strano. Oramai lo conosco quello sguardo, deve chiedermi qualcosa. Continuo:- dimmi Grange, che cosa vuoi chiedermi? Non c’è nulla che può turbarmi in questa situazione!-
- Ecco, vede, volevo chiederle se potevo usare il suo bagno. Sono ancora vestita come ero alla festa, e non sono molto comoda!-
- Certo. Fai come se fossi a casa tua. Non preoccuparti. Comunque sei molto elegante, te lo ripeto.-
- Grazie professore. Ma ora basta parlare di me. Beva e a letto. Senza storie!-
- Si mamma!- dico sorridendo. La bevo -Che schifo!- lo dico senza pensare.
- Su, non faccia il bambino. E ora sotto le coperte.- si avvicina e mi rimbocca le coperte.
-Buonanotte professore, dorma bene!-
- Buonanotte Hermione, grazie-
Esce dalla stanza e chiudo gli occhi. Questa notte non credo che avrò incubi.
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Insegnami ad amare
FanfictionSnamione ambientata al sesto anno. I fatti narrati tengono in parte conto della storia originale e in parte sono di fantasia.