Alla Blocco Recordz

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[Instagram: @scordarmichiero_ff]

Continuava a piovere incessantemente, orribile. Guardavo dalla finestra l'acqua che scorreva sul vetro, le strade bagnate ed il vento che soffiava tra gli alberi. Non c'era da aspettarsi di meglio, certo, ma se la pioggia insisteva la festa di quella sera sarebbe stata rimandata.

Ero stanchissima, 9 ore di viaggio mi avevano letteralmente distrutta, avrei voluto dormire e oziare tutto il giorno, ma oggi Guè doveva registrare un pezzo con Jake e Don Joe ed io avevo promesso di accompagnarlo insieme a Natalia, la fidanzata.

Tirai fuori dall'armadio una canotta da basket e una giacca, jeans aderenti e le Adidas. Cominciai a togliermi la maglia e subito qualcuno aprì la porta senza bussare.

''Erika, Natalia è arr...''

''Chiudi quella fottuta porta idiota!'' Gridai tirandogli il primo cuscino che mi ritrovai sul letto.

Guè la chiuse ridendo come uno scemo dietro di essa. ''Comunque Natalia è arrivata, muoviti.''

Mi misi velocemente i vestiti e scesi le scale. Mamma e zia erano in cucina a preparare il pranzo, Nata e Guè erano sul divano a fare le solite cagate da fidanzatini e lui mi lanciò uno sguardo sorridendo beffardo.

''Si bussa, cretino!'' Ammonii. ''Andiamo?''

''Sì.'' Annuì Natalia.

A malapena riuscivo a vedere la strada, ma quando Guè imboccò su una strada a senso unico, capii che eravamo in Via Ostiglia ovvero la via della casa discografica dove si era appena trasferito, la Blocco Recordz. Ne cambiava una ogni anno, nonostante ne avesse già una sua, ma diceva che se non ne trovava una decente sarebbe andato persino in America ed io lo incitavo sempre a non arrendersi e che l'avrebbe trovata, quindi ne valeva la pena provare questa Blocco Recordz.

Scendemmo e corremmo verso la porta d'entrata. Jake e Don Joe ci stavano aspettando seduti sulle poltrone color panna e quando ci videro si alzarono contemporaneamente salutando Guè con una specie di batti cinque personalizzato e me e Nata con un bacio sulla guancia.

''C'è Emis che sta registrando, ci hanno detto di aspettare qui.'' Informò Don Joe tornando a sedersi sulla comoda poltrona.

''Emis Killa?'' chiesi io d'un tratto riconoscendo quel nome. Non ero una sua fan sfegatata, ma l'avevo sentito reppare ed era veramente bravo.

''Sì.'' Rispose Jake.

Avevo visto una sua foto un anno oppure un paio di mesi fa e ascoltato diverse sue canzoni anche recenti, ma non gli correvo dietro. Mi sarebbe piaciuto però ascoltarlo e vederlo di persona.

''Ma... non possiamo essere presenti nella sala mentre canta un altro?'' chiesi.

Per un attimo tutti gli sguardi si posarono su di me. ''Che c'è?''

''Sì, possiamo, ma perché questa domanda?'' mi guardò Guè.

''Semplice curiosità!'' esortai esasperata. ''Dai, possiamo? Vorrei vederlo.''

''Vabbè dai, tanto tra poco dovrebbe finire,'' disse Jake, poi guardò l'orologio della Guess sul polso ''Sono le 13:20.''

Entrammo nella sala registrazioni senza fare rumore con la porta e il DJ si voltò verso di noi, ma non disse nulla. Trovai Emis nella stanzetta con gli occhi chiusi, il microfono davanti alla bocca e le cuffie sulla testa. Stava reppando un pezzo molto veloce. Era un gran figo. T-shirt nera con scritto boom clan, dei jeans a bassa vita e le Diadora rosse.

Quando aprì gli occhi si rese conto della nostra presenza e per un momento non riusciva più a cantare, balbettava. Non riuscivo a capire se si era incantato magari a guardare Natalia accanto a me oppure non si ricordava più il pezzo. Il DJ fermò la musica e gli fece cenno con la mano che cosa gli avesse preso, lui si tolse le cuffie e le appoggiò sul microfono facendo anche lui cenno con la mano un basta.

Si diresse verso la porta e la aprì uscendone che nascondeva un sorriso. ''Paolo, sono stanco.'' Si passò una mano tra i capelli, quei stupendi capelli. ''Facciamo lunedì che tanto dobbiamo registrare anche 'perché tu no' e 'dall'altra parte del mondo'.''

Paolo annuì. ''Club Dogo, tocca a voi.''

Guè, Jake e Don Joe salutarono Emis e Guè gli disse qualcosa che non capii, poi entrarono nella stanzetta prendendo le cuffie e poggiandole sulla testa. Spostai lo sguardo su Killa che stava prendendo una felpa bianca di cotone su una sedia, mi passò accanto salutando Nata e uscendo fuori chiudendosi poi la porta dietro. Deglutii quando passò, non mi aveva degnata di uno sguardo, ma lasciò una scia di profumo dietro di sé che mi fece impazzire.

Mi dispiacque il fatto che se ne fosse andato.

Scordarmi chi ero (Emis Killa and Fedez fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora