Forse ero troppo orgogliosa.
Oppure troppo stronza.
Oppure troppo antipatica.
Ero troppo, in senso negativo, lo ero.
Lo spinsi via... mentalmente...
Il problema è che non ci riuscivo, potevo solo toccare il suo petto, ma a spingerlo via non ce la facevo.
"Erika?"
Spalancai gli occhi riconoscendo la voce di Guè.
Le morbide labbra di Emi sfiorarono sulle mie quando si voltò verso mio cugino.
C'era pure Fede e per descrivere la sua espressione non sarebbe bastato nemmeno un libro di 300 pagine.
Ma non lo capivo.
Non sapevo che fare in quel momento: ero troppo imbarazzata e non avrei potuto resistere ancora a lungo; il mio sguardo si spostava di continuo principalmente tra Emi e Guè.
"Ehm... io vado allora, ci vediamo." Ecco appunto, Emiliano se ne uscì così.Entrammo in casa, mentre continuavo a sentire gli occhi di Guè addosso. Buttai la giacca sul divano e sentii un'ondata di profumo, quello di Emi.
Dio se lo odiavo! Ed ora anche di più!
"Ho due cose da dirti." Cominciò Cosimo: si preparava a fare il cugino rompipalle. "Primo: dove sei stata che non rispondevi alle chiamate, secondo: per quale motivo ti stavi sbaciucchiando con Emiliano al vialetto?" Contò sull'indice e medio le domande e iniziai ad irritarmi.
Non volevo più avere a che fare con nulla che riguardasse Emis.
Sbuffai. "Ti prego lasciami in pace Guè..."
Mi guardai intorno e notai che mancavano tutti. "E dove sono gli altri?"
Si decise a rispondere lasciando perdere il mio comportamento. "Tutti fuori al ristorante, adesso li avviso che sei tornata." Disse tirando fuori il telefono dalla tasca e ciò mi fece irritare ancora di più.
"Non ho più 10 anni, cazzo!" Mi diressi verso la cucina a passo svelto e tirai fuori dal freezer una vaschetta di gelato, poi un cucchiaio.
Solo tornando in salotto per riprendere la giacca mi accorsi che c'era pure Fede.
"Ci siamo preoccupati tutti, porca troia scompari così nel nulla da un giorno all'altro quando ti lasciamo sola a casa!" Gridò.
Sbuffai ancora. "Non rompere le palle Guè!"
Corsi su per le scale più velocemente del solito, lì incontrai Natalia con una faccia a mo' di "che cazzo succede qua?", ma la ignorai ed entrai in camera mia sbattendo la porta più forte del solito e buttandomi sul letto con più grinta del solito.
Ero nervosa, arrabbiata e troppo irritata. Volevo spaccare qualcosa, tutto.
Il telefono mi vibrò in tasca: era un altro messaggio di Emiliano.
"Scusa, non prendertela se ti ho lasciata lì :P"
Strinsi i denti e feci sbattere, con tutta la forza che avevo, il telefono contro il muro gridando un 'vaffanculo' molto deciso.
Dopo neanche dieci secondi sentii bussare alla porta.
"Cosimo vattene! Non sarei capace di sopportarti ancora!"
Chiamavo Guè 'Cosimo' quando mi arrabbiavo con lui, seriamente intendo, e non mi piaceva nemmeno chiamarlo così.
"Sono io, Nata..." Annunciò soavemente Natalia dall'altra parte della porta.
Mi buttai sotto le coperte e aprii la vaschetta di gelato che avevo lasciato sul comodino. "Lasciami in pace. E per favore non insistere."
Non volevo parlare con nessuno e ringraziavo Dio che i miei non c'erano: non avrei potuto sopportare anche loro.
Natalia non insistette ed io potei sentire i suoi passi allontanarsi.
Iniziai a mangiare la parte con stracciatella, la mia preferita, per cercare di alleviare la rabbia.
Fanculo al freddo.
Mi alzai ed aprii la finestra: volevo morire congelata e speravo che una notte e una vaschetta di gelato sarebbero bastati, poi tornai sul letto a mangiare e a rabbrividire.
La notte prima però Emis mi aveva messo la sua giacca sulle spalle per tenermi caldo e questo aveva fatto sì che il suo profumo si incastrasse tra i miei capelli e vestiti. Come avrei fatto a dormire tranquilla avendo il suo profumo addosso?
Mi tolsi la maglietta rimanendo in reggiseno e mi legai i capelli castani chiari in una coda da cavallo.
Poi mi addormentai inaspettatamente.Non so se stavo sognando o cosa, ma sentivo dei passi muoversi nella mia stanza. Non riuscii a muovermi per vedere chi fosse, il corpo non era connesso al cervello perciò rimasi ferma ad ascoltare.
Sentii il rumore della finestra che veniva chiusa.
Uno, due... i passi si facevano sempre più vicini ed il cuore mi batteva forte pensando che forse era un ladro.
Il lenzuolo che mi avvolgeva solo parte delle gambe scivolò sul mio petto nudo coprendomi tutta, lì iniziai a capire che era Natalia.
Ma poi un dito mi accarezzò il viso e poi i capelli, dubitavo che quel dito privo di unghie lunghissime era di Natalia.
Aprii lentamente gli occhi curiosa di sapere chi fosse e rimasi sia imbarazzata che sorpresa ritrovandoci Fedez di fronte a me.
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Scordarmi chi ero (Emis Killa and Fedez fanfiction)
Fanfiction''Ti ricordi quando mi dicevi che mi amavi? Eh? Te lo ricordi?'' Gridai sul punto di piangere. ''Non è facile dimenticare le cose che abbiamo fatto insieme! Sei stata troppo importante per me!'' ''Beh e allora perchè eri con un'altra se ero così im...