Ricordi impressi in un istante, come una Polaroid

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"Ahi!" Si lamentò Fede.

Gli passai il dischetto cosparso con disinfettante sulla ferita al labbro. "Stai fermo."

Mi ero preoccupata più per Fedez che non aveva colpe, rispetto a Emis, l'avevo portato al bagno per curare le ferite che gli aveva provocato e non era affatto una cosa bella stare così a contatto con il sangue.

Seduto sul ripiano in marmo vicino al lavello, mi guardava attentamente e non sarei riuscita a sopportare ancora quei occhi addosso, si divertiva a vedermi faticare per raggiungere la sua altezza nonostante i tacchi alti.

Lo ignorai per un attimo. "Ora devo fare sul sopracciglio e se non vuoi perdere l'occhio ti conviene stare fermo."

Avvicinai un altro dischetto bagnato alla sua tempia, ma lui si allontanava all'indietro. "No, ho paura!"

Sospirai e mi avvicinai sempre più per raggiungere quella ferita aperta. "Fermo!"

Continuava ad allontanarsi con il busto fino a che non caddi su di lui. Ci aveva fatto apposta. Tentai di sollevarmi, ma mi prese per le braccia mentre lui si avvicinava sorridente a me.

Il problema più grosso in quel momento è che io stavo in piedi tra le sue gambe aperte.

"Ti stai preoccupando per me e non per Emi?" Sorrise appoggiando la sua fronte alla mia. "Strano, eppure qualche giorno fa gli sbavavi dietro."

Mi immobilizzai. "Non fare l'idiota Fede! Sono semplicemente in debito con te, è colpa mia e ho combinato un sacco di casini, ora cerco di rimediare."

Sfiorò il mio naso contro il suo cercando le labbra. "Non fa niente." Sussurrò.

Agilmente gli tastai la ferita accanto al sopracciglio con il dischetto. Lui sobbalzò dal bruciore prima di toccare le mie labbra.

Risi di gusto nel vederlo soffrire.

"Fede?" Qualcuno bussò alla porta per poi aprirla tirando la testa all'interno.

Era il ragazzo di prima, quello che teneva Fede per le braccia dopo la rissa.

"Denny, entra pure."

Lui si guardò intorno poi posò lo sguardo su di noi. "È imbarazzante entrare nel bagno delle donne."

Mi spostai da Federico e lui scese dal ripiano ridendo. "Notizie di Emis?"

Rimasi quasi senza fiato risentendo il nome di Emi.

"Sta bene, è di sotto." Rispose Denny, poi si avvicinò a lui e gli guardò uno per uno i lividi. "Che schifo."

Buttai tutti dischetti usati nel wc e rimisi a posto il disinfettante, poi uscimmo dal bagno e andammo verso le scale per tornare alla festa e sperare che Guè non se la prendesse con me.

Una volta sotto Denny si offrì di andare a prenderci due cocktail. Non era così male in fondo.

"Fedez! Vieni a cantare, dai vieni sul palco!" La voce amplificata di Jake con accanto Don Joe chiamarono Fede a cantare. Lui scosse la testa sorridendo.

"Vai!" Gli sorrisi. Lo spinsi contro il palco e Jake lo tirò sù.

Prese il microfono in mano, tenendolo lontano dalla bocca. "Vi picchio." Minacciò giocosamente a me e Jake.

Partì la base di 'Polaroid'.

"Ricordo.. le liti, gli infami, gli amici più cari, la mia prima volta, i miei primi brani, il primo freestyle che poi te lo prepari, dai centri sociali ai primi locali..."

La gente iniziò a ballare mentre io vidi Emis al bancone che beveva con accanto Marracash che gli diceva qualcosa, ma a quanto pareva Emi era ben poco interessato. Fissava un punto fisso del pavimento pensando.

"Ecco il tuo." Denny mi fece tornare con i piedi per terra porgendomi il bicchiere. Lo presi e iniziai a bere.

"Erika!"

Oh no. Guè, no.

Mi voltai ed eccolo che mi veniva in contro per niente contento. Merda.

Scordarmi chi ero (Emis Killa and Fedez fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora