Resta...

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Portai della legna e la lasciai cadere per terra vicino al fuoco, mentre Emi lo alimentava con dell'ossigeno.

Mi buttai a terra sfinita, quella legna era davvero pesante.

"Passami la legna." Disse Emi allungando una mano.

Gli diedi alcuni rami, quelli più piccoli. "Emi... posso farti una domanda?"

Lui corrugò la fronte e sorrise. "Da quando chiedi se puoi fare domande?"

Sospirai irritata guardando in alto. Da quando sono con te, cretino.

"Posso semplicemente fartela e basta senza tutte queste riflessioni?!"

Rise. "Spara."

"Come sai di questo posto?" Gli chiesi appoggiando le mani per terra e lasciando tutto il peso del corpo su di esse.

Emis arricciò le labbra poi mi guardò. "Perchè da piccolo ci venivo spesso, anzi sempre."

E per quale motivo mi avrebbe portata lì? Cosa c'entravo io?

Risposi con fare vago e mi sdraiai sull'erba osservando il cielo scuro e stellato, come poche volte ci stava in inverno.

Lui dopo un po' venne e si sdraiò accanto a me. "Rispondi seriamente Erika..."

E quella frase? Mi spaventai a quelle parole perciò lo fissai stranita e impaurita. "Calmati, non ti sto mica per chiedere di sposarti!"

Risi, non c'era cosa peggiore di quella e lui lo sapeva, a quanto pare. "Voglio sapere per quale motivo respingi così la gente."

Tornai a fissare il cielo che ora mi sembrava più scuro e vuoto. "Non... non credo che ne abbia voglia." Deglutii.

"Come vuoi..."

Si arrendeva troppo in fretta. "Sono curiosa di sapere della storia di questo posto." Sorrisi.

Lui ricambiò il sorriso e iniziò: "Beh... come ti ho detto venivo spesso qui da piccolo con i miei genitori e..."

"Non ti ho chiesto di raccontarmi la tua storia, ma del posto." Lo interruppi.

Emis ci rimase di sasso, con la bocca aperta.

Risi alla sua espressione. "Sto scherzando scemo!"

Ignorò la mia battuta e tornò a parlare. "Comunque... amavo passare la notte qui e lo amo tutt'ora, ma non ci ho mai portato nessuna ragazza prima d'ora."

Lo fissai un attimo. Quindi io ero la prima ragazza che lui aveva portato in quel magnifico posto.

"E... perchè hai scelto proprio me?" Chiesi imbarazzata deglutendo.

Lui sorrise, ma non mi rispose, anzi cambiò totalmente argomento. "Dormiamo qua fuori o vuoi entrare?"

Lasciai perdere l'argomento di prima e mi alzai in piedi. "Fuori è meglio." Poi gli sorrisi.

Dopo aver cenato mi sdraiai accanto al fuoco, con la faccia illuminata da esso mentre lo osservavo attentamente, più che altro pensavo.

Emis era dalla parte opposta che mi dava le spalle e io odiavo la gente che mi dava le spalle, evitai di pensarci troppo o irritarmi per motivi stupidi così chiusi gli occhi per addormentarmi, ma purtroppo quella sera non avevo affatto sonno, non riuscivo a dormire ed era davvero stranziante. Invidiavo Emis che già russava.

Riprovai a chiudere gli occhi e a mettercela tutta per addormentarmi, ma qualcosa interruppe il mio sforzo: una mano mi accarezzò i capelli. "Ti dispiace se resto qui?"

Ero andata in tilt; quei gesti, quelle parole... lui.

Non risposi e dopo secondi che sembravano ore lui si arrese. "Va bene, tolgo il disturbo."

Si alzò, ma prima che potesse compiere il primo passo gli afferrai il polso. "Resta..."

Mi sarei pentita amaramente di quella sera, lo prevedevo.

Scordarmi chi ero (Emis Killa and Fedez fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora