Anche io ti amo

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Guè si fermò di fronte a me.

Mi aspettai di tutto e di più così mi preparai psicologicamente a tutto quello che mi avrebbe dovuto dire, partendo dal rimprovero.
"Dov'è Nata?" La sua espressione faceva paura.

Sospirai per un attimo sollevata. "Non lo so... non l'ho vista. È successo qualcosa?"

Lui si guardò intorno agitato. "Non lo so, è da un pezzo che non la vedo più."

Mi allarmai. Natalia non era di certo una tipa che spariva nel nulla. "Hai provato a cercarla fuori o di sopra?"

Si poggiò una mano sulla fronte. "Dappertutto." Era preoccupatissimo. "Eppure ce l'avevo accanto 20 cazzo di minuti fa."

Gli 'accarezzai' la spalla per tranquilizzarlo. "Ti aiuto a cercarla."

Mi voltai ricordandomi di Denny. "Tu l'hai vista?"

Lui scosse la testa. "Vengo a cercarla con voi."

Lanciai un'ultima occhiata a Emi il quale era circondato da ragazzi che lo incitavano a salire sul palco a cantare. Lui si dimenava ad ogni loro stretta. "Non rompetemi il cazzo." Riuscii a leggere il suo labiale prima di allontanarsi da loro con una bottiglia in mano.

Tornai a prestare attenzione ai ragazzi che avevo accanto e subito si aggiunse Fede. "Andiamo a cercarla."
Come faceva ad essere sempre a conoscenza di tutto quello?!

Niente. Niente di niente. Dov'era andata? L'avevano rapita?

Dieci minuti passati a cercare in ogni fottuto angolo di quel pub, dieci minuti sprecati a cercare inutilmente.

Ci dividemmo un'altra volta ed io scelsi di andare a controllare in giardino.

Aprii la porta scorrevole sul retro e mi ritrovai di nuovo in quel bel posto che mi affascinava sempre rivedendolo.

Cercai di non distrarmi molto, perciò iniziai a salire velocemente le scale; mi guardavo attorno senza risultati e del resto era anche buio man mano che che ci si distanziava dalle lucine quindi non avrei potuto scovare molto in lontananza.
Iniziai a preoccuparmi sul serio.

Arrivata in cima vidi una figura in piedi voltata di spalle: Emi.

Non me l'aspettavo, ma potevo comunque tornare indietro per evitare di parlarci tanto non mi avrebbe vista; era girato di spalle appoggiato allo schienale di quella panchina bianca, che beveva.
Aveva per caso intenzione di ubriacarsi?

Ma d'altra parte non me ne volevo andare e rimasi ferma a guardarlo, a guardare le sue spalle più che altro.

Ero un'idiota, forse anche più di lui. Ma c'era un motivo perchè lui faceva tutto questo? C'era un motivo se aveva questo atteggiamento, che io odiavo e non sopportavo? 

Forse diceva sul serio prima. Lui mi ama?

Ma io come potevo saperlo se poi non l'aveva detto anche a tutte le altre?

Ripensai ai giorni passati: alla piscina, al messaggio, al meraviglioso posto di campagna, alle sue parole, a quando ce l'avevo accanto, a come si era preoccuparo per me. Poi al bacio e a come tutto si collegava con esso: tutto ciò che era riuscito a rovinare in così poco tempo. A come mi aveva fermata dal scappare di casa, alle sue labbra, a quel 'io ti amo cazzo', al suo corpo contro il mio. Ed ora ecco oggi. Ai suoi occhi accattivanti, alle sue scuse, quelle parole che difficilmente ti togli dalla testa, ai suoi atteggiamenti e al suo distacco con tutti gli altri.
Anche io gli stavo complicando la vita, forse quanto lui la stava complicando a me.

Avanzai di qualche passo lentamente per non fare rumore e mi misi in ginocchio sulla panchina.

Lo abbracciai da dietro cingendogli l'addome.

Si voltò verso di me non capendo chi fosse, lo guardai e lui sorrise debolmente.

"Anche io ti amo." Sussurrai.
E non me ne ero mai resa conto.

Scordarmi chi ero (Emis Killa and Fedez fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora