Peccato che di te me ne frega, e molto.

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Pensavo e ripensavo agli occhi di Emi, privi di riconoscenza e pieni di cattiveria, quegli occhi difficilmente li avrei dimenticati.

Ma che gli stava succedendo? Cambiava di giorno in giorno atteggiamento.

Prima fa lo stronzo, poi si scusa e poi lo rifà di nuovo.

E l'avevo fatto anche io la stronza con Fede.

"Ma che cazzo Erika, ti fermi un attimo?" Mi gridò Fedez alle spalle.

Ero talmente presa dai miei pensieri mentre camminavo in giro nervosa che nemmeno me ne ero accorta dei suoi continui richiami dietro di me.

Mi fermai voltandomi. "Dimmi." Deglutii.

Mi fissò dritto negli occhi. "Mi vuoi dire per una buona volta che succede?"

Annuii. "È... è Emiliano, non preoccuparti."

Incrociai le braccia al petto guardando tutto meno che i suoi occhi.

"Se ti fa stare così male... perchè non provi a lasciarlo perdere?" Si calmò tutto d'un tratto. Infilò le mani in tasca e si avvicinò timidamente a me. "Quel bacio voleva significare qualcosa?" Tirò fuori una mano e mi cinse la vita avvicinandomi di più a lui.

Non avevo nulla da perdere in fondo, quella serata sarebbe finita una volta per tutte e non ci avrei più pensato.

Mi lasciai trasportare da lui mentre le nostre labbra si stavano pian pian avvicinando, qualcosa però c'interruppe.

Vidi Emi avvicinarsi minacciosamente a noi con passo svelto e in un secondo Fede fu terra con Emis che gli stringeva sul collo. Un pugno, due.

Rimasi paralizzata a vedere quella scena a bocca aperta.

"Fanculo!" Un altro pugno in faccia.

Fede cercava di liberarsi dalla sua presa fin troppo forte sul collo, i pugni sembrava reggerli.

Mi avvicinai a loro spingendo Emiliano con tutte le forze che avevo. "Lascialo! Emi lascialo!" Riuscii a spingerlo via mentre Fede iniziò a respirare affannosamente.

Intorno si era creata una folla enorme e l'unica cosa che speravo era che Guè non si accorgesse di nulla.

Federico si alzò in piedi e subito si scagliò contro Emi iniziando a dargli forti pugni sul torace, poi sul naso dal quale sgocciolò del sangue. Prese le sue difese e fu lì che iniziò una vera e propria rissa.

Non sapevo che cazzo fare. Non ero così forte da separarli entrambi e quegli idioti che stavano intorno a noi avevano anche paura di avvicinarsi. "Basta per favore!"

Marracash e un altro ragazzo, abbastanza giovane, vennero in mio aiuto. "Fermi raga! Buoni!"

Marra prese per le braccia Emiliano tirandolo all'indietro, mentre quell'altro ragazzo fece lo stesso con Federico. Entrambi continuavano ad agitarsi lanciandosi sguardi omicidi, lì riuscii a vederli bene in faccia: erano messi malissimo entrambi.

Deglutii e in quel momento di silenzio che si era creato guardai Emi disgustata. "Ti odio..." La voce mi uscì tremante e roca, ma nonostante ciò quelle parole le dissi seriamente e con tutte le emozioni che provavo nei suoi confronti, e credetemi, non ce n'è uno positivo.

La sua espressione così dura si sciolse in quelle parole, rendendosi conto solo in quel momento di tutta la stupidità.

Mi voltai e andai fuori al giardino a prendere aria.

Ultimamente avevo pianto fin troppo e non avrei permesso a un'altra lacrima di uscire.

"Erika..." Immaginavo che mi avrebbe seguita.

Alzai gli occhi al cielo, senza voltarmi verso di lui.

"Erika hai sempre avuto ragione tu. Sin dal principio. Sono un idiota, stronzo, bastardo.. e tutti gli altri aggettivi con cui mi hai descritto. Hai sempre avuto ragione." Fece una breve pausa per poi riprendere. "Ma ciò non ha mai cambiato quello che provo per te."

Deglutii e chiusi gli occhi.

Sentii i suoi veloci passi avvicinarsi per poi fermarsi. "Te l'ho già detto Erika, io ti amo."

Mi girai verso di lui, notando il naso che insanguinava, il labbro spaccato e lo zigomo ormai divenuto nero. "Sai almeno cosa significa amare una persona? Sai come devi trattare la persona che ami? Sai almeno come devi farla sentire?" Ecco che gli occhi mi si appannarono dalle lacrime. "Tu mi hai dimostrato tutto il contrario Emi. Tu mi hai trattata di merda, tu mi hai fatto sentire uno schifo."

Deglutì poi guardò in basso aggrottando la fronte.

"Quindi devo crederti quando dici che mi ami?" La lacrima mi rigò il viso.

Lui alzò la testa e mi guardò, aveva gli occhi lucidi. "Se parli di quella ragazza al bagno devi sapere che ormai io sono abituato a portarmi a letto diverse troie al giorno, nessuna ha mai significato niente per me. È come un passatempo, ma non devi prendertela per questo."

Mi faceva ancora più schifo di prima. "Quindi ovviamente tu per calmarti dalla rabbia te ne scopi una, no?" Mi appoggiai alla ringhiera dietro.

S'innervosì. "Colpa di Federico, lui non deve nemmeno provarci con te!"

Roteai gli occhi. "Mi tratti come se fossi tua! Tu ne freghi di me quanto tutte le altre! Emi sei un idiota e lo penso anche più di prima."

Gli passai accanto per andarmene, ma mi afferrò il polso facendomi fermare. "Se me ne fossi fregato di te non ti avrei mai portata in quel posto di campagna che ha un particolare signicato affettivo per me, se me ne fossi fregato di te non avrei mai picchiato un mio amico per gelosia, se me ne fossi fregato di te ora non sarei qui a dirti tutto questo." Si mise di fronte a me. "Se me ne fossi fregato di te non avrei mai fatto scendere una cazzo di lacrima dai miei occhi. Peccato che di te me ne frega, e molto."

Quelle parole sembravano così sincere, ma non mi avrebbero sconfitta.

"Ciao Emis." Stavolta mi lasciò andare.

Prima fa lo stronzo, poi si scusa, poi lo rifà e... dov'ero rimasta? Ah già, poi si scusa, di nuovo.

Mi asciugai le guance e lasciai la mente ripensare a quelle parole, che lasciate così, facevano male.

Scordarmi chi ero (Emis Killa and Fedez fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora