Io con voi non vado da nessuna parte

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Tutto era cambiato da quando avevo visto Emi alla Blocco, mi sono interessata a lui da stupida e me ne pento tantissimo di aver insistito ad entrare per sentirlo cantare. Quel ragazzo è riuscito a farmi piangere e innamorare in così poco tempo, e non era di certo nei miei piani, ma ormai non posso più tornare indietro e non riuscirò nemmeno a dimenticare tutto questo in poco tempo. Per non parlare di Fede poi... se non ci fosse stato Emi probabilmente ora saremo amici.

Questi pensieri mi frullavano per la testa da un bel pezzo ed ero arrivata alla conclusione che il problema della mia vita era ormai diventato Emiliano, non più di mostrarmi debole agli occhi degli altri. 

Ero sdraiata sul letto a girarmi e rigirarmi i capelli attorno alle dita, mentre fissavo il vuoto. 

La porta si aprì lentamente e scovai la figura di Guè entrare piano, io mi alzai e lui mi sorrise. "Hai bisogno di un abbraccio?"

Guardai in basso e poi sorrisi. ''Per una volta credo di sì.'' 

Guè si sedette accanto a me e mi strinse fra le sue braccia. Potevo ritenermi fortunata ad avere almeno lui. Sciolsi l'abbraccio e lo guardai negli occhi pronta a renderlo felice raccontandogli la verità su Natalia. ''Guè... Riguardo Nata, non devi essere arrabbiato con lei e non devi vendicarti, è stata Giulia a drogarla e lei non capendoci più nulla ha fatto la prima cosa che le è venuta in mente sotto effetto.''

Lui annuì. ''Lo so, me lo ha spiegato e ora stiamo di nuovo insieme, però riguardo al matrimonio ci stiamo ancora pensando.''

Infilai una mano nella tasca dei miei pantaloncini e tirai fuori l'anello. Lo avevo ritrovato per terra mentre pulivo il casino che avevo combinato. ''Tieni.'' Glielo poggiai sulla mano e lui sorrise stringendolo.

Mi abbracciò ancora. ''Ti va una canzone?'' 

L'avevo praticamente letto nel pensiero quando iniziò a cantare scappati di casa. ''I tuoi genitori ti han sbattuto fuori, ti chiamo e hai la  batteria scarica, fatti ogni singola droga per asciugarti ogni singola lacrima...''

Quella mattina mi svegliai diversamente rispetto gli altri giorni. Avevo eliminato finalmente tutto ciò che mi rendeva impossibile andare avanti e ne ero davvero felice. Quella mattina mi sembrava di essere tornata fino a qualche tempo fa: di sotto ci trovai Guè e Natalia che parlavano con qualcun'altro... i miei genitori. Che ci facevano lì?

''Buongiorno tesoro!'' Urlò mio padre rivedendomi appena scesi le scale, mamma invece mi venne in contro abbracciandomi. 

''Buongiorno...'' Balbettai un po' sorpresa nel vederli lì, contenti. ''A cosa è dovuta questa visita?''

Mamma si allargò per vedermi in faccia. ''Ma come, Cosimo non te l'ha detto?'' Domandò.

Guardai Guè senza comprendere e lui scosse la testa. ''Non ce l'ho fatta.'' Sussurrò piano. Stentai a capirlo.

Papà si avvicinò a noi sorridente. ''Partiamo!''

Rimasi a bocca aperta quando mio padre disse quelle parole. Ero scossa e non volevo nemmeno crederci. ''Come sarebbe a dire che partiamo?'' Non ne ero per nulla contenta.

''Esatto!'' Continuò mia madre. ''Andiamo a vivere a Parigi! Sarà fantastico!'' Era eccitatissima nel pronunciare quella frase, io invece ero tutto il contrario di lei. 

Guardai di nuovo Guè che, appoggiato al bancone, evitava i miei sguardi, poi Natalia che aveva un'aria triste. Avrei dovuto lasciare loro? Avrei dovuto abbandonare le uniche persone cui volevo bene? E per cosa? Per qualcuno che non era mai stato presente nella mia vita? Io non me ne sarei mai andata da quella casa. 

''State scherzando spero.'' Dissi con un filo di voce.

Mia madre mi spinse in direzione delle scale ancora eccitata e impaziente di partire. ''No, no, su vai a prepararti che c'è anche tua sorella che ci aspetta in macchina.''

Li guardai schifata. ''Io con voi non vado sa nessuna parte.'' Tutti e quattro posarono lo sguardo su di me incomprensivi. '' 'Mamma e papà...' dovrei ancora chiamarvi così? Mi chiamate 'tesoro' solo quando fa comodo a voi. Non mi cercate mai, andate a farvi i cazzi vostri senza pensare a me. Pretendete che parta pure con voi?''

Mio padre corrugò la fronte arrabbiato per come mi ero espressa. ''Signorina! Bada a come parli! Siamo comunque i tuoi genitori!''

Scossi la testa. ''Seriamente? Non siete mai stati presenti nella mia vita. Quando avevo bisogno di qualcuno l'unica persona che c'era era Guè.'' Lui sorrise quando dissi questo. ''Nonostante avessimo litigato per delle cose c'è stato, voi no invece. Mi fate schifo!''

Papà mi strinse per un braccio. I suoi occhi azzurri facevano paura solo a guardarli. ''Quindi è stato lui anche a darti questa educazione, no?'' Mi tirò. ''Ora vieni con noi senza fare storie!''

Mi divincolai senza risultati gridando di lasciarmi, poi Guè venne in mio aiuto. Mi buttai su di lui massaggiandomi il braccio dolorante. ''Lasciala qui zio, starà insieme a noi.'' 

''Non se ne parla! Dopo questa scenata preferisco portarla via che lasciarla in mano a voi!'' Tentò di riprendermi, ma Guè lo evitò. 

Lui era apparentemente calmo, anche se dentro scomettevo pure che avrebbe preso a pugni qualcuno. ''Non vuole venire, è lei a decidere cosa vuole fare. Non potete costringerla così.''

Mio padre tentò di aprire bocca, ma mamma lo interruppe. ''Basta così, Erika non vuole venire e ha ragione.'' Si allontanò verso l'uscita portandosi dietro anche papà. ''Se mai un giorno cambierai idea, ti accoglieremo a braccia aperte.'' Disse questo prima di chiudersi la porta dietro.

Quando sentii mettere in moto la macchina fu il momento più bello della mia vita.

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Allooooora ragazze... Mancano ormai pochi capitoli alla fine e mi dispiace pure dirlo, ok non uccidetemi. In questa parte ho preferito non parlare molto di Emis e Fedez perchè poi nei prossimi capitoli diciamo che saranno gli elementi principali del racconto insieme a Erika, poi dovete anche decidere una cosa impuuurtante. 

Tauu!

Scordarmi chi ero (Emis Killa and Fedez fanfiction)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora