Come tutto ebbe inizio - Nei laboratori di Kinshasa

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(Colonna sonora: Korn- Blind)

Anno 2054

1

Albert Kruber alitò sulle lenti degli occhiali e li pulì con una pezzolina. Nei laboratori della Ciclope finivano sempre con l'ungersi della condensa di sostanze volatili.

'Ciclope', che nome del cazzo!

Ascoltò la risata patetica che gli sfuggì dalla bocca come se provenisse da un'altra persona, e realizzò di essere a un passo dalla crisi di nervi.

«Dovrei riposarmi, non posso uscire di senno, ho a che fare con i più illustri scienziati del pianeta. Non devo perdere di vista il mio obiettivo.»

La risonanza spettrale nel sotterraneo gli fece capire che stava pensando ad alta voce. Si guardò intorno per assicurarsi che nessuno lo avesse sentito.

Rise ancora pensando che quel luogo sembrava il covo segreto di una setta, non certo la sede di un'associazione di ricerca scientifica. Che poi quell'associazione fosse finanziata dal governo degli USS era il massimo.

Ricordò il giuramento fatto davanti alla commissione presidenziale degli United Secular States, Stati Uniti Laici, degno delle più squallide logge massoniche.

Mi metto al servizio dell'umanità intera con ferma volontà e con nel cuore la certezza che non c'è salvezza senza sacrificio. Mi impegno a mantenere e a difendere la riservatezza delle finalità dell'associazione denominata Ciclope e a non divulgare mai le attività a cui essa si dedica, recitò a mente richiamando alla memoria il salone austero in cui aveva dovuto pronunciare quelle parole di fronte a uomini che si atteggiavano a nobili difensori dell'ordine mondiale.

Magari ci credevano davvero a tutte le fandonie su un mondo nuovo, o forse volevano solo pararsi il culo.

Non importa, ciò che conta è che con il mio lavoro sto acquistando il biglietto per sedermi accanto ai leader.

Digitò la password della posta elettronica. C'era una sola nuova e-mail. L'IP del mittente era quello di un ente governativo degli Stati Uniti Laici. Il messaggio conteneva in allegato un file video. Sospirò e lo aprì.

Il file mostrava riprese provenienti da ogni punto del globo. Ovunque era la stessa storia, miseria, violenza e disperazione.

Lo sapevo già. E ho recepito il messaggio: devo sbrigarmi!

Ad accompagnare il video c'erano poche righe:

Come vede, Dottor Kruber la situazione degenera giorno dopo giorno.

La commissione parlamentare degli USS ha discusso sulla difficoltà di reperire ulteriori fondi per l'associazione Ciclope.

Ci auguriamo di osservare risultati concreti in tempi brevi.

Non c'è motivo di preoccuparsi, siamo quasi pronti. Anch'io ho premura, esattamente quanto voi.

2

Il giorno 22 dicembre 2054 Kruber era in prima fila di fronte allo schermo allestito per la videoconferenza richiesta dalla Presidenza degli USS con l'associazione Ciclope.

Si grattava nervosamente uno sfogo pruriginoso che gli era venuto sotto un occhio. Con le unghie sporche si portava via pezzetti di pelle e seguitava ad infettare il suo eritema.

Dopo un'interminabile attesa, il Presidente degli Stati Uniti Laici comparve in video.

«Signori, vi ho convocati per fare il punto della situazione. Prima di tutto voglio ringraziare tutti voi per la dedizione con cui vi siete applicati a un progetto determinante per la sopravvivenza della nostra civiltà. Avete fatto sacrifici immensi e avete dimostrato coraggio nel condurre un lavoro tanto complesso sia sul piano tecnico, sia sul piano emotivo. Finalmente avete raggiunto il risultato auspicato: la sintesi di un carburante che soddisfi appieno i requisiti dettati dagli USS. Finalmente abbiamo una fonte di energia, pulita, rinnovabile ed economica, ma soprattutto di disponibilità illimitata.

In un momento difficile come questo non potevamo fare altro che prendere iniziative coraggiose. La nostra è l'unica soluzione risolutiva per tutti i problemi del Pianeta ed è arrivata l'ora di presentarla al mondo.

Naturalmente come Presidente degli USS riconfermo gli impegni che abbiamo preso con voi e garantisco a tutti membri della Ciclope l'immunità dal trattamento

3

Un vento rumoroso contribuì ad agitare la notte tormentata di Kruber. Non riusciva a chiudere occhio. Ogni volta che ci provava vedeva la sua immagine proiettata dietro le sbarre di una cella angusta. Si immaginava senza cibo e senza acqua, al freddo, abbandonato e disprezzato da tutti, ad attendere la pena capitale come una liberazione. L'angoscia gli procurava delle fitte acute allo stomaco. Il suo corpo grondava di sudore acido.

Seguendo i minuti scorrere lenti sul display luminoso dell'orologio a sveglia, attese ansiosamente che i raggi di un sole caldo penetrassero dalle fessure delle persiane. Sentiva un disperato bisogno di venire inondato di luce rassicurante, quella luce che non trovava più dentro di sé da quando sua moglie l'aveva lasciato.

In quella notte così vicina al momento di cui aveva sognato per anni, si rendeva conto di come quel progetto estremo finora gli avesse procurato solo nuovi tormenti. Realizzava che il successo raggiunto poteva trasformarsi da un momento all'altro in sventura e che avrebbe vissuto ogni futuro giorno col terrore di dover pagare per il lavoro compiuto al soldo del Governo.

Spalancare le porte al progetto della Ciclope era l'imperativo e il Bac-Z era stato il suo primo contributo. Quel fottuto batterio aveva funzionato alla grande: una volta immesso nelle condutture idriche dei principali impianti di coltura di alghe per la produzione di biodiesel, era riuscito a inibirne il processo di fotosintesi. Produzioni su produzioni di biodiesel erano andate in fumo e le aziende vittime del sabotaggio erano state costrette a chiudere.

Ma molto più successo lo aveva ottenuto il virus che faceva terra bruciata nelle coltivazioni di canapa; quel virus lì avrebbe dovuto sintetizzare, altro che il Bac-Z.

Passò a rassegna nella mente tutti i sabotaggi a danno di impianti eolici, centrali fotovoltaiche, centrali a biomassa, centrali geotermiche, idroelettriche e via dicendo. Tutti abilmente spacciati come errori umani o disastri naturali. Cose grosse sul serio, lui invece aveva sintetizzato lo stupido Bac-Z e adesso se la stava facendo sotto.

«Sono al servizio dell'umanità... Non c'è salvezza senza sacrificio...» prese a ripetere come un mantra.


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