11~ Giocatori e pedine

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Colonna sonora: Between Angels and Insects- Papa Roach

Mills

Dovrebbero ordinare la trasformazione anche alle persone stupide, pensò Mills.

L'insofferenza nei confronti di quell'uomo cresceva istante dopo istante. Avrebbe voluto sbatterlo fuori a pedate, ma su una cosa quel tizio aveva ragione: aveva il dovere di verificare. Digitò sull'apparecchio telefonico il numero dell'ufficio di Dann.

«Dann, nell'ufficio del Capo. Subito!» ordinò.

Dann arrivò così in fretta che sembrava si fosse trovato dietro la porta al momento della chiamata. «Comandi, Signore!»

«Sergente Dann, ha visto o sentito gli agenti Brown e Willis?»

«Li ho incrociati intorno alle dieci, Signore: adesso sono fuori, in servizio stradale.»

Mills sbirciò l'orologio in acciaio e platino che aveva al polso: erano le 12 passate.

Grazie al cielo!

«Sergente Dann, accompagni questi due nella cella di custodia.»

Elio sbottò: «Cosa? Ma, lei non ha capito, non si rende conto!»

«Le consiglio di aspettare che ci sia un avvocato prima di continuare a parlare, signor De Leo.»

«A che titolo intende trattenerli, Signore?» domandò meticoloso Dann mentre afferrava il braccio di Elio, che a quel punto perse le staffe.

«Voi siete pazzi, io non ho fatto niente! E lei non mi tocchi!» si mise a gridare e spintonò Dann sganciandosi dalla sua presa.

«Aggressione e resistenza a pubblico ufficiale» disse Mills guardandolo spegnersi di fronte alle sue parole, come un fiammifero su cui avesse appena soffiato sopra. In quella faccia bruna, sconvolta, osservò la delusione mischiarsi al disappunto. Aspettò che Dann lo portasse fuori e, appena rimase solo, estrasse lo shifterphone da una tasca laterale dei pantaloni.

Srotolò quel salsicciotto gommoso esercitando una leggera pressione su un'estremità. Aprì la rubrica e selezionò il soprannome che aveva scelto per l'uomo che avrebbe dovuto informare di quanto appena accaduto.

All'altro capo, Tahimàd rispose con una flemma che mai come in quel momento gli suonò tanto irritante. Così calmo e imperturbabile, nonostante quello che covava.

Quando aveva a che fare con gente con quell'atteggiamento lì, poteva trattarsi di sottoposti, persone in stato di fermo, famigliari o chicchessia, dava di matto. Ma con Tahimàd non poteva permettersi colpi di testa.

«Signor Tahimàd, temo che abbiamo un grosso problema.»

«Si spieghi meglio.»

«Un operatore della Susquehanna Steam Electric Station è qui: Elio De Leo. È venuto con il figlio e ha riferito delle cose: ha parlato di prigionieri, bambini, trasformazione...Li ho fatti rinchiudere in custodia, ma...»

«Ho capito. Chi altri ne è al corrente a parte lei?»

«Solo il sergente Dann. Ha raccolto le prime testimonianze purtroppo.»

«Ok Mills, ora mi ascolti, faccia quello che le dico e chiuderemo la faccenda senza complicazioni. Trattenga i De Leo e veda di tranquillizzarli affinché se ne stiano buoni per un po'. Di loro ci occuperemo più tardi, ma intanto si assicuri che sia uno dei nostri a sorvegliarli. Lei e questo Dann invece farete un sopralluogo alla centrale nucleare.»

L'ultimo olocaustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora