25~ La strana coppia

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Colonna sonora: Stand by me- Ki: Theory


Noe

In dispensa avevano trovato solo caffè, burro d'arachidi e del pane raffermo che Elio aveva tentato di rendere commestibile mettendolo in ammollo nell'acqua.

Noe guardò la poltiglia bagnata che si ritrovò davanti. Impossibile spalmarci sopra il burro di arachidi, c'era solo la possibilità di farne un miscuglio immondo.

«Se non ti piace, lo mangio io» disse Frank.

I morsi della fame non erano abbastanza severi da convincerlo a mandare giù quella roba, così Noe gli passò il suo piatto.

Yuna fece schermo con un braccio intorno al suo. Ingoiava un cucchiaio dopo l'altro di quella poltiglia, come se fosse una prelibatezza.

Elio portò in tavola una caraffa di caffè.

Noe se ne versò un tazzone e lo saturò di zucchero.

Guardò Frank che masticava quel fac-simile di vomito rancido.

«Erba e funghetti hai portato a Ricky. Mica uova, frutta e verdura» gli disse.

Frank ingoiò ciò che aveva in bocca.

«Me le avrebbe lanciate dietro. Abbi fede e non fare lo schizzinoso» disse e strizzò l'occhio a Yuna che si stava pulendo il muso con una mano.

«È buono solo a lamentarsi, il nostro Noe, vero?» le domandò.

Lei sorrise e riprese a mangiare.

Noe scosse la testa. «Sicuro che Ricky non ci tirerà una fregatura?»

«Non lo farà. Vedrai che tornerà prestissimo e sai perché?» disse Frank.

«Per via dell'erba e dei funghetti che lo aspettano?»

Frank gli mollò uno schiaffetto dietro la nuca. «Bravo, lo vedi che ci arrivi?»

«E sei sicuro che manterrà la promessa?»

«Ecco, su questo qualche dubbio ce l'ho. Ricky lucido... sarebbe un miracolo. Mi meraviglia che si sia preso un impegno del genere. Beh, l'importante è che torni con ciò che gli abbiamo chiesto.»

L'orologio a parete segnava le nove del mattino.

Noe avviò per l'ennesima volta il Rollbook di Ricky e cercò in rete Youssef Tahimàd. Aveva bisogno di memorizzarne bene il volto e di fissarsi nella mente ogni caratteristica della sua corporatura.  Non voleva avere dubbi quando se lo sarebbe ritrovato davanti.

Yuna era accanto a lui, di fronte a quelle foto, e le studiava con aria di sfida: sembrava che volesse imprimersele a forza nella memoria e distruggerle al contempo.

«Credo che possa bastare,» disse Noe «ha una faccia talmente da schiaffi che è difficile sbagliarsi».

Digitò nella casella di ricerca 'Philadelphia' e andò sulla mappa della città.

Individuò North Broad Street e impostò la proiezione olografica. Mosse le dita davanti al display per simulare una camminata e seguì il percorso fino al palazzo in cui aveva trascorso i primi anni della sua vita. Individuò una delle finestre al nono piano, quella che dava sul soggiorno. 

ll ricordo di sua madre si materializzò come un doccia gelida. La rivide a Philadephia alle prese con le faccende domestiche, mentre tentava di spiegargli cosa era accaduto al mondo. La rivide nelle fredde serate invernali quando, avvolta in una vestaglia pesante, passava in camera sua per dargli dava la buonanotte.  

L'ultimo olocaustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora