Come tutto ebbe inizio - La grande crisi

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(Colonna sonora:The prodigy- World's on fire)

Anno 2053

1

Philadelphia

La colonna di uomini e donne avanzava a rilento, bersaglio di un sole levante che feriva già gli occhi.

Tutti attendevano di varcare l'ingresso del Banco del cibo che aveva preso il posto di un elegante bistrò fallito da tempo. La vecchia insegna era venuta giù e delle sei lettere della parola 'Bistrò' rimaneva solo una esse inclinata.

Un urlo lontano di donna distrasse la gente dall'agonia di un'attesa senza fine. I militari che presidiavano la zona si allertarono. Uno sparo squarciò l'aria rubando la speranza che nulla di grave stesse accadendo.

Di bocca in bocca si diffuse la voce che, su Market Street, un ragazzo aveva tentato di scippare la borsa della spesa a una signora, ma gli era andata male: un soldato appostato sul ponte di osservazione, sotto la statua di bronzo di William Penn, aveva sparato colpendolo a morte.

Elio si portò una mano sopra l'ombelico e si concentrò sul movimento del diaframma mentre regolava la respirazione. I commenti della gente, sempre più assuefatta a certe cose, lo annichilivano. Gli si insinuavano dentro come serpi velenose, percorrevano le sue membra e finivano col radunarsi nello stomaco, dove fermentavano provocandogli dolorose contrazioni.

«Cielo, è successo ancora» aveva detto una signora e si era premuta una mano a guscio sulla bocca.

«Ora se non altro avrà pace» aveva risposto un'altra.

Elio si scrollò dalle spalle il disagio e tirò un ennesimo profondo respiro. Era arrivato sulla soglia, ancora pochi clienti e sarebbe stato servito.

La tua impulsività ti faceva passare per pazzo, ma io lo sapevo che avevi ragione papà. E quando i fatti lo hanno dimostrato, anziché inorgoglirti, hai mollato. Perché lo hai fatto? Avevi previsto tutto e lo hai gridato più forte che potevi.

"L'avidità deve smettere di giocare il ruolo principale nelle aule decisionali, altrimenti la questione energetica ci porterà al collasso. Bisogna concentrarsi sulle energie rinnovabili." Ero un ragazzino allora, ma ricordo bene tutto. Ricordo le parole che gridavi in ogni microfono che riuscivi a conquistare. È andato tutto come avevi previsto: il mondo si é trasformato in un catastrofico scenario di declino.

Elio varcò l'ingresso del Banco del cibo e un lezzo di carcassa in putrefazione gli penetrò le narici togliendoli la voglia di respirare.

Un uomo barbuto accostò la bocca al suo orecchio come se volesse fargli una confidenza che non voleva far udire a chiunque:

«Tanto prima o poi faremo tutti la stessa fine. I nostri risparmi finiranno e la miseria ci farà impazzire. E allora ci faranno fuori tutti. Lei non crede?»

Elio sgranò gli occhi. L'assunzione di ovvietà usata da quell'uomo era una stoccata alla fiducia che disperatamente tentava di tenere in vita. Realizzò che quella previsione era più razionale delle sue speranze e rabbrividì.

Guardò i due militari che stazionavano ai lati di un lungo bancone di legno con i fucili d'assalto a tracolla. Gli occhi ombreggiati dalle visiere di berretti verdi erano virati in sua direzione e le facce immote erano passate in modalità allerta.

Immaginò che avessero sentito tutto e pregò affinché gli addetti alla distribuzione lo chiamassero in fretta.

«Il prossimo!» strillò la signora dietro al banco, anche se di urlare non c'era alcun bisogno nell'ordine silenzioso stimolato dalla presenza di armi i cui possessori non sarebbero mai stati processati per un eventuale uso improprio.

L'ultimo olocaustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora