7~ Non solo smantellamento

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Colonna sonora: Down with the sickness- Disturbed

03 marzo 2065

Erano le 7 del mattino di un giorno che apparteneva a una nuova vita.

La famiglia De Leo si era trasferita a Salem Township, nella contea di Luzerne.

Noe arrivò trafelato in cucina, dribblò alcuni scatoloni impiegati per il trasloco, non ancora vuotati, e si fiondò su un sandwich al burro di arachidi.

«Ehi campione, sei pronto per il compito di matematica?»

«Sì, pa'. Ho studiato» rispose.

Tenendo il sandwich tra i denti, si chinò ad allacciarsi le scarpe.

«Sbrigati, che si sta facendo tardi» lo rimproverò Maria.

Noe si spinse l'intero sandwich in bocca, inforcò lo zaino e corse via facendo ciao con la mano.

Elio terminò il suo caffè e si allacciò un marsupio alla vita. Schioccò un bacio a sua moglie e si lasciò alle spalle l'odore della colazione per affacciarsi nel bel quartiere residenziale di Salem, interamente percorso da piste ciclabili costeggiate da olmi. Ancora non si capacitava di come la sua vita fosse così profondamente cambiata: l'addio alla UFP, il nuovo impiego alla centrale nucleare e il trasloco; tutto in appena due settimane da ché aveva sostenuto con successo il colloquio con Youssef Tahimàd.

Raggiunse il garage e aprì il basculante.

Andò spedito al calendario appeso a un chiodo. Prese una penna dal marsupio e fece una croce sulla data presente. Spostò il foglio del mese corrente, marzo, e tornò a febbraio per contare tutte le croci. Dieci giorni. Da tanto era che al mattino, sabato e domenica a parte, si recava alla centrale nucleare anziché alla UFP. Tuttavia, dopo l'euforia del cambiamento, ogni suo pensiero era tornato a velarsi di ombre e d'angoscia.

Entrò in macchina e mise in moto. L'autoradio si avviò insieme al motore. La spense mollando un pugno sul cruscotto e ingranò la marcia.

Si accorse che la spia del carburante era accesa e si fermò al primo distributore.

Scese dall'auto e consegnò la tessera carburante a un addetto.

Questi la inserì in un lettore portatile e glielo porse.

Elio schiacciò l'indice contro il quadratino di vetro che si trovava in alto a destra.

Seguì un bip.

«Impronta riconosciuta, può digitare l'importo.»

«Deve essere complicato gestire l'impianto con le nuove norme» disse Elio mentre sfiorava il numero venti sul touch screen.

L'uomo scosse la testa. «È semplicissimo invece. Il sistema informatico è collegato all'anagrafe del carburante umano e ogni transazione viene riportata in automatico.»

«Non scappa una goccia...»

«Già, ma è giusto così.»

Elio ripose la tessera carburante nel portafogli, fece rifornimento e ripartì.

Guidò fino alla centrale seguendo con lo sguardo il profilo delle torri di raffreddamento.

Sentì pulsare il labbro inferiore e si rese conto che se lo stava masticando.

Arrivato ai cancelli, abbassò il finestrino. Strisciò il badge nel lettore magnetico offertogli da una guardia e aspettò che la barra di sicurezza si sollevasse per lasciarlo passare. In ogni angolo della struttura c'erano addetti alla sorveglianza.

L'ultimo olocaustoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora