CAPITOLO 17: Hope

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HOPE

Erano passati due giorni dal funerale di Gabriel, erano passati due giorni da quello scontro ed erano passati due giorni dalla mia ferita.

Eravamo tutti quanti, dal più forte al più debole, distrutti, sia emotivamente che fisicamente perché le ombre ci avevano 'picchiato', se si può dire, e sulla nostra pelle si erano formati dei lividi violacei.
Il mio taglio era quasi guarito, rimaneva ancora la cicatrice lunga quanto tutto il mio fianco destro.

< Hope, vieni con me a fare una passeggiata? >

Mi ricoprii il fianco con la mia t-shirt e andai ad aprire la porta.

< C-certo. > presi la mia camicetta a maniche lunghe dalla sedia accanto al comodino ed uscii.

Al piano di sotto c'erano Cara che stava vicino al camino e pensava, Lea e Blaine che giocavano a scacchi e cercavano di non fare sorrisi falsi e poi Lucas e Ben che stavano prendendo le scale per andare nella loro stanza.
Erano, di nuovo, mano nella mano e il ragazzo con il drago aiutava Ben a superare questa cosa perché continuava a darsi la colpa.

Tutti gli altri erano di sopra o da qualche altra parte della casa.

< Non c'è bisogno di quella - indicò la maglia - non fa freddo. > mi informò Isaac.
Io alzai le spalle e lo seguii all'esterno.

< Non parli mai di te, perché? >

< P-perché n-non mi piace parlare di me. > dissi semplicemente.

< Ma perché? >

< Sai che tipo di r-ragazza sono io
Isaac? >

Mi guardò dal suo metro e ottanta e aspettò il mio continuo.

< Sono quella che: "Ehi, mi daresti un biscotto?" "Mi dispiace, ci sono le briciole se vuoi!"
Sono quella che in classe nei compiti facili dove il dieci è assicurato prende un misero sette.
Sono quella che in un gruppo di amici, sempre se li ha, si deve attaccare a un'altra conversazione perché non sa con chi parlare.
Sono quella che va nel panico e che si imbarazza quando deve parlare davanti a tutti.
Sono quella che, quando riesce, dice le cose in faccia e poi ne subisce le conseguenze, anche brutte.
Sono quella che "Sei bellissima, stai tranquilla", ma non piaccio mai a nessuno.
Sono quella che in quelle s-stupide votazioni delle più belle riceve sempre 6/7.
Sono quella che ha sempre le occhiaie perché passa la notte a leggere.
Sono quella che nessuno abbraccia mai, ma che deve restare a guardare gli altri che abbracciano le altre persone.
Sono q-quella che non sapeva con chi passare il sabato sera.
Sono quella che spera sempre in qualcosa, ma non succede mai niente.
Sono la ragazza che vorrebbe davvero qualcuno al suo fianco che le dicesse sempre, in ogni momento della giornata, "Andrà tutto bene, ce la faremo, insieme".
Non voglio qualcuno che mi alzi da terra, voglio, anzi vorrei, qualcuno che si metta vicino a me e rimanga lì fino a quando non sarò in grado di alzarmi.
Ecco che tipo di ragazza sono, quella dimenticata e scartata perché ci sono scelte migliori. >

Isaac si fermò e mi guardò. Aveva quegli occhi blu che sembravano potessero leggerti dentro.

< Non siamo più al liceo Hope, non ci sono più quelle persone idiote. Il passato è passato, non ci pensare
più. >

< Non è il fatto del passato, io non sono così, io s-sono quella s-strana, sono quella diversa e mi p-piace perché diverso è sempre meglio che
n-normale o u-uguale. >

< E su questo ti do ragione, ma non capisco perché tu non voglia parlare di come sei, di che cosa ti è successo, il perché hai deciso di seguire Lea e Blaine... >

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