CAPITOLO 3: Lea

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LEA

Non so come cavolo fece a convincermi a salire su quella macchina.

Forse ero troppo stremata per poter discutere; non avevo mai usato così tanto potere in vita mia. Nel momento in cui quei ragazzi, per me solo degli sconosciuti, avevano iniziato a picchiare Blaine io non ci ho capito più nulla.
Pensavo solo a come poterli fermare e speravo che non facessero troppo male al ragazzo a me amico. Non so...se gli fosse successo qualcosa avrei dato la colpa a me stessa perché sicuramente avrei potuto aiutarlo.

Dopo che Blaine aveva pronunciato quelle parole, una piccola parte di me si era accesa ed ero riuscita a far uscire il mio potere. Era stato quasi un bene che ci fossi io, perché se avessero continuato ancora un po' in quel modo Blaine si sarebbe fatto ancora più male.

Ora aveva solo il labbro gonfio, per via del pugno iniziale che gli avevano tirato, e si lamentava di aver male al petto. Mi disse poi che aveva solo un piccolo livido.

< Quanto manca? > chiesi io stufa. Eravamo da quasi un giorno in questa macchina e a me stava per diventare il sedere quadrato.

< Quattro ore; tra un po' ci fermiamo.>

< Vuoi fare una pausa? Guido io... >

< Ma sai almeno guidare? > mi sorrise. Era molto carino quando sorrideva.

< No, ma tanto questa è una macchina rubata, non dovresti guidarla neanche tu. >

< Touché. >

Non sapevo guidare ma almeno le basi le sapevo.
Mi aveva finalmente lasciato il controllo della macchina dopo che io gli avevo fatto gli occhi da cucciola, funzionavano sempre.

Mi ero offerta per questa opzione proprio perché vedevo che Blaine era molto stanco, infatti in un nano secondo si addormentò.

Ho guidato per un'ora, la strada era sempre rimasta quasi deserta, ogni tanto passavano delle auto.

< Blaine, ci fermiamo qui per la notte.> eravamo parcheggiati davanti ad una cascina di legno abbandonata. < Blaine! > lo toccai sulla spalla ma non si muoveva.

< Blaine svegliati. > quella volta lo strattonai.

< S-sono sveglio, non c'è bisogno di urlare. >

Mi alzai dal mio posto da guidatore e poco dopo sbattei la portiera. La casa, se così si poteva chiamare, non aveva un bell'aspetto, ma era sempre meglio che niente.

Si trovava poco più in là della strada, seminascosta dagli alberi, tutt'intorno aveva un piccolo cortile di ciottoli.

< Non è un granché, ma per questa notte basta... > mi girai verso il mio compagno di avventura ma lui era ancora in macchina. Feci il giro del veicolo e gli andai ad aprire la portiera. < Cos'è? Adesso sei un principe che ha bisogno che gli aprano la porta? >

Ma Blaine non mi rispose. Aveva gli occhi chiusi, sembrava che non respirasse ed era bianco quasi come un cadavere.

< Blaine! Che hai? >

Lo feci uscire di peso dall'abitacolo e dopodiché lo appoggiai all'auto.

< Per favore, apri gli occhi,
guardami. >

< Non mi sento molto bene.... > mi disse lui.

Con molta fatica, dato che era molto più alto e molto più pesante di me, lo portai dentro a quella 'baita'.

< Stenditi qui, io vado a vedere se in quella macchina c'è una coperta. >

Mi stavo seriamente preoccupando. Non c'era nessuno, eravamo soli, non potevamo chiamare nessuno ed io non sapevo che fare.

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