Capitolo 7

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Esco dalla macchina.
A:< WOW >
Scende anche Nicholas.
N:< Divertita? >
A:< È stato fantastico, pazzesco, ma ora andiamo in classe, sbrighiamoci >
Andiamo in classe, ma non troviamo nessuno, l'aula è vuota. Ma certo, oggi dovevamo andare a vedere il museo sulla storia. Che idiota che sono.
N:< C'è qualche problema direi >
A:< Già oggi dovevamo andare al museo >
N:< Ops, meglio, così possiamo fare ciò che vogliamo >
A:< Frena frena frena, chi l'ha detto che voglio stare con te? >
N:< I tuoi occhi, il tuo cuore che batte all'impazzata ogni volta che siamo insieme, probabilmente anche i tuoi pensieri, sì ne sono certo >
A:< Sai leggere nella mente? >
N:< Rimarresti sorpresa di sapere ciò che so fare >
Non sapevo se archiviare questa con la dicitura "paura" o "ok, ora indaghiamo".  Più probabile la seconda.
A:< Ok, dove andiamo? >
N:< Prima a prendere la mia bellissima moto, poi andiamo a fare un giro >
A:< Sembra molto divertente Nick >
N:< Mhhhh mi piace il mio nuovo soprannome >
A:< Per così poco, te ne posso trovare altri >
N:< Tipo? >
A:< Tipo ti faccio un fischio quando ne trovo uno >
N:< Ok va bene >
Andiamo alla macchina e andiamo a casa sua a prendere la moto.
Casa sua all'esterno sembrava molto grande, di colore grigio scuro, quasi nero. Aveva un giardino immenso, mi ricordo quando io andavo a casa di Jeneviev e per giocare ci introfulavamo nel giardino di quella casa. Era stata disabitata per così tanto tempo che è strano vederla in buone condizioni, oserei dire perfetta. Non c'era nulla fuori posto, anche il prato sembrava tagliato con il millimetro. Per non parlare di come erano messi piante e fiori. I fiori, di tutti i colori, erano sul prato in prima fila, dietro c'erano le piante sparpagliate. Qualcuno potrebbe pensare che siano state piantate a caso, ma non è così. Sono messe su varie file, ma ognuna di loro era messa alla stessa distanza l'una dall'altra. Quanta precisione, quasi quasi mi viene male.
N:< Vuoi salire sulla moto o vuoi continuare ad ammirare il mio bellissimo giardino?>
A:< Non fare troppo lo spiritoso >
Scoppia a ridere.
N:< Sei carina quando cerchi di restare seria >
A:< Se continui a farmi dei complimenti potrei arrossire > dico ironica.
N:< Dai andiamo > mi porge il casco.
A:< Scusa, ma tu il casco non ce l'hai >
N:< Si ma è dentro in casa, non ho voglia di entrare >
A:< Ci vado io >
N:< No no no, faccio io. Stai qui tu > sembrava un po' scocciato.
Entra in casa e dopo poco esce con un casco tutto nero. Non mi sorprendeva il colore. Mentre viene verso di me ha la giacca aperta e alcuni raggi del sole rimbalzano su qualcosa dentro di essa facendo splendere l'oggetto.
Era come il primo giorno di scuola, stessa luce. Avrei voluto tanto sapere cos'era, ma non me lo avrebbe mai detto. Faccio finta di niente.
A:< Finalmente pensavo ti fossi perso in quel labirinto che ti ritrovi come casa >
N:< Ahahahah non sei divertente >
Faccio un sorriso a trentadue denti.
N:< Andiamo va >
A:< Ok >
Sale sulla sella della moto e si mette il casco. In tanto io mi infilo il casco e mi metto dietro Nicholas.
N:< Tieniti forte >
Ero un po' indecisa, non sapevo se abbracciarlo oppure afferrargli il fondo della giacca. Gli prendo la giacca e partiamo.

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