Capitolo 32

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Questa notte ho fatto un sogno davvero strano e anche orribile. Ero in un parco, più precisamente su un'altalena. Stavo dondolavo piano piano mentre sentivo la melodia malinconica di The Vampire Diaries. Non chiedetemi perché, non pensavo nemmeno di ricordarmela. Comunque, è arrivato un ragazzo, alto con una camicia bianca, jeans neri e la vans nere. I capelli sono biondi, ma non riesco a vedere la faccia. Il mio subconscio è proprio crudele, si prende gioco di me. Oppure cerca di farmi ricordare qualcosa. Non so proprio. E se fosse il ragazzo che secondo il dottore mi ha fatto del male? Non lo so, non so più niente e questo è snervate. Mi sento un facile bersaglio. Piano piano il ragazzo si avvicina a me e io non scappo. Ci sono due alternative o sono masochista oppure lui non mi ha fatto niente. È anche vero che è un sogno, però sono abbastanza convinta del fatto che lui non sia il mostro della situazione, ma il supereroe. Lo so sono strana. Lui si avvicina sempre di più e sussurra una parola, che però non ho capito bene.
Dopo che il sogno si è dissolto nel nulla mi sono svegliata e me la sono presa con il cuscino perché sono frustata. Possibile che non mi ricordo niente di niente. Non è giusto, perché a me, perché sono così sfigata, cazzo!! In questo momento sto prendendo il cuscino e lo sto sbattendo contro il letto, però visto che mi sono stufata e il letto lo devo rifare io e lo sto disfando manco ci fosse stato un uragano, ora lo sto sbattendo contro il muro.
M:< Buongiorno Adeline, ti ho portato la colazione a letto >
Io smetto di sfogarmi sul cuscino e spalanco gli occhi sorpresa e poi prendo il tavolino della colazione che ho sotto il letto e Madeline mi mette la tazza fumante di cioccolata calda, i pancake con nutella e la spremuta d'arancia sopra.
A:< Non pensavo che avresti mai preso la scritta sui miei cuscini sul serio >
Ho il letto matrimoniale.
Premessa la scritta dice: CERCASI VOLONTARIO PER PORTARE LA COLAZIONE A LETTO.
M:< Volevo essere gentile con la mia adorata e piccola sorellina >
A:< Allora grazie > dico con la bocca piena.
Visto che non dice niente e continua a stare sulla porta le dico:
A:< Vuoi favorire anche tu? >
M:< Pensavo non me l'avessi mai chiesto >
Sparisce un attimo dietro la porta e riappare con il suo tavolino della colazione con sopra caffè, biscotti e un bicchierino di acqua. Si mette accanto a me.
M:< Mi mancava questo. Io e te vicine a fare colazione. Tu non ti ricordi ma ultimamente noi non andavamo molto d'accordo, quindi eravamo separate sempre, praticamente non ci vedevamo mai >
A:< Ah, perché? >
M:< Incomprensioni varie >
A:< Capisco >
Non mi convinceva granché, sentivo che non mi diceva tutto. Ero convinta che ci fosse un significato più profondo e oscuro, ma non volevo rovinare questo momento. È vero, sono molto curiosa di sapere, voglio riavere ciò che ho perduto, ma è anche vero che preferisco passare una bellissima giornata.
M:< Allora dove vuoi andare oggi? >
A:< Non lo so, aspetta che ci penso >
Dove voglio andare? Vediamo a... Dyer Brook.
A:< A Dyer Brook >
M:< Va bene, perché proprio lì? >
Già perché proprio lì. Non lo so. Mi è venuto da dentro di me. Magari in quella città potrei ritrovare un mio ricordo. Magari ci sono andata ultimamente.
A:< Così, ho sentito dire che ci sono dei bei negozzi >
Mi viene un flash. Nella mia mente vado l'immagine chiara di un vestito nero lungo, con gli strappi ai lati della gonna e ricordo una voce maschile che mi dice "sei fantastica". Ma chi è questo ragazzo? Devo scoprirlo assolutamente.
M:< Allora adesso ci andiamo a preparare, meglio fare una doccia entrambe e poi ci vestiamo e partiamo, ti va bene? >
A:< Certo, c'è solo un problema. Ok che abbiamo due bagni, ma se facciamo la doccia insieme ci rubiamo l'acqua a vicenda, quindi chi fa la doccia per prima? >
M:< A chi apre prima l'acqua? > mi chiede con uno sguardo di sfida e un piccolo sorriso furbo.
A:< Ci sto > dico io togliendomi il tavolino dalle gambe.
M:< uno >
Ci alziamo entrambe.
A:< Due >
Sono pronta a togliermi il pigiama.
M:< Tre >
Madeline si fionda in camera sua e io mi spoglio meglio di Flash. Mi butto in bagno, non perdo nemmeno tempo a mettere la musica e mi metto dentro la doccia. Sto per aprire l'acqua quando sento mia sorella urlare. Lo so che sta fingendo per arrivare prima. Oddio e invece non stesse fingendo, se gli fosse successo qualcosa?
Mi metto l'accappatoio e vado subito da lei e la trovo in doccia mentre si lava. Accidenti mi ha fregata.
M:< Scusa sorellina l'acqua era bollente, non volevo farti spaventare >
Si certo.
A:< Questo si chiama imbrogliare >
M:< No questo si chiama avere un corpo ed essere sensibili al calore. Mi sono bruciata la schiena >
A:< Per questa volta te la do buona >
Torno in camera mia e aspetto che lei abbia finito.
Dopo un'ora circa siamo fuori di casa. Saliamo in macchina e partiamo.
Arrivate a Dyer Brook entriamo in molti negozi e compriamo di tutto: magliette, felpe, giacche di pelle, pantaloncini, jeans, anelli, collane, borse e vestiti eleganti. Madeline dice che ho bisogno di molti vestiti da sera per il ballo di fine anno. Ma non so nemmeno se ci andrò, figuriamocu se so che vestito mettere. Nessuno mi inviterà.
M:< Mancano le scarpe >
A:< Pure? >
M:< Certo, come vuoi andare al ballo? A piedi nudi? >
A:< Non sarebbe una cattiva idea >
M:< Dai sbrigati, conosco un bel negozio di scarpe qui vicino >
A:< È vicino vicino? >
M:< Cinque minuti a piedi >
A:< I tuoi cinque minuti diventeranno quindici >
M:< Cammina a basta >
A:< Allora lo ammetti che ho ragione >
M:< Non ho ammesso proprio niente >
A:< Tantomeno negato >
Mi guarda con un'espressione che non accetta repliche.
A:< Ok andiamo >
Per strada, mentre guardo i negozi che passiamo ne vedo uno che mi ricorda qualcosa. Il negozio si chiama Angel. Angelo. Appena lo leggo mi viene un mente un nome: Nicholas. E anche la parola che mi ha detto il ragazzo del sogno. Era proprio "angelo".

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