Capitolo 34

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Finalmente sono finite le lezioni e sento il suono angelico della campanella. Alleluia. Naturalmente devo tornare a casa a piedi, Jeneviev si incontra con Richard, che fortuna che ha, è fidanzata. Non devo pensarci altrimenti mi deprimo da morire. Pensiamo a quello che ho: una sorella meravigliosa, una migliore amica un po' sbadata, ho un bel carattere dato che ho spaventato la rompipalle della scuola. Cosa protrei volere di meglio? Che nessuno dica la parola ragazzo o fidanzato, chiaro? Perfetto.
Vediamo. Che strada potrei fare? A pensarci bene però potrei fare una passeggiata, tanto Madeline non tornerà prima di stasera. L'unica cosa è che non deve scoprire che sono andata a scuola, mi ucciderebbe. Beh se arrivasse prima mi chiamerebbe. Spero. Va beh non ci pensiamo, altrimenti rischio di farmi mille problemi per niente, non voglio diventare paranoica.
Ho deciso faccio una piccola deviazione. Dove vado però? Passo sotto casa di Jeneviev. Non chiedetemi perché ma voglio andare lì, più precisamente nella casa a fianco dove io e la mia migliore amica da piccole entravamo nel giardino e giocavamo. Tranquilli, la casa era deserta. Lo sarà ancora adesso. Ci sono delle voci su quella casa, ci sono i fantasmi. Ovviamente non è vero. È solo un modo per tenere lontane le persone indesiderate, tipo delle bambine troppo giocherellone. Ops, colpa nostra.
Mi avvio verso la casa della mia amica sbadata e vedo davanti al cancello della casa abbandonata due ragazzi alti, tanto per cambiare, quando mai io incontro ragazzi nani? Mai ecco quando.
Mi avvicino a loro.
Ge:< Ti sei persa tesoro? >
B:< Non capisci? È quella che ha perso la memoria >
Splendido lo sa già tutta la città del mio problemino.
Ge:< Se sei quella ragazza devi andartene >
B:< Anche subito >
N:< Non siate così sgarbati con lei. Baltazar, Gedriel potete andare a fare un giro >
B:< Non la trovo una bella idea >
N:< Non mi interessa, sono io responsabile delle mie azioni, ok? Non vi metto in mezzo se succede qualcosa, dovreste saperlo >
Ge:< Lo sappiamo, ma non vogliamo che ci siano vittime >
N:< Farò del mio meglio ragazzi >
Detto questo fa un gesto per congedarli, loro se ne vanno.
A:< Io non parlo con gli sconosciuti, specialmente quelli che fanno dei giochi di parole >
N:< Allora è una fortuna che non sono uno sconosciuto, ti pare? >
A:< Siamo di fronte a un grosso dilemma allora, io non ti ho mai visto e non dimentico una faccia >
N:< Come fai a dirlo se non mi hai ancora visto in faccia? >
Accidenti ha ragione.
A:< È un modo di dire e poi non è mica colpa mia se non ti fai vedere >
N:< Fidati è meglio così, probabilmente riporterei a galla dei ricordi che è meglio tenere sepolti >
A:< Ti ho incontrato in questi ultimi mesi, vero? >
N:< Sei sempre stata svegglia, per questo ti amavo >
Non vedo il suo viso, ma sento che sta sorridendo. Aspettate, ha detto che mi amava? Non ci credo ho dimenticato il ragazzo dei miei sogni e me lo sono scordata, non ci credo. Mondo crudele vai a quel paese.
A:< Qual'è il tuo nome? >
N:< È meglio se resto nell'inioto per adesso, come ho già detto non voglio che ricordi cose brutte >
A:< Come posso ricordare cose brutte con te se mi ami e io ti amo >
Mi porto la mano alla bocca. Ok, chi ha parlato? Io non sono stata. Cioè sono stata io ma non so quello che ho detto. Wow parole istintive. Questo vuol dire che i ricordi ci sono, ho solo bisogno di qualcosa che li inneschi.
A:< Io devo ricordare >
N:< No, tu vuoi ricordare, non devi. Fidati di me, se sapessi non lo vorresti davvero >
A:< Invece si, ne ho bisogno, non posso essermi dimenticata di te. E poi non deve essere tanto terribile no? Voglio dire non è scoppiata la terza guerra mondiale giusto? >
N:< Ci siamo andati vicino >
A:< Non ci credo, e anche se fosse è un capitolo della mia vita, non posso cancellarlo solo perché è successo qualcosa di brutto. Non ho cancellato nemmeno la morte dei miei genitori, cioè l'immagine dei loro cadaveri sul pavimento del salotto mentre la casa andava in fiamme e il sangue ovunque. Non so nemmeno come ho fatto a salvarmi, o come abbia fatto a salvarsi mia sorella maggiore >
N:< Chi lo sa? Magari è stato il tuo angelo custode >
Alla parola "angelo" il mio cuore salta un battito. Strano è la stessa voce che mi rimbomba nella testa da quattro giorni che dice appunto "angelo".
A:< Ripeti la parola angelo >
N:< Sei sicura di stare bene Angelo >
Rimango un attimo in silenzio per elaborare la cosa e sperare di non fare figure di merda. Questo però sarebbe impossibile, è la mia specialità.
N:< Angelo? >
A:< Non ci credo >
N:< Cosa? >
A:< Sei tu. Sei tu il ragazzo del mio sogno. Tu hai tutte le risposte, non è vero? >
N:< Di che sogno parli? >
A:< Sogno te in un giardino e io seduta su un'altalena, non scappo mentre tu ti avvicini a me e mi chiami Angelo. Ti sei fregato da solo chiamandomi così, Nicholas >
Alza di scatti la testa e viene verso di me. Non è arrabbiato, ma nemmeno al settimo cielo. È combattuto tra felicità e delusione.
N:< Non dovevi ricordare, cazzo. Ho sbagliato io. Non farò più lo stesso errore >
Ora è troppo vicino. A momenti i nostri nasi si toccano.
A:< Ehi, va bene che forse siamo stati insieme, ma finché non mi racconti tutto e non mi fai tornare i ricordi che ho perso distanza ok? >
N:< Stai arrossendo, come la prima volta >
Sorride, probabilmente per il ricordo. Peccato che io non lo rammento.
N:< Mi dispiace ma non devi ricordare >
A:< Col cavolo che lo fai questa volta >
Gli tiro una ginocchiata nelle parti basse. Lui si distrae un attimo, ma non ha l'effetto sperato.
N:< Per fortuna non sento dolore >
Ma vaffanculo di cuore.
Idea idea, vieni subito.
Mi guardo in torno e l'unica cosa che vedo è il cestino dell'immondizia e un vaso di fiori. Vada per il vaso.
N:< Non farlo Angelo >
A:< Spiacente, ma questa volta non mi cancelli la memoria >
Corro verso il vaso di fiori, lo prendo a lo spacco in testa a Nicholas.
Scusa Jeneviev, un giorno ti spiegherò perché ho dovuto farlo e te lo ripagherò.
Questa volta il mio amore cade a terra privo di sensi. Non sentirà dolore, ma almeno sviene per un forte colpo alla testa.
Dopo essermi assicurata che fosse vivo corro a casa e mi chiudo in camera.

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