Capitolo 10

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Alla fine delle due ore vado da Nicholas.
A:< Il Padre nostro? Davvero? >
N:< Di che stai parlando? >
Rimango a bocca aperta.
A:< Sul serio siamo in questa fase? >
Sorride.
N:< Te l'ho detto, ti dirò tutto quando sarai pronta >
A:< E quando sarò pronta, sentiamo? >
N:< Ti farò sapere >
Incrocio le braccia.
N:< Sei così carina quando ti arrabbi > Mi accarezza la guancia.
A:< Non attacca proprio >
In realtà per un nano secondo mi aveva distratta, ma ero troppo interessata e troppo curiosa di sapere. Giuro che scoprirò tutto su Nicholas.
N:< Peccato, dai andiamo a sederci >
Ci andiamo e non parliamo più per tutte le ore scolastiche.
Quando arrivo a casa vedo mia sorella.
M:< Ciao sorellina, com'è andata oggi? >
A:< Da quando ti interessi a me. Sei stanca per caso? Forse sovrapponi la faccia del tuo ragazzo Jason alla mia >
Vado in camera mia e sbatto la porta.
Sento bussare.
M:< Senti sono tua sorella maggiore, è mio dovere sapere cosa fai >
A:< Non ti preoccupare di questo, te ne sei fregata altamente per tutto questo tempo, perché cominciare adesso? >
M:< È complicato, ma lascia che io mi occupi di te >
A:< Sono così stanca oggi di sentire "è complicato" o "non sei ancora pronta" cosa pensate, che io sia una bambina? Ho diciassette anni, riesco a capire tutto. HO APERTO GLI OCCHI DA QUANDO SONO MORTI MAMMA E PAPÀ > sull'ultima frase alzo il tono della voce per mascherare il fatto che mi stanno scendendo lascrime sulle guance. È sempre stato il mio forte mascherare la tristezza con la rabbia.
M:< CREDI DI ESSERE L'UNICA AD AVER SOFFERTO? > sta perdendo la pazienza anche lei adesso.
A:< SI, MI SONO SEMPRE SENTITA SOLA, C'ERA SOLO JENEVIEV AL MIO FIANCO, TU ERI SEMPRE CHISSÀ DOVE E NON TI HO MAI VISTA PIANGERE, NON SEI NEMMENO VENUTA AL FUNERALE. DELLA FAMIGLIA C'ERO SOLO IO, AVEVO 5 ANNI >
M:< SENTI LASCIA PERDERE >
Detto questo se ne va, sento anche la porta dell'uscita sbattere.
Come osava urlarmi contro? Proprio lei che non mi è mai stata accanto, non ha nessun diritto di fare così.
Passo la giornata a fare i compiti e quando arriva la sera sento il campanello suonare. Vado ad aprire. Sulla porta c'era Jason.
J:< Ehi ciao, Madeline è in casa? >
A:< No è in giro da qualche parte, abbiamo litigato, altro? >
J:< No >
A:< Bene >
Chiudo la porta, forse troppo violentemente e me ne vado in camera mia.
Prendo un libro a caso e inizio a leggere, non avevo sonno, non avevo voglia di guardare la televisione e non avevo fame. L'unica cosa che volevo fare, almeno in parte, era leggere uno dei miei libri, in cui mi rifugio e non penso alla realtà, ma solo a ciò che c'è scritto. Adoro leggere.
Dopo qualche ora mi viene sonno e vado a dormire.
Ovviamente faccio uno dei miei sogni strani. Sono nel 1492. Più precisamente il 17 settembre. Vedo tutti i marinai agitati e Colombo, insieme alla principessa che guardano una bussola. Ma certo, in quel giorno c'era stato il fenomeno della declinazione magnetica, cioè la bussola indicava il polo magnetico distaccandosi sempre più dal nord geografico, col rischio di allontanare le navi dalla loro rotta. In sostanza tutti erano spaventati da questo perché non conoscevano il fenomeno. La scena si spostò più avanti, al 6 ottobre. Sono nella cabina di Colombo che parla.
C:< 3652 miglia, com'è possibile? Sono cento in più rispetto ai miei calcoli >
Continuava a fare avanti e indietro pensieroso.
La scena si sposta al giorno dopo, 7 ottobre. Sono all'aperto, sulla Pinta. Vedo degli uccelli volare sopra la mia testa, ma non solo io me ne accorgo, anche Colombo.
C:< Cambiare rotta. Si va verso sud-ovest. > dove stavano andando gli uccelli, possibile segnale di terra.
Chiudo gli occhi per un secondo e mi ritrovo al 10 ottobre. Qui Colombo fece un discorso.
C:< Se entro tre o quattro giorni le vedette non scorteranno alcuna terra le caravelle, la nostra compresa, torneranno a casa. >
Mi ritrovo catapultata nel giorno dopo, 11 ottobre. Un marinaio pesca degli oggetti dal mare, tra cui un giunco, un bastone e un fiore fresco. Allora il marinaio gridò:< CI DOVREMMO ESSERE QUASI >
Aveva ragione, perché secondo le mie conoscenze il 12 ottobre Rodrigo de Triana, a bordo della Pinta, distinse la costa.
Mi svegliai a causa della sveglia. Che sogno davvero strano.
La giornata passò liscia e veloce, niente di nuovo. Quando arrivò la notte mi addormentai e feci un altro sogno. Ero nel 13 gennaio 1493. Ero su un prato, non più sulla nave. Vedevo marinai e indigeni che combattevano. Vedevo un sacco di persone che si scagliavano l'uno sull'altro. Per fortuna nessuno venne ucciso, c'erano solamente alcuni feriti e basta.
C:< Fra tre giorni, il 16, all'alba torneremo indietro. > disse Colombo.
In quel momento vidi Nicholas che si trovava alle spalle dell'ammiraglio.
Il terzo sogno che feci la terza notte fu quello dei viaggi. In questo io non ero su una nave o sulla terra, ma guardavo la scena dall'alto.
Vidi 17 navi e un equipaggio di circa 1200 uomini, tra cui Nicholas. Non era possibile, cosa poteva farci lì? Ora popolava anche i miei sogni. Questo era il secondo viaggio fatto il 25 settembre 1493.
Ad un certo punto si fece tutto appannato.
C'erano sei navi in mare che si divisero: tre proseguirono con Colombo, mentre le restanti proseguirono per le rotte verso Dominica. Questo avvenne il 30 maggio 1498.
Si annebbio la vista e in mare questa volta c'erano solo quattro navi. Se non erro questo era il quarto viaggio e le navi erano la Santiago, la Gallega, la Vizcaina e ovviamente la Nina, che nel secondo viaggio venne ribattezzata come Santa Clara. Se la memoria non mi inganna non comandava più Colombo, ma Bartolomeo Fieschi. Mi avvicino alle navi e vedo Nicholas. Aveva addosso la divisa di Colombo, era lui l'ammiraglio non Fieschi. Mi svegliai di colpo.

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