Capitolo 13

35 4 0
                                    

Per tutta la giornata me ne sto in camera mia a pensare a cosa mi ha detto la psicologa. Davvero non so chi sono? Non so cosa sono in grado di fare? Non conosco i miei limiti? Ci manca solo che mi dicano che non sono normale e siamo aposto. A parte gli scherzi questa cosa mi ha demoralizzato parecchio, io so solo le cose esterne di me non conosco fino in fondo i miei sentimenti. Almeno so di chi mi sono innamorata. Nicholas, in qualche modo è sempre nei miei pensieri, ma non sempre in modo positivo, a volte mi spaventa, sa più cose su di me di quante ne sappia io, è inquietante.
Arrivata la sera mangio e me ne vado subito in camera a dormire. Ero stremata. Non ce la facevo più.
Mi addormento subito e faccio uno dei miei sogni strani. Non ne facevo da ormai quattro giorni.
Il sogno ovviamente è ambientato nel 1492, primo viaggio di Colombo. Eravamo in un accampamento, si può dire militare, era pieno di tende con i fuocherelli accesi. Era sera. Mi avvicino a una tenda più grande della altre, sarà stata quella dell'ammiraglio. Non faccio in tempo nemmeno a scostare il telo per sbirciare all'interno che una persona esce di soppiatto. Mi passa attraverso ovviamente, certo è il mio sogno ma sembra più un ricordo di qualcun'altro, di cui io non faccio parte. Alzo lo sguardo per vederlo in faccia e naturalmente è Nicholas versione capitano di una nave. Quanto è figo vestito così. È bellissimo anche con maglietta a maniche corte e jeans neri. Aveva i capelli ribelli, era strano non l'avevo mai visto così, è sempre in ordine tutto perfetto, non umano. Aveva anche un'espressione guardinga, stava andando in qualche posto a incontrare qualcuno che non doveva. Si allontana dall'accampamento e va verso il bosco. Camminiamo per non so nemmeno io quanto, un secolo come minimo, e arriviamo ad un prato con un albero, sembrava una quercia, ma non ne sono sicura, non mi intendo molto di botanica. Dopo pochi secondi saltano giù dell'albero delle persone, ricordavano gli indiani. Sono gli indigeni probabilmente. Si riuniscono tutti in torno a Nicholas e si siedono.
< Cosa dobbiamo fare? > domanda uno dei possibili indiani.
< Ovviamente bisogna anticiparli, non è vero Nick? > risponde una figura incappucciata. Dalla voce e dal passo è una donna. Si le ragazze si riconoscono dal passo, perché noi ce l'abbiamo né troppo veloce né troppo lento, normale. Questa tizia si avvicina, troppo a parer mio, a Nicholas. E poi che fantasia chiamarlo solo Nick, non ha proprio la laurea per dare i soprannomi.
Ad un certo punto la ragazza dà un bacio sulla guancia del mio Nicholas. Non ci vedo più dalla rabbia a quel punto mi avvicino a loro.
A:< Ehi tesoro spostati dal mio raga...Quasi ragazzo, chiaro? Brutta gallina che non sei altro >
Si toglie il cappuccio e rimango a bocca aperta. O mio Dio. Non ci posso credere, non è possibile, il destino è crudele. La ragazza è uguale identica a me. Mi viene da piangere.
< Allora lo vuoi fare o no? Vuoi salvarli o preferisci lasciarli al fato? >
Che cosa intende dire? Certo che se arrivo a fare certi sogni il mio subconscio ha qualche problemino. Voglio dire peggio del solito, perché so di non essere tutta in quadro io.
N:< Certo che lo farò principessa, non temere, nessuno morirà per mano dei conquistadores >
Detto questo inizia ad avvicinarsi a ogni persona, partendo dalla principessa, e mettergli l'indice e il medio al centro della fronte. Vedo una luce bianchissima partire dalle dita di Nicholas ed espandersi per due secondi. Poi fa la stessa cosa con gli altri.
N:< Bene ora sapere tutti cosa potete fare, giusto? >
Io no amore mio.
< Certo, ora possiamo pre... >
Mi sveglio di colpo a causa della sveglia.
A:< ACCIDENTI A TE SVEGLIA DEL CAZZO > urlo buttando a terra il telefono.

DreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora