Capitolo 11

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Appena arrivo in classe prendo Jeneviev per il braccio e la porto al bagno del terzo piano, l'unico in cui non c'è mai nessuno. Sinceramente non so perché, probabilmente è per il fatto che è il più sporco di tutti, sembra che il terzo piano non lo calcolino i bidelli.
J:< Ehi che hai Ad? >
A:< Forse sto impazzendo >
J:< Beh è ovvio, stai uscendo con Nicholas, il più figo della scuola, tutti impazzirebbero di gioia al tuo posto >
A:< Peccato che io non stia impazzendo di gioia, ma sto impazzendo nel senso negativo, sto continuando a fare sogni sul 1492 e 1493, e lui è quasi sempre lì >
J:< Senti tesoro è normale sognare il tuo quasi ragazzo ok? Non devi preoccuparti >
A:< Ho sognato anche te e Richard, quando vi siete messi insieme >
Jeneviev spalanca gli occhi incredula.
J:< Prevedi forse il futuro amica mia? >
A:< No, l'ho sognato dopo che è successo >
J:< Ok, ne hai parlato con qualcuno? >
A:< No assolutamente no >
J:< Forse devi parlarne con tua sorella >
A:< Abbiamo appena litigato e poi non capirebbe >
J:< Secondo me devi farlo >
A:< Ci penserò >
Sorride
J:< Brava >
Andiamo in classe, ci sediamo ognuna al proprio banco.
N:< Ciao splendore >
A:< Ciao dolcezza >
N:< Dormito bene >
A:< Alla grande > dico sarcastica. Sapevano tutti che Nicholas scovava le bugie in un secondo, non so come ma riusciva a farlo. Io per questo un po' lo odio, non posso mentirgli che mi smaschera subito, che nervoso.
N:< Avrai dormito bene quanto me >
A:< Anche tu nottataccia? >
N:< Oh no, io non dormo proprio >
A quelle parole rimango scioccata.
A:< Stai scherzando vero? >
N:< Mai stato più serio >
A:< Perché fai così? Mi dici una cosa che non è sotto tutti i punti di vista umano e poi non mi dici chi sei veramente. Comincio a sospettare che tu non ti chiami davvero Nicholas >
N:< Forse si forse no, ripensa ai sogni che stai facendo >
Ok, adesso mi sta spaventando ufficialmente.
A:< Come fai a saperlo? >
N:< Vuoi dire come so che sogni di essere a bordo della Pinta nel 1492? Segreto professionale, per adesso >
Gli faccio una faccia che lascia intendere "ma sei serio?"
Suona la campanella delle lezioni.
N:< È suonata >
A:< Non ti libererai di me tanto facilmente >
N:< Lo spero >
Quanto mi fa venire il nervoso quando fa così. Infatti lo guardo storto e lui mi sorride, mi stava prendendo per il culo ovvio. Ci mancava solo un bel cartello con le luci lampeggianti.
Arrivano le 13.00, finalmente liberi di tornare a casa. Certo, lo sarebbe se fossi stata da sola. Il problema era mia sorella. Entro nella mia tana e indovinate chi mi trovo davanti... Madeline.
M: < Ciao sorellina, Jeneviev mi ha chiamata e mi ha detto che mi devi parlare >
Cavolo Jeneviev, ma i fatti tuoi no?
A:< Non è niente di ché tranquilla >
M:< Adeline >
A:< Sono solamente dei brutti sogni niente di cui preoccuparsi >
M:< Sogni? Che genere? >
A:< Sogno il 1492, la scoperta dell'America >
M:< Wow, che cosa un po' strana continuare a sognare la stessa cosa >
A:< Già >
M:< Se non vuoi parlare con me, potresti andare da una psicologa >
Scoppiò a ridere.
A:< Divertente, non sono pazza >
M:< Se vai da uno psicologo non vuol dire che sei pazza, ma che hai bisogno di parlare con qualcuno, una persona che ti ascolta e ti fa capire di più te stessa >
A:< Ho già Jeneviev >
M:< Non è la stessa cosa, lo psicologo non ti contraddice, ti ascolta e cerca di non influenzati troppo con le sue idee, è utile >
Mi stavo già annoiando, non mi piacciono gli psicologi, li trovo inutili, se davvero il loro lavoro è ascoltare a cosa servono? A niente. Per questo esistono le migliori amiche, a cui puoi raccontare tutto senza paura che il legame si spezzi.
A:< Va bene ci penserò >
Non è vero, non voglio farlo.
M:< Ti prendo un appuntamento con la psicologa qui vicino >
A:< Si si >
Non la stavo più ascoltando, stavo già andando in camera mia.

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