Capitolo 40

10 4 0
                                    

Visto che mi sono addormentata pensando a uno splendido ragazzo lo sogno, e la cosa non mi sorprende. Come mio solito però le immagini del mio subconscio non sono normali, ma questa volta servono davvero a qualcosa.
Mi trovo a scuola, nella mia classe e sorpresa sorpresa sono seduta al posto dell'insegnante alla cattedra. Cosa ci faccio io davanti a tutti? Non è che mi sono comportata male e adesso mi sono beccata il "signorina Allen, forse per lei questo è un ripasso. Allora venga al mio posto e spieghi lei al posto mio, così io mi riposo". Spero proprio di no. Vadiamo intanto che professore c'è. Mi giro verso la mia destra e vedo il professor Mcgiver, quello di greco. Sta passeggiando tra i banchi con la scatola dei telefoni in mano. Aspettate. Ha ritirato i telefoni? Questo vuol dire verifica. E io sono davanti a tutti e isolata. Si vede che è un incubo. Vediamo un po' la tortura. Abbasso gli occhi e guardo il foglio sul tavolo. Le domande sono semplici. Certo se avessi ripassato un minimo ovvio. Peccato che io non l'abbia fatto, perciò sono letteralmente fottuta. Ma perché continuo a farmi tutti questi problemi? Non sta accadendo davvero. Non sono fisicamente in classe, sono nel mio letto, sotto le coperte al calduccio, a casa mia, al sicuro da tutto e senza una verifica sotto gli occhi. Facciamo un bel respiro e rilassiamoci. Ora mi metto comoda sulla sedia e incrocio le braccia, aspettando che arrivi la fine del sogno o almeno dell'ora.
Dopo poco torno nella posizione iniziale, cioè con i gomiti sulla cattedra e gli occhi sulla verifica. Ma che cavolo?
Ad un certo punto inizio a sentire una voce nella mia testa, all'inizio non la riconosco ma poi capisco a chi appartiene. È quella di Nicholas. Aspetta, la sua voce nella mia testa? Certo che il mio subconscio è proprio strano. Pensandoci bene però ho la sensazione di dejavu. Che sia un mio ricordo dei mesi che non ricordo? Impossibile, Nicholas non potrebbe farlo, non esiste la magia. O forse si.
Spalanco gli occhi ritrovandomi nel letto tutta sudata con la convinzione che sia tutto vero. Che abbia un senso tutta questa storia e che il sogno sia un ricordo.
Sto ricordando tutto, e questa volta caro il mio Nicholas non cancelleria proprio un bel niente. Questo circolo vizioso avrà fine stanotte.
Mi cambio alla velocità della luce, mi metto una giacca e mi precipito fuori.
Dato che non ho la patente e nemmeno il motorino dovrò andare a casa dell'angelo di turno alla vecchia maniera: correndo.
Circa a metà strada le mie gambe iniziano a cedere e i miei organi chiedono pietà, ma io continuo a correre senza dare a queste cose troppa importanza, l'unica cosa che conta ora è affrontare il mio ragazzo e chiarire. Spero almeno di trovarlo, altrimenti ho fatto una corsa della madonna per niente.
Arrivata al cancello della casa di Nicholas suono il campanello una, due, tre volte. Non ricevo nessuna risposta.
Allora cerco di scavalcare il cancello, senza molto successo dato che non so dove mettere i piedi. Non sono nemmeno molto elastica quindi il mio piano va all'aria.
Sto per andarmene quando sento dei passi, forse è lui.
Guardo verso l'origine del rumore e lo vedo. Bellissimo come sempre, anche tutto spettinato e mezzo stanco. Con gli occhi arrossati e le nocche distrutte. Ha pianto e preso a pugni qualcosa o magari qualcuno.
Mi avvicino verso di lui.
Il biondo alza lo sguardo e mi guarda scioccato.
N:< Che ci fai qui a quest'ora? >
Io lo guardo dritto negli occhi e rispondo senza lasciar trasparire alcuna emozione:< Mi ricordo tutto Nicholas >

DreamDove le storie prendono vita. Scoprilo ora