Capitolo 9

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Mentre dormivo ho fatto un sogno davvero strano. Ho sognato la mia migliore amica Jeneviev che parlava con Richard a casa di lei. La cosa strana è che sembrava un sacco reale. Ora vi spiego meglio. Praticamente Jeneviev era a casa sua che stava guardando la televisione, ad un certo punto qualcuno suona il campanello. Lei va ad aprire e si trova davanti Richard. Iniziano a parlare di cose stupide, per esempio del tempo, della scuola, di me e Nicholas, insomma cose non rilevanti. Poi Richard mette una mano sulla fronte della mia migliore amica e in qualche modo a me sconosciuto lei sviene. Non chiedetemi il perché, non lo so. E niente quando stavo per saperne di più suona quella dannata sveglia, che io odio a morte, come tutti gli studenti che devono alzarsi presto con una sveglia. Quando arrivo a scuola Jeneviev mi corre incontro super eccitata.
A:< Ehi che hai? Perché sei così su di giri? >
J:< Indovina indovina indovina >
A:< Hai assunto più stupefacenti del solito? A no aspetta tu di solito non prendi droghe sei fatta già di tuo, come me d'altronde, siamo nate per essere migliori amiche. Comunque cosa è successo, non lasciarmi sulle spine. Dimmi dimmi dimmi >
J:< Richard e io stiamo insieme >
Rimango allibita, come poteva essere successo?
A:< Wow sono molto felice per te > la faccio un sorriso un po' forzato.
A:< Come è successo e quando? >
J:< Ieri a casa mia. Lui è arrivato ci siamo messi a parlare e mi ha chiesto se potevamo metterci insieme > dice eccitatissima.
A:< Così su due piedi? >
J:< Sì >
A:< Non lo trovi un po' strano? >
J:< Assolutamente no, anzi è un sogno che si realizza >
Alla parola sogno mi viene in mente il mio di sogno.
A:< Aspetta, sei per caso svenuta? >
J:< Si, come fai a saperlo? >
Suona la campanella delle lezioni.
A:< È suonata andiamo, non vorrai fare tardi vero? >
Mi avvio verso la classe.
Jeneviev mi raggiunge.
J:< Non credere di cavartela così amica mia, ne riparleremo >
Faccio un sorriso ebete.
A:< Certo amore mio >
< Chi sarebbe "amore mio"? >
Mi volto e vedo Nicholas.
A:< Oddio non ti ho sentito, mi vuoi far prendere un infarto per caso? >
N:< Assolutamente no, altrimenti chi renderà queste giornate noiose in radiose? >
Arrossisco un po'. Non sapevo cosa dire.
N:< Allora? >
Faccio un espressione che lascia intendere un punto interrogativo grosso come una casa.
N:< "amore mio" ti ricordi? >
A:< Ah è Jeneviev >
N:< Meno male, pensavo ci fosse un altro ragazzo nei tuoi pensieri apparte me >
A:< Eri forse geloso? > lo guardo con uno sguardo di sfida.
N:< Forse >
A:< Lo sai che ti odio quando rispondi in modo evasivo? >
N:< Se è solo questo che odi di me siamo fatti l'uno per l'altra > sfodera il suo miglior sorriso.
A:< Andiamo a sederci va, Principe Azzurro >
N:< Ok >
Ci andiamo a sedere al nostro banco.
Arriva il prof Mcgiver.
Tutti si alzano e dicono in coro:< Buongiorno prof >
Prof:< Buongiorno ragazzi, sedetevi pure >
Tutti ci sediamo.
Prof:< Oggi facciamo una verifica per vedere se durante la vacanza avete studiato come vi avevo consigliato, prendere solo una penna scrivete pure sul foglio che vi do >
A:< Cosa? Ma prof ci dobbiamo tutti ancora riprendere dal trauma dell'inizio della scuola e lei ci fa fare già una verifica? >
Prof:< Proprio così signorina Allen, anzi venga avanti qui alla cattedra, così potrò tenerla d'occhio meglio >
Prendo la penna e mi avvio verso la cattedra.
Sento una voce <Ottima mossa Angelo>. Mi giro ma nessuno aveva parlato. Mi siedo alla cattedra. Molto probabilmente me la sono immaginata quella voce, non volevo assolutamente prendere in considerazione la possibilità che qualcuno mi avesse parlato nella mente davvero. Impossibile, sto impazzendo.
Il professore ci consegna il foglio della verifica.
Prof:< Bene ragazzi cellulari sul banco e potete iniziare, avete due ore. Buon lavoro >
Si "buon lavoro". Il prof ci sta prendendo per il culo, ovviamente nessuno ha studiato durante la vacanze, prenderemo tutti 1 se ci va bene.
Guardo la verifica, tutte domande aperte, accidenti, e adesso che faccio? Non posso lasciare la verifica in bianco. Temo però che succederà.
Mi stavo già arrendendo quando sento di nuovo una voce.
< Oh Angelo sei messa male, credo che greco non sia la tua materia preferita. Visto che per le prime 2 domande bisogna rispondere in italiano posso aiutarti facilmente, ma per la traduzione di un testo a piacere dovremo impegnarci entrambi ok? Se hai capito fai si con la testa >
Faccio si con la testa, aspetta un attimo, era la voce di Nicholas. Come poteva farlo?
< Allora nella prima metti:
•cinque casi: nominativo, genitivo, dativo, accusativo e vocativo;
•tre generi: maschile, femminile e neutro;
•tre numeri: singolare, duale e plurale.
Nella seconda:
•tre persone: prima, seconda e terza;
•tre numeri: singolare, duale e plurale;
•modi: indicativo, imperativo, congiuntivo, ottativo, infinito e participio;
•tempi: presente, imperfetto, aoristo, futuro, perfetto ( passato prossimo e passato remoto ), piuccheperfetto ( trapassato prossimo ) a futuro perfetto;
•tre diatesi: attiva, media e passiva.
Hai scritto tutto? >
Faccio si con la testa piano.
< Ora arriva la parte difficile. Ora devi aprire completamente la mente a me, così ti farò vedere un testo scritto in greco antico >
Segui il suo consiglio e libero la mente da tutto e lascio entrare un testo che si imprime in testa.
Il testo è:
Il Padre Nostro
Πάτερ ἡμῶν ὁ ἐν τοῖς οὐρανοῖς
ἁγιασθήτω τὸ ὄνομά σου·ἐλθέτω ἡ βασιλεία σου·γενηθήτω τὸ θέλημά σου,ὡς ἐν οὐρανῷ καὶ ἐπὶ τῆς γῆς·τὸν ἄρτον ἡμῶν τὸν ἐπιούσιον δὸς ἡμῖν σήμερον·καὶ ἄφες ἡμῖν τὰ ὀφελήματα ἡμῶν,ὡς καὶ ἡμεῖς ἀφίεμεν τοῖς ὀφειλέταις ἡμῶν·καὶ μὴ εἰσενέγκῃς ἡμᾶς εἰς πειρασμόν,ἀλλὰ ῥῦσαι ἡμᾶς ἀπὸ τοῦ πονηροῦ.Ὅτι σοῦ ἐστιν ἡ βασιλεία καὶ ἡ δύναμις καὶ ἡ δόξα εἰς τοὺς αἰῶνας·ἀμήν.
Traslitterazione
Páter hēmôn ho-en-tôis ūranôis
haghiasthḗtō tò ónomá-sū;elthétō hē-basilèia-su;genēthétō tò thélēmá-sū,hōs en-ūranô, kài epì tês ghês;tòn árton hēmôn tòn epiúsion dòs hēmîn sémeron;kài áphes hēmîn tà ophelḗmata hēmôn,hōs-kài hēmêis aphíemen tôis opheilétais hēmôn;kài mè eisenénkēs hēmâs eis-peirasmón,allà rhŷsai hēmâs apò tû ponērû.Hóti sû estin hē-basiléia, kài hē-dýnamis, kài hē-dóxa eis-tùs-aiônas;Amḗn.

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