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Il primo giorno di lavoro era concluso, e, come era prevedibile, gli specializzandi erano stati sfruttati per fare anche il turno di guardia della notte. Erano stati divisi un po' per i reparti, e Jimin era stato incastrato nell' unico in cui non voleva mettere piede, cardiochirurgia. Non sapeva il perché, ma l'essere a conoscenza che Jeon Jungkook fosse a pochi passi da lui lo rendeva nervoso. Aveva deciso di dargli una mano, ed infatti per passare il tempo, che sembrava essersi fermato alle 2.35 del mattino, stava sfogliando la sua cartella clinica dietro il bancone dell'accettazione. La lesse con calma ed accuratezza, soffermandosi su tutti i dettagli, come ancora non aveva fatto in quella mattinata. Rimase sorpreso dall' età del ragazzo, era più piccolo di lui di due anni, ed era già in quelle condizioni critiche, e per giunta era stato il suo compleanno fino a qualche ora fa. Era in attesa di un trapianto, ma Jimin sapeva che i tempi per trovare un donatore compatibile erano incredibilmente lunghi, soprattutto quando il paziente era ancora in grado di camminare. Continuò a leggere, e vide una cosa interessante, oltre ad essere nati entrambi nella stessa città, in fondo alla cartella la casella dedicata ai contatti di riferimento era completamente vuota. Nessun numero di genitori, fratelli, o parenti alla lontana, ed il che era particolarmente strano. Aveva qualche problema con la sua famiglia? O semplicemente era un orfano? Doveva saperne di più, assolutamente. Spulciò un altro po' tra i vari esami di controllo dell'ultima settimana, e notò che tutto era nella norma, le analisi del sangue erano buone, l'elettrocardiogramma era accettabile, e questo paradossalmente non era un bene

'' dottore c'è un'emergenza! '' urlò un'infermiera in fondo al corridoio

Jimin chiuse con uno scatto la cartella clinica di Jungkook, ed andò di corsa verso la voce dell'infermiera, cercando di non inciampare. Entrò nella stanza, aveva il fiato corto, e sentiva le pulsazioni fin sopra le orecchie.

Era dannatamente agitato.

Era il suo secondo giorno tecnicamente, e in quel momento era completamente solo, senza l'aiuto di un suo compagno o di un superiore, e non aveva neanche il tempo per chiamare nessuno, doveva agire. Aveva solamente studiato le emergenze fino a quel momento, nulla era accaduto da quando aveva ricevuto il titolo di dottore. L'infermiera continuava ad urlare, anche per lei era il suo primo giorno, facendo rimbombare la sua voce stridula nella piccola stanza. Jimin chiuse gli occhi, cercando di calmarsi. Inspirò ed espirò un paio di volte, estraniandosi da quella situazione di panico che si era creata. Riuscì a tranquillizzarsi, riportando alla mente tutti gli studi utili che aveva fatto in quegli anni, e non appena notò qualcosa di strano sul monitor, urlò

'' è in fibrillazione ventricolare, presto passami le piastre dal carrello delle emergenze! ''

Tirò giù la testata del letto, posizionando il paziente completamente supino, e gli aprì la giacca del pigiama con forza, facendo partire qualche bottone. Afferrò le piastre dalle mani tremanti dell'infermiera, e dopo averle inumidite con il gel, le portò sul petto del paziente

'' carica a 100! '' gridò Jimin

'' carica a 100 fatta dottore ''

'' ok, libera! ''

Il paziente fu sbalzato in avanti dopo aver ricevuto la scossa, gambe e braccia volarono in aria, proprio come nei telefilm di medicina, ma quella era la vita reale, e il monitor continuava a segnare delle anomalie

'' carica a 200! ''

'' 200 dottore ''

'' perfetto, libera! ''

La fronte di Jimin iniziò ad imperlarsi di un sudore freddo, vedendo che il corpo dell'uomo sotto di lui continuava a non reagire a tutto quello che gli stava facendo

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