Jeon Jungkook era debole, sdraiato completamente sul letto, con gli occhi chiusi. Percepiva del movimento intorno a lui, e sentiva delle voci, come un eco in lontananza, che giorno dopo giorno diveniva sempre più nitido.
Sentiva freddo, il gelo del nuovo reparto gli penetrava fin dentro le ossa, specialmente quando le infermiere lo insaponavano e sciacquavano con acqua ghiacciata. Aveva provato a fermarle, ma non vi era riuscito, non era ancora in grado di parlare, era come paralizzato, però era cosciente, nonostante i farmaci lo inducessero ad un apparente stato di sonno, con la mente era presente.
Passarono i giorni, e Jungkook captò delle informazioni fondamentali per il suo benessere non solo fisico, ma anche emotivo. Era stato finalmente operato, e stava procedendo tutto per il meglio, era ricoverato in terapia intensiva, e nessuno poteva andare a trovarlo, quindi per quel motivo Taehyung non era ancora passato. Inoltre aveva sentito dell'incidente di Jimin e Yoongi, ma per fortuna stavano tutti bene.
Giravano strane voci sull'incidente, sembrava avesse avuto un impatto mediatico importante, il ragazzo che gli aveva donato il cuore era il giovane figlio di un imprenditore della compagnia della samsung, ed erano nate insinuazioni e calunnie, che per la sua psiche erano ancora difficili da contemplare e comprendere.
Aprì gli occhi, attendendo che tutto intorno a lui si mettesse a fuoco, ed iniziò a studiare l'ambiente circostante. Accarezzò il soffitto con lo sguardo, perdendosi nell'immensa altezza che lo sovrastava, ma che stranamente lo rassicurava, riusciva finalmente a sentire l'odore della libertà più vicino. Passò in rassegna quanto più poteva del suo corpo, notando le innumerevoli flebo che partivano dal suo collo. Cercò di parlare, ma aveva la bocca impastata, la lingua era intorpidita, e le fauci erano secche, voleva solo bere un sorso d'acqua.
Alzò la mano, sentendo che il corpo reagiva lentamente ad una richiesta tanto semplice, e richiamò l'attenzione delle infermiere, che si precipitarono da lui.
La terapia intensiva era diversa dal suo solito reparto, non c'erano stanze singole, ma vi era un lungo salone in cui i pazienti erano ben visibili agli occhi attenti del personale sanitario
" si è svegliato, dottore venga, presto!"
Jungkook girò lo sguardo, ed attese paziente che il dottore finisse di visitarlo. Le sue membra erano pesanti, voleva alzarsi, camminare, ricominciare a correre, ma tutte le sue fantasie furono fermate dalle parole del medico
" stai alla grande Jungkook, ma avrai bisogno di tempo per riprenderti, ti sei anche svegliato prima del previsto"
" voglio vedere i miei amici" sibilò con fatica
" appena uscirai da qui, te lo prometto"
" mi chiami il dottor Park per favore"
" non è possibile, mi spiace"
" almeno il dottor Jin" continuò Jungkook
" pensa a guarire per adesso, va bene?"
Il dottore si dileguò, lasciando Jungkook sconcertato e preoccupato. L'improvviso silenzio che era calato quando aveva chiesto del suo fidanzato era malsano, era successo sicuramente qualcosa, e nessuno voleva dirglielo.
Le regole della terapia intensiva erano estremamente rigide, non si potevano avere oggetti personali, niente telefono, nemmeno i televisori erano ammessi, tutti quei dispositivi che potevano interferire con le apparecchiature sofisticate.
Le settimane passarono, e Jungkook continuava ad essere solo, con la paura che qualcosa di grave fosse successo. Aveva solo un obiettivo in mente, rimettersi in sesto per poter uscire di lì, e correre a cercare Jimin. Si costrinse perciò ad estenuanti cicli di fisioterapia, dove lavorava il doppio del richiesto, per cercare di tornare in forma il prima possibile
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Love Yourself
FanfictionReparto di cardiochirurgia. Jeon Jungkook, paziente da 5 mesi, in attesa di trapianto cardiaco. Park Jimin, nuovo specializzando del primo anno di chirurgia. ''se non sei in grado di amare te stesso, non potrai mai amare un'altra persona'' !! IN RE...