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Jimin sentiva lo stomaco sottosopra, i visceri si stavano contorcendo dal dolore, non era abituato a bere alcool, figuriamoci a sostenere miscugli di più bevande.

Dopo il primo round a casa, tutti avevano deciso di fare un secondo giro ed uscire, andando a chiudersi in un bar per festeggiare il momento. Stavano assumendo alcolici, provando drink con nomi discutibili, e scherzando sulle sventure che avevano vissuto in ospedale.

Il più piccolo tra i medici si alzò di scatto, lasciando lo sgabello del lungo bancone, ed iniziò a correre verso il bagno, rimettendo tutto quello che aveva in corpo nel primo gabinetto libero.

Odiava vomitare, era una sensazione spregevole, sentire lo stomaco chiudersi e balzare in aria, la gola contrarsi, ed il gusto amaro che si impossessava della bocca.

Jungkook entrò nel bagno, e non riuscì a trattenere una risata nel vedere il suo fidanzato accovacciato per terra, con le braccia che avvolgevano la tazza, come se avesse paura di perderla

" c-cosa c'è di divertente?" chiese prima di ricominciare a vomitare

" non mi immaginavo il nostro primo incontro così"

Jungkook si avvicinò a Jimin, acquattandosi dietro di lui, ed iniziò a massaggiargli la schiena, accarezzandola su e giù, dalla base fin sopra alle scapole

" m-mi dispiace"

" stupido, stavo scherzando"

" lo so che doveva essere diverso"

Jimin riemerse dalle profondità del water, e si mise seduto, poggiando la testa contro la parete del bagno, e fronteggiando lo sguardo tenero di Jungkook

" è esilarante" disse il più piccolo

" cosa?"

" come i ruoli nella vita cambino, ho la vaga impressione che stanotte tu sarai il paziente ed io il dottore"

" non ci contare-"

Jimin non riuscì a terminare la frase che ricominciò a rimettere, sentendo in sottofondo le risate di Jungkook, che investivano tutta la cabina

" usciamo di qui, mi prenderò cura di te"

Jungkook tese la mano a Jimin, che l'afferrò per sollevarsi da terra. Si alzò, sentendo di nuovo lo stomaco fare i capricci, e cercò di trattenere un conato. Il più piccolo cinse la vita del più grande, e lo accompagnò fuori lentamente, rispettando i suoi tempi.

Salutarono gli altri, che erano troppo occupati ad ordinare da bere, ed uscirono dal bar, camminando nella notte fonda e silenziosa.

Erano le quattro del mattino, e la maggior parte della gente era scomparsa, le strade erano abitate esclusivamente da persone ubriache, e da uomini d'affari che avevano cercato una lunga pausa dopo una giornata stressante.

Il tragitto fu breve, fortunatamente avevano scelto il bar più vicino a casa, ed una volta arrivati nel vialetto Jungkook si scostò da Jimin, sentendo il calore che si era creato evaporarsi nell'aria.

Aprì la porta, dopo aver rubato le chiavi dalle tasche dei pantaloni del suo fidanzato, accese le luci, e lo aiutò ad entrare

" camera mia è là " disse

Jungkook prese la mano di Jimin, che sembrava un bambino spaesato, fece intrecciare le loro dita, e lo accompagnò in stanza, passando davanti alla cucina, al bagno, ed entrando nell'ultima porta del piccolo corridoio.

Jimin si tuffò ad angelo nel letto, sbuffando dal piacere nell'entrare a contatto con le lenzuola morbide che vestivano il materasso, e si lasciò sprofondare nei suoi innumerevoli cuscini.

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