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Era passato qualche giorno dall'importante dichiarazione di Jungkook, e Jimin non comprendeva se esserne felice, oppure no. Sapeva che era complicato entrare a medicina, il test d'ingresso sarebbe stato il primo gennaio, ed ormai mancavano a malapena due giorni.

Jungkook era in grado di fare qualsiasi cosa, ma non aveva ancora calcolato adeguatamente tutto quello che avrebbe dovuto affrontare, gli anni di studio che avrebbe dovuto sopportare, e gli esami che avrebbe dovuto superare.

Medicina non era una passeggiata.

Sospirò, e si portò una mano dietro al collo per massaggiarlo, era da alcune notti che non riusciva a prendere sonno, ed il lavoro privo di motivazione lo stavo uccidendo.

Era l'ora di pranzo, e Jimin si trovava dentro una minuscola stanza, a sistemare i referti cartacei degli esami. Era stanco di stare in quella clinica, non aveva più la voglia di andare al lavoro, non stava imparando nulla, e non era più entrato in una camera operatoria.

Sentiva il suo sogno di diventare un neurochirurgo sempre più lontano.

Bussarono alla porta, e Jimin invitò ad entrare il folle che si era recato in quella stanza di propria volontà, il dottore era stato intrappolato ad ordinare il tutto, solo perché stava camminando in quel corridoio per sbaglio

"è permesso?"

"Jin hyung?"

" dio Jimin per trovarti ci ho messo secoli!"

Jin spalancò la porta, ed iniziò a blaterare in modo teatrale, gesticolando, ed agitandosi per la poco luminosità nella minuscola stanza

"ya Jimin! Ti sta proprio bene il magenta!"

Il più grande scoppiò a ridere nel vedere la divisa del più piccolo, che in risposta gli lanciò un'occhiata torva, per mostrare il suo disappunto, anche se sapeva benissimo che quel colore era orribile, e su di lui era come un pugno in un occhio

"posso entrare?"

"certo hyung, se ce la fai"

Jin chiuse la porta alle sue spalle, e prese posto sulla sedia di fronte alla scrivania, invitando Jimin a fare lo stesso. La stanza era decisamente troppo angusta, pochi metri quadrati circondati solo da scatoloni pieni di fogli, nonostante ormai la tecnologia fosse in progresso, era sempre sicuro avere delle copie cartacee, che si rivelavano utili in caso di blackout.

Jimin si accomodò sulla sedia davanti al suo hyung, adagiando dei fogli che non aveva ancora letto sulla scrivania di legno, e lo esortò a parlare

"hai mangiato?"

"non ancora"

"allora puoi ringraziarmi dopo"

Jin tirò fuori dal suo zaino un sacchetto del McDonald, e a Jimin brillarono gli occhi. Sapeva che quello non era cibo salutare, insomma, era un dottore, avrebbe dovuto consigliare uno stile di vita sano, una dieta ricca di frutta e verdura, ma non poteva rinunciare ad un doppio panino pieno di carne fumante.

Ringraziò silenziosamente, mostrando un sorriso a trentadue denti, e scartò il suo piccolo tesoro. Lo azzannò con enfasi, godendosi per qualche istante l'esplosione di sapori nella sua bocca.

Nella stanza vi era esclusivamente silenzio, interrotto soltanto dal masticare di entrambi i dottori. Jimin finì in fretta il panino, per poi afferrare una patatina, ed intingerla nel ketchup. Era felice, il cibo spazzatura era in grado di rallegrare l'animo di una persona, ma sapeva che dietro quel gesto si nascondeva qualcosa, Jin non faceva mai nulla per caso

"che succede hyung?" domandò con la bocca piena

"oggi è il compleanno di Taehyung, stasera faremo una festicciola tra di noi"

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