13

1.1K 126 68
                                    


" e tu.. saresti?"



Jeon Jungkook spalancò la bocca non appena capì che il suo migliore amico non lo aveva riconosciuto. Avevano passato così tanto tempo insieme in quell'ospedale, avevano riso e pianto per troppi mesi, uno di fianco all'altro, e non si erano mai separati. Gli occhi di Jungkook iniziarono ad inumidirsi, il suo cuore cominciò a battere irregolarmente confuso, non capiva se essere felice per la riuscita tecnica dell'intervento, od essere triste, perché Taehyung aveva dimenticato tutte le peripezie che avevano trascorso insieme

" hyung.. hyung sono io! " disse Jungkook avvicinandosi al letto

" perdonami, ma non ti ho mai visto prima "

Jungkook si arrestò di colpo, sentendo una fitta al cuore. Come poteva essere accaduto? Perché il corpo umano era così fragile? Sapeva benissimo che gli interventi al cervello erano tra i più difficili, ma non si sarebbe mai aspettato un risultato del genere.
Tirò su con il naso, e continuò a camminare fino alla sedia di fronte al letto, dove prese posto ed afferrò la mano del suo migliore amico

" hyung riprenditi, non puoi esserti dimenticato di me, ne abbiamo passate troppe insieme "

" non so veramente chi tu sia, e se non esci da qui subito chiamerò le infermiere "

Taehyung scansò maleducatamente la mano di Jungkook dalla sua, e lo invitò ad uscire. Il più piccolo rimase sorpreso da quel gesto, ed iniziò a sentirsi gli occhi pizzicare da delle lacrime che non avrebbe voluto far uscire. Taehyung non solo aveva perso la memoria, ma aveva anche cambiato personalità. Il vero ragazzo dal sorriso quadrato non si sarebbe mai comportato così, avrebbe cercato subito di fare amicizia con qualcuno, avrebbe già cercato di consolarlo, anche se non si ricordava chi era. Jungkook sospirò desolato, perché aveva realizzato che la sua unica possibilità, gli aveva appena chiuso la porta in faccia. La sua mente era già volata lontana, aveva preso in considerazione l'idea di ricominciare da zero, di ricostruire la loro amicizia da capo, ma se quelle erano le fondamenta, non avrebbe mai più ritrovato il suo migliore amico

" infermiere!! "

Le urla di Taehyung risvegliarono Jungkook, che si era perso come suo solito in un mondo di pensieri complicati. Si alzò di scatto, e si girò per vedere che nella stanza avevano fatto irruzione un paio di infermiere, le stesse che aveva spinto poco prima, ma che avevano rispettato il suo spazio. Gli avevano lasciato il tempo necessario per capire da solo la realtà, e per questo non fece storie, ma, prima di uscire, guardò per un ultima volta il suo amico, e disse

" sappi solo che tu mi hai aiutato a vivere per tutto questo tempo Taehyung, ed adesso tocca a me farlo "

Jungkook fece un piccolo inchino con il capo, ed uscì dalla stanza, dove incontrò immediatamente gli occhi lucidi di Jimin. Un immenso senso di rabbia lo pervase, aveva capito finalmente il comportamento rigido del dottore, e non aveva tutti i torti se pensava che non lo avrebbe mai perdonato.

Kim Taehyung era più importante di Park Jimin, l'amicizia batteva quel sentimento stravagante che ancora non si poteva chiamare Amore.

Si fece strada tra le infermiere, che stavano cercando di mettergli un cerotto per fermare il sangue che usciva dal suo braccio, perché aveva bisogno di aria, aveva bisogno di pensare. Non sopportava più tutti quegli sguardi misericordiosi su di lui, si sentiva di nuovo la vittima in un circolo di persone che lo giudicavano spudoratamente. Jeon Jungkook stava ricominciando a tornare quello che era un tempo, e così per cercare di tranquillizzarsi lasciò il reparto di Oncologia, e tornò nel suo piccolo mondo. La sua mente era invasa da pensieri confusi, non sapeva come comportarsi, non era il tipo che si arrendeva facilmente, ma sapere che Taehyung era diventato un ragazzo freddo e cinico non lo aiutava

Love YourselfDove le storie prendono vita. Scoprilo ora