Capitolo 9

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Luis sorride mentre percorre a ritroso i corridoi sotterranei attraversati con la ragazza. Ha una voglia matta di spaccare la testa a Christian, ma non può farlo, visto che darebbero ragione al verde, verrebbe cacciato dalla città e costretto a ritornare a casa... con i due matti. No, decisamente meglio di no. Tra Sasha che lo rimprovera perché passa troppo tempo a parlare con le ragazze e Alan che, dopo due secondi che gli hai detto qualcosa, alza la testa dal suo libro e ti dice confuso "Eh? Hai detto qualcosa Lu?" Luis preferisce di gran lunga sporcarsi le man con il grasso nella centrale e ammirare di nascosto Susan. Si è decisamente meglio rimanere a Ombrax. Perso nei suoi pensieri arriva alla sua postazione dove un Arion sorridente lo aspetta.
-allora l'hai baciata?- si, Arion sapeva della sua super cotta per Susan e non lasciava mai in pace il povero moro.
-no, ma ti sembro pazzo? Si è appena lasciata con Crhistian!  E comunque abbassa la voce che i muri hanno le orecchie-
-veramente qui vedo solo pietre, tubi e grasso, dove sono i muri di cui parli?-
-ARION NON  SCHERZARE CON ME!- gridò il ragazzo lanciando al povero collega una chiave inglese che aveva preso per aggiustare un quadro elettrico.
-e che cavolo Lu! Io sono il vostro fan numero uno, vi vedo benissimo insieme- disse il ragazzo prima di afferrare al volo il cacciavite che gli stava arrivando dritto in fronte.
-quando fai così assomigli a mia madre e mia sorella. "Lu cucciolo mio quando ti decidi a dichiarati a quella bella ragazza? Così potete sposarvi il prima possibile e avere tanti bei pargoli"- Luis aveva iniziato a imitare la madre attegiandosi per rendere più reale l'imitazione.
-"Ingrato di un fratello quando ti decidi a scegliere una di quelle galline, anzi papere che ti vengono dietro? Così ti sposi e sparisci dalla mia vista!"-
-ahahah- rise Arion. Non era una novità che Luis imitasse la sua famiglia. Lo faceva per passare il tempo lì sotto quando tutti gli altri uscivano per farsi una pausa dal lavoro... si certo, come se lavorassero per davvero.
-mi imiti  tuo fratello?- chiese poi il blu tinto mettendosi anche lui a lavorare.
-quale vuoi? Quella dove fa il confuso o dove esprime le sue strane teorie lette sui libri?- rise Luis pensando a quanto era strano il suo fratellino, anzi in quella famiglia erano tutti strani.
-non lo so scegli tu- rispose il ragazzo mettendosi un chiodo in bocca come suo solito. Lo usava per concentrarsi mente lavorava e non distrarsi.
-"qualcuno ha visto il libro che stavo leggendo? L'ho iniziato oggi, mi mancano solo due pagine e voglio sapere come va a finire! L'ho posato solo per andare in bagno, ma quando sono ritornato non era più al suo posto. L'ho cercato per tutta casa ma del libro verde nessuna traccia. Aspettate, ma quel libro non l'ho ancora letto! Al diavolo il libro verde!"- e alla fine scoppiarono a ridere entrambi i ragazzi.
-questa cosa è successa veramente-
-non so proprio come fai ad avere tanta pazienza con i tuoi fratelli, sul serio- disse Arion spostandosi una ciocca blu da davanti gli occhi.
-credimi non lo so nemmeno io. Una volta Alan era così concentrato nella lettura che camminando è finito in un tombino aperto ed è rimasto lo dentro per tutto il giorno! Alcune volte ho l'impressione di essere quello normale in famiglia-
-scusa ma come faceva a leggere senza luce?-
-chi ha gli occhi chiari riesce a vedere benissimo al buio e noi abbiamo tutti gli occhi verdi. E poi quel pazzo non si staccherebbe da un libro che deve leggere nemmeno se la terra stesse per finire!-
Dopo quella breve conversazioni fra i due calò il silenzio per l'arrivo di due loro colleghi che iniziarono a sbuffare per il lavoro che dovevano fare.
Luis li guardò male: non facevano niente dalla mattina alla sera e si lamentavano del lavoro che dovevano svolgere. Per loro esiste la coerenza? Be' forse no.
-ehi Arion ci fai tu il lavoro che non riusciamo a fare oggi? Noi abbiamo assolutamente bisogno di fare una pausa- disse il primo dei due uomini guardando la centralina come se con la sola forza del suo sguardo potesse farla funzionare.
-scusate ma non siete appena tornati? Dovete di nuovo uscire?- chiese il ragazzo alzandosi e iniziando a perdere la pazienza. Arion era sempre stato un tipo paziente. Un tipo di quelli che, se non fermato da qualcuno, è capace di uccidere con una chiave inglese una persona ( cosa realmente accaduta  e che, oltre al fatto che non lavorava mai, lo aveva rinchiuso nella centrale)
-problemi ragazzino? Oh è vero, ti senti male perché non puoi più uscire quando cavolo ti pare. Ahahahah- così dicendo si incamminó seguito dal compagno. Arion stava per saltargli addosso, ma la stretta forte e sicura di Luis glielo impedì.
-Strauss mollami! Devo ucciderlo! Col cavolo che ti faccio tutto il lavoro!- Arion iniziò a strattonare Luis, ma il ragazzo riuscì ad atterrarlo e a farlo calmare.
-ti aiuto io, non ci sono problemi però giurami che non lo minaccerai più di morte. Giuramelo!-
Gli occhi verdi di Luis avevano assunto una tonalità scura, quasi vicina al verde petrolio. Quegli occhi sempre allegri e sereni erano diventati seri e spaventosi, spettrali. Luis era veramente arrabbiato. E non con quei due tizi, si anche con quelli, ma con Arion che attaccava briga senza pensarci.
-lo sai che se uccidi un'altra persona, anche se hai ragione tu, verrai ucciso?-
-si, lo so Lu- sospirò piano il ragazzo chiudendo gli occhi -e si, ti giuro che non uccideró nessuno e cercherò di mantenere la calma- Luis sorrise e porse una mano all'amico per aiutarlo ad alzarsi.
-e poi se tu non ci sei più con chi parlo di Susan? Con i muri?- rise il ragazzo volgendo lo sguardo a destra dove aveva notato un piccolo luccichio.
-ma guarda un po' questo ingrato! Okay i muri avranno le orecchie ma io almeno ti do qualche consiglio, che tu non ascolti,  ma te li do- poi scoppiò a ridere e si rimise in bocca il chiodo che gli era caduto quando aveva cercato di assalire quel tizio.
Non ricevendo risposta da Luis, Arion alzò lo sguardo per vedere se il suo amico era ancora fra i vivi e lo vide ammirare con occhi gioiosi un "coso" grigio luccicante.
-cos'è quel coso? Un coltellino?- chiese avvicinandosi al ragazzo. Più si avvicinava più notava che il "coso" non poteva essere un coltellino.  Era lungo più o meno 14/15 centimetri, il colore argenteo rifletteva la luce fioca delle torce. Era un braccialetto in argento molto semplice, infatti l'unica caratteristica particolare che presentava era l'intrecciatura che percorreva tutta la lunghezza dello stesso.
-è un bracciale, non capisco il perché della tua gioia- disse Arion posizionandosi davanti il corvino.
-perché non è un semplice bracciale- sussurró  lui, continuando a tenere lo sguardo fisso sull'oggetto della loro conversazione.
-invece di aspetto è molto semplice-
-Arion!  Non fare il sarcastico! Questo è un bracciale femminile, sai cosa significa?- chiese il ragazzo alzando finalmente lo sguardo dallo stupido coso.
-vhe qualcuno che lavora qui dentro ha un gusto molto femminile anche se siamo solo uomini?- chiese il blu continuando a non capire la reazione dell'amico.
-no! Che è di Susan!- gridòLuis facendo una piroetta su se stesso (peggio di una ragazza innamorata a detta di Arion).
-come fai ad esserne certo?-
-perché nessuno qui dentro porta dei bracciali e in più è sporco di grasso e Susan è ruzzolata giù sporacandosi di grasso- Luis non riusciva a contenere il suo entusiasmo e aveva iniziato a pulire la parte sporca del bracciale.
-quindi... questo significa che Ulisse porta i bracciali- disse Arion nascondando un sorriso al pensiero della reazione di  Luis a quella frase che non tardò ad arrivare.
-ma cosa capisci? Che Ulisse è pura invenzione! Stiamo parlando di cose più serie dell'Odissea-
-stavo scherzando calmati. Glielo restituirai vero?- chiese poi ammicandogli.
-certo, ma deve essere lei a venire qui. Se ci rimango da solo finisce che inizio a balbettare-
-buono a sapersi Strauss- solo quando Arion finì la frase Luis capì che aveva fatto un grosso errore.
-questi non dovevo dirlo, non dovevo proprio dirlo-

ANGOLO AUTRICE
Oya! 
Scusate il ritardo, ma come vi ho detto non ho più il computer e sono costretta a scrivere dal telefono e io odio scrivere dal telefono!
Inizierò a scrivere i capitoli su un quaderno e poi li ricopieró qui sopra per velocizzare la stesura.
Vi siete accorti del riferimento a Boccaccio?

ALAN: sta parlando di quando mia sorella chiama le ragazze papere che si rifà alla novella delle papere della quarta giornata del Decameron e parla...

AUTRICE: zitto tu che mi stai dando problemi nel disegno!

Comunque spero che il capitolo per quanto corto vi sia piaciuto. Vi lascio e spero di andare più veloce con gli altri capitoli.
Un bacio.
P.S. : lasciate una recensione please.

Antipodes: I due regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora