Capitolo 2

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Elias era appena uscito dalla camera quando, incontrando gli occhi della madre, aveva capito che era successo qualcosa di brutto. Avevano per caso scoperto che era stato lui a mangiare il dolce per la festa degli alberi? O peggio avevano scoperto che non era etero? Perché si sa che a Luxor sono perseguitate le persone omosessuali. La loro presenza non era mai stata tollerata e se trovati venivano uccisi. No, sperava veramente tanto che non l'ho avessero scoperto.
-Caroline ti ha organizzato il matrimonio- disse tutto di un fiato Annabell. Per poco ad Elias non cascava la mascella. Di tutte le cose che si era immaginato non avrebbe mai pensato a un matrimonio combinato.
-perché?- chiese dopo un momento di smarrimento.
-perché visto che sono una donna e non posso governare Luxor passerà nelle tue mani e, visto che hai da poco compiuto 19 anni, ti devi trovare una moglie così da creare i prossimi eredi al trono- disse la donna scimmiottando la voce di Caroline. Caroline era la matrigna di Annabell e aveva sposato il padre della donna quando ella aveva 17 anni. Caroline si era sempre messa in mezzo alle cose che doveva fare Annabell e, diversamente da quanto tutti credevano, era lei a governare e non il marito che era diventato abbastanza vecchio e lasciava fare tutto alla seconda moglie.
-un attimo madre, mi stai dicendo che è già stato deciso tutto?- chiese il ragazzo soffermandosi meglio sulle parole della madre.
-si, la tua futura moglie arriverà a palazzo tra qualche settimana. Quella..- la donna controllò i corridoi prima di continuare la frase -..megera mi ha detto di avvisarti. Credimi nemmeno io sono d'accordo in tutto questo ma non ho nessun potere contro di lei- Elias annuì sconfitto. Non gli piaceva per niente il fatto di doversi sposare. Sapeva che prima o poi gli sarebbe toccato, essendo maschio ed essendo anche il fratello maggiore, ma sperava il più tardi possibile e con una ragazza che conosceva. Non con una sconosciuta.
Elias annuì di nuovo come per confermare di aver capito e fece per rientrare nella sua camera quando si ritrovò stretto nell'abbraccio della madre.
-credimi ho fatto di tutto per far cambiare idea a Caroline, ma non vuole darmi ascolto. Scusa se te lo dico, ma per i miei gusti sei troppo piccolo per governare- Elias non rispose, anzi si godette l'abbraccio della madre che era una della cose rare e belle che accadevano nel castello. Dopo che la madre gli ebbe dato un tenero bacio sulla guancia il ragazzo si incamminò verso la sua stanza cercando di sorridere.
Ma come poteva? Come poteva affrontare Samuel dopo la notizia del matrimonio? Doveva inventarsi qualcosa e alla svelta.
Aprì la porta sfoggiando il suo sorriso migliore e facendo preoccupare ancora di più Elizabeth e Samuel.
-mi hanno scoperto mentre mangiavo la torta per la festa degli alberi. Niente di grave- e dopo che ebbe finito sua sorella iniziò a ridere stendendosi sul letto e asciugandosi le lacrime dagli occhi.
-sei un caso perso El!- gridò poi sorridendo in direzione del ragazzo. Purtroppo, però, non sapeva delle emozioni contrastanti che stavano agendo all'interno del fratello. Elias non voleva farlo, ma doveva, non poteva permettere che facessero del male a Samuel.
-Ely puoi uscire per favore?- chiese infatti alla sorella che lo guardò preoccupata. Poi si alzò e prima di uscire diede un bacio sulla guancia di Samuel e di Elias.
Quando il principe si fu accertato che la sorella fosse fuori dalla portato d'orecchio guardò Samuel negli occhi e sospirò.
-è meglio se non ci vediamo più- disse Elias e sul volto di Samuel apparve un'espressione confusa.
-guarda che non sto scherzando, credo che fra di noi non ci sia più niente. Almeno per me.- disse il principe spiegandosi meglio
-Elias non sto capendo. Perché credi che non ci sia più niente fra noi? Io ti amo. Non è cambiato niente. È successo qualcosa con tua madre?-
-mia madre non centra niente. Sono io che non provo più niente, credevo di essere gay, ma forse non è così. Quindi ti chiedo il favore di andartene e di non farti più vedere da queste parti- l'espressione di Samuel, che fino a quel momento era rimasta confusa, si indurì.
-mi stai per caso dicendo che era tutto uno scherzo?- chiese iniziano ad arrabbiarsi.
-prima di tutto sono il tuo principe e devi rivolgerti a me formalmente e secondo ringraziami di non denunciarti alle guardie del castello. SPARISCI!- e fu dopo quelle parole che Samuel si alzò di scatto dal letto e, con gli occhi che esprimevano tutta la sua rabbia, si incamminò verso la porta della stanza.
-con il vostro gentile invito lascio questa stanza e il castello vostra altezza, spero vivamente di non incrociare più la vostra strada- disse il ragazzo prima di sbattere violentemente la porta alle sue spalle e incamminarsi verso il portone del castello sospeso.
Era arrabbiato, furioso, non solo con Elias che gli aveva rubato il cuore, ma con se stesso che si era fatto abbindolare così facilmente. Durante il tragitto per il portone trovò Elizabeth che stava rientrando da una passeggiata nei giardini sospesi.
-Sam cos'è successo?- chiese la ragazza guardando l'espressione rabbiosa del ragazzo.
-niente di cui preoccuparsi vostra altezza, spero che sarete felice in futuro. Addio- disse prima di varcare il portone ed uscire per l'ultima volta dal castello che da due anni e più conosceva come le sue tasche e nel quale non metterà più piede per il resto della sua vita.
Elizabeth dal canto suo era rimasta interdetta dalla strana reazione del ragazzo che considerava come un fratello. Ma essendo comunque una ragazza molto intelligente fece due più due e corse, per quanto le permetteva il vestito, nella camera del fratello. Arrivata con il fiatone entrò nella stanza senza bussare e si richiuse la porta alle spalle prima di dirigersi incavolata verso il fratello che era comodamente sdraiato sul suo letto.
-si può sapere cosa cavolo hai detto a Sam? È uscito dal castello tutto incavolato e si è rivolto a me come faceva due anni fa prima di diventare il tuo ragazzo- disse la ragazza fulminando il fratello con lo sguardo.
-gli ho solo detto che non provavo più niente per lui e gli ho detto di andarsene dal castello. Si vede che l'attrazione che avevo per i ragazzi è passata- rispose calmo il ragazzo.
-dimmi che non l'hai fatto veramente?- ma non ottenendo risposta del ragazzo continuò -lui ti amava e ti voleva bene. Sai quanto rischiava a venire qui ogni giorno per stare con te? Qualcuno poteva pure sospettare qualcosa! Sai almeno quanti sacrifici ha fatto per te? Sai..-
-basta così. Lo so ed è proprio per questo che sono stato sincero con lui. Non volevo continuare a fingere quando già da due settimane non provavo più niente. E comunque mi sto sentendo con una ragazza e fra qualche settimana sarà qui. Sii gentile con lei e non fare le tue solite scenate.-
-sei orribile e ti odio. Sei uno stronzo senza limiti- gridò la ragazza prima di uscire e sbattere per la seconda volta quella povera porta che non aveva fatto niente di male se non trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Non appena Elias smise di sentire i passi della sorella lanciò un grido disperato tirando un pugno alla parete e facendosi uscire il sangue dalle nocche. Non voleva ferire il ragazzo che amava, ma lo conosceva troppo bene, e gli avesse detto la verità, Samuel avrebbe continuato ad andare al castello per stare con lui nonostante il rischio che correva. Ma Elias non voleva perdere pure lui dopo suo padre. Suo padre che era stato ucciso davanti a lui e alla sorella, quando avevano rispettivamente 6 e 3 anni, perché accusato di essere omosessuale. A nulla erano valse le proteste di Annabel che avrebbe sposato l'uomo dopo pochi mesi. Elias ogni giorno riviveva quella scena, la scena della testa tagliata del padre che cadeva a terra seguita dal corso, e aveva paura, paura che la stessa sorte potesse capitare a Samuel, il suo Samuel. Samuel lo odiava adesso ed era meglio così. Non si sarebbe più avvicinato a lui e ai pericoli di essere scoperto e ucciso. Ad Elias andava bene anche l'essere odiato dalla sorella. Non solo, aveva anche trovato una scusa plausibile per giustificare la presenza della sua futura moglie nelle prossime settimane, doveva solo sperare che la ragazza mantenesse il gioco.
Tirò un altro pugno, questa volta con l'atra mano, al muro al ricordo della faccia sconvolta di Samuel ed iniziarono ad uscirgli le lacrime. Era arrabbiato con se stesso e si doveva sfogare con qualcosa. Prese tutto quello che stava sulla scrivania e lo scaraventò a terra incurante della presenza della matite alle quali si poteva rompere la mina. Prese le tende che coprivano l'enorme finestra e le tirò giù rivelando il tramonto che stava per finire, come la sua felicità con, come unica differenza, il fatto che il solere l'indomani sarebbe sorto, ma la sua felicità non sarebbe più ritornata. Andò dritto verso il comodino per continuare a sfogare la sua rabbia e prese la prima cosa che aveva sotto mano: un blocco da disegno. Stava per strapparlo ma poco dopo si fermò cadendo a peso morto sul letto e stringendosi al petto il blocco. Quello non poteva distruggerlo. Era l'unica cosa che gli era rimasta del padre. Calde lacrime ricominciarono a scendergli negli occhi ma non continuò ad urlare, aveva accettato il suo destino. Infondo era un principe e doveva attenersi ai suoi doveri. Chiuse gli occhi e si addormentò ancora vestito e con il blocco stretto tra le braccia.


--------Angolo Autrice----------
Buonasera Gente. Si lo so avevo detto che aggiornavo o Venerdì o sabato ma oggi ero felice e stanca allo stesso tempo e appena ho iniziato a scrivere il capitolo le parole mi sono venute fuori a fiumi e ho finito il capitolo. ( si lo so sono strana e allora?)
Spero vi sia piaciuto!
Buonasera ancora e alla prossima!

Antipodes: I due regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora