Capitolo 17

116 13 1
                                    


Susan seguì Luis fuori dalla mensa e lontano da occhi indiscreti. Non parlava con il ragazzo da quando lui le aveva restituito il bracciale il giorno dopo che l'aveva perso nella centrale. Okay erano passati solo pochi giorni, quattro e mezzo per la precisione, ma in quei giorni Susan si era sentita strana, come se mancasse una parte di lei. Era davvero cotta di quel bellissimo ragazzo tenebroso. Luis le sorrise e Susan si tranquillizzò, davvero? Bastava solo un suo sorriso per tranquillizzarla? Era proprio cotta. Tanto era persa nei propri pensieri che non si accorse che Luis si era fermato, e gli andò a sbattere contro.
-scusa, ero persa nei miei pensieri e non ho..- ma Susan non riuscì a finire la frase perché le sue labbra erano state catturate da quelle di Luis che la stava baciando dopo averle messo un braccio intorno alla vita. Dopo un primo momento di confusione, e di imbarazzo, Susan rispose al bacio sorridendo e aggrappò con le braccia al collo di Luis. Era felice, felice e sorprese, non pensava che il ragazzo provasse qualcosa per lei, ma era felice di aver fatto mille complotti per scoprire il suo nome e per incontrarlo, che poi lo aveva incontrato per caso mentre stava scappando da Christian. Almeno era servito a qualcosa quel ragazzo.
Luis fu il primo a staccarsi e sorrise alla ragazza poggiando la mano libera sulla sua guancia.
-so che posso sembrarti un po' avventato visto che ci conosciamo da poco, ma tu mi piaci da un bel po' ed ecco..io..- Luis iniziò a grattarsi la testa in imbarazzo -tu mi piaci Susan- disse poi abbassando la testa rosso per l'imbarazzo.
-Stai parlando a quella che ti ha praticamente seguito ovunque? Anche tu mi piaci, altrimenti ti avrei dato uno schiaffo invece di ricambiare il bacio- disse Susan abbracciando il ragazzo che le aveva sorriso.
-quindi stiamo insieme?- chiese dopo un po' Susan guardando con la testa inclinata verso l'alto il bel tenebroso, o meglio il suo bel tenebroso.
-certo- disse il ragazzo poggiando un leggero bacio sulle labbra della ragazza.

*

-ci stanno mettendo troppo- Caleb era ansioso e ogni due secondi si girava verso il corridoio dov'erano spariti i due ragazzi per controllare se stessero ritornando.
-tranquillo staranno facendo qualcosa di sconcio- disse Zake alzando le spalle per nulla preoccupato.
-è proprio di questo che ho paura! Non voglio che quel Luis sia un menefreghista come te che si fa qualunque cosa che gli passa davanti- disse il castano guardando male l'amico.
-ehi! Io non mi faccio tutto quello che mi passa davanti-
-le oche di sicuro te le fai- disse Camille cercando di nascondere tutto il suo risentimento. Possibile che si fosse innamorata di un Don Giovanni del cavolo. Elizabeth dal canto suo ascoltava la conversazione cercando di capire il più possibile. Era sveglia da un'oretta, viveva a Ombrax da un'ora, e voleva conoscere tutto dei suoi nuovi amici.
-gne gne- disse Zake rivolto a Camille un po' risentito, lui lo faceva solo per farla ingelosire, mica gli piacevano veramente quelle oche del cavolo.
-davvero maturo da parte tua rispondere in questo modo Zake- gli disse Caleb prendendo il suo pesso di torta al cocco e cioccolato e addentandone un pezzo.
-quando si parla con dei bambini è l'unica risposta che essi riescono a comprendere-
-quindi sarei una bambina Zake?- Elizabeth guardò i due ragazzi che erano seduti al suo fianco preoccupata. Possibile che stessero veramente per litigare pesantemente? A giudicare dei toni che aveva preso la conversazione si. Guardò Caleb confusa e preoccupata, ma il ragazzo scosse la testa rassegnato come se sapesse come sarebbe andata a finire.
-sai che ti dico Zake? Vai dalle tue galline, almeno non rimani in mezzo ai bambini- gridò Camille prima di alzarsi dal tavolo con la sua porzione di dolce e andarsene a passo spedito dalla mensa.
-lo stavo già facendo, non c'era bisogno del tuo permesso- gridò il biondo prima di alzarsi a sua volta e sparire nella direzione opposta della ragazza. Erano rimasti solo Elizabeth e Caleb.
-fanno davvero sempre così?- chiese la ragazza preoccupata.
-si conoscono da quando avevano due anni e non fanno altro che litigare, ma sono certo che prima o poi uno dei due scoppierà e capiranno la loro immensa stupidità-
-bella la rima-
-grazie. Comunque sia io che Susan siamo stanchi di questa situazione. Camille ha impiegato anni a confidarsi con noi e ho il brutto presentimento che si stia tenendo dentro qualcos'altro. E non deve, si fa solo del male. E Zake non aiuta proprio continuando ad infastidirla così. In realtà un po' è colpa mia visto che gli dissi, cinque anni fa, di provare a farla ingelosire, ma non intendevo mica assecondando quelle oche odiose- il ragazzo poggiò la testa sul tavolo sconsolato.
-non è colpa tua, è lui che ha capito male, e poi se sei innamorato di una persona dovresti fare tutto per non ferirla, non il contrario. A volte si vuole solo fare del bene, ma alla fine facciamo soffrire di più le persone che amiamo- disse la Ragazza iniziando a guardale il vuoto pensierosa. Caleb si accorse del cambiamento d'umore della ragazza e le chiese timoroso:
-è successo qualcosa?-
-mio fratello è un testone. Ha lasciato il suo ragazzo solo perché.. be, sai com'è da me no? Ecco, e lui conoscendo il carattere testardo del suo ragazzo gli ha detto di non amarlo più. È successo il macello credimi. Ha solo ferito la persona che amava di più al mondo-
-ti manca?- le chiese Caleb dopo aver annuito alle parole della ragazza.
-mentirei se ti dicessi di no, ma sono felice di essere fuggita da quel posto. Troppe regole- poi sorrise in direzione del castano. -lasciando stare le cose tristi, c'è qualcosa di bello da fare qui?-
-c'è la biblioteca, la sala ricreativa che sarebbe più un ritrovo per parlare, la sala d'arte e la palestra. Oppure vicino al pozzo si trovano i negozi dove puoi fare tutti gli "acquisti" che vuoi oppure il negozio di Elsa che è una dei due migliori tatuatori di Ombrax- disse il ragazzo sorridendo in direzione della bionda.
-come posso acquistare qualche vestito se sono senza soldi?- chiese la ragazza confusa. Caleb si mise a ridere.
-qui funziona diversamente, diciamo che l'unica cosa che dobbiamo fare è studiare, allenarci e renderci disponibile per lottare in caso di evenienza. Nessuno lavora, e chi lo fa lo fa solo per rendersi utile perché non può più combattere o perché vuole ammazzare il tempo. Non esistono soldi quindi basta solo che chiedi gentilmente se puoi prenderti qualcosa dai negozi-
-non è un po'.. come dire, qualcuno potrebbe approfittarsene- chiese la ragazza sempre più confusa.
-non qui, siamo abituati a questo genere di vita che per noi è normale prenderci solo quello che ci serve veramente. Nel caso dei vestiti se sono ancora messi bene e non ci vanno più li ridiamo tranquillamente indietro e vanno a qualcuno che li vuole- disse il ragazzo sorridendo alla faccia sorpresa della ragazza.
-voi si che siete intelligenti. Comunque mi servono dei vestiti e tu verrai con me- disse poi la ragazza puntando il dito in direzione del castano che sgranò gli occhi sorpreso.
-non fare quella faccia, non conosco questo posto ricìschierei di perdermi, e poi sei l'unico disponibile-
-ma.. mia sorella?- chiese Caleb guardando dietro di se cercando Susan con lo sguardo.
-sa badare a se stessa. Ti prego!- disse la ragazza sfoggiando i suoi occhi a cucciolo che riuscivano sempre a convincere suo fratello. Ma non ebbe l'effetto sperato.
-la faccia da cucciolo con me non funziona, io e mia sorella siamo campioni in ciò, ma ti accompagnerò lo stesso, prima però devi finire di mangiare-
-guarda che ho già finito!- disse la ragazza alzandosi e prendendo il suo vassoio sotto lo sguardo stupito del ragazzo che si alzò a sua volta. Lasciarono i vassoi insieme agli altri e poi si incamminarono verso il pozzo, Caleb leggermente più avanti di Beth per guidarla in quei vicoli a lei sconosciuti.
-organizzate mai qualche festa?- chiese dopo un po' la ragazza.
-si ogni tanto, perché lo chiedi?- chiese il ragazzo curioso.
-per sapere. E bisogna vestirsi in qualche modo in particolare?-
-no, anche se di solito preferiamo vestirci il più eleganti possibili, giusto per farci vedere- disse Caleb sorridendo. Poi lo sguardo del castano si posò su un volantino attaccato alla parete rocciosa. Si avvicinò curioso e scoprì il perché della domanda della ragazza. Era stata organizzata una feste solo per i ragazzi e si sarebbe tenuta fra precisamente tre settimane.
-bene, oltre ai vestiti normali dovremmo trovarti anche un vestito carino per la festa- disse Caleb girandosi in direzione della ragazza che stava cercando di evitare il suo sguardo.
-potevi dirmelo del volantino comunque. Avrei trovato la tua domanda meno strana- Beth sospirò e poi cominciò a camminare con Caleb che ridacchiava affianco a lei. Quando davanti agli occhi della principessa di Luxor apparì la grande sala circolare con il pozzo e i negozietti tutto intorno il suo sguardo si illuminò. Era come se quel luogo raccontasse tutta la storia della città, come se da qual posto si fosse originata tutta Ombrax. Le persone camminavano avanti e indietro spensierate e tranquille, come se lo scontro con Luxor non fosse mai avvenuto.
-è bellissimo- disse in un sussurro che fu percepito da Caleb.
-e non è niente. Devi ancora vedere la biblioteca, la palestra e il burrone. Ombrax è piena di storia che vine trasmessa attraverso la pietra- disse il ragazzo poggiando una mano sulla pietra ruvida della sua città chiudendo gli occhi.
-allora dopo aver finito lo shopping mi accompagnerai in tutti i posti che mi hai citato-
-cosa? Perché io?- chiese il ragazzo confuso.
Perché sei l'unico disponibile in questo momento-

Antipodes: I due regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora