Capitolo 8

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Solo una cosa Annabell voleva capire: perché tutti i figli dei nobili avevano il brutto vizio di sentirsi superiori agli altri?
Il comportamento di quel ragazzo non le era piaciuto per niente, almeno la futura moglie del figlio sembrava essere molto più gentile!
Annabell odiava essere di famiglia nobile e odiava essere anche una principessa. Non solo doveva sempre mostrarsi tranquilla ed educata ma anche accettare pienamente gli ordini dei suoi genitori, qualunque cosa volessero.
Si era opposta duramente contro Caroline per impedirle di organizzare il matrimonio del figlio. Voleva che almeno loro fossero felici della loro vita, ma Caroline era lì per distruggere tutto e impossessarsi del regno di Luxor, per poi invadere Ombrax: Annabel era sicura di quello che pensava. Ed era anche sicura che dietro il malessere del padre ci fosse proprio quella vecchia vacca.
Attraversò i corridoi luminosi del castello per raggiungere la stanza del padre, dove il sovrano della città riposava e cercava di rimettersi in forze per continuare a governare il suo regno. Entrò nella stanza e sospirò di sollievo quando notò l'assenza della matrigna. Si avvicinò piano al letto del padre e si sedette su di esso. Il padre le sorrise piano e la guardò per chiederle cosa volesse.
-perché permetti a quella donna di decidere per te?- chiese la ragazza guardando fuori dalla finestra. -perché mio figlio non può scegliere con chi sposarsi?-
-ha già diciannove anni, deve prendere le redini di questo regno visto che tu non hai un marito e credo che i miei giorni siano contati- rispose lui con la voce roca e prendendo la mano della figlia fra le sue.
-non sono sposata perché il mio ragazzo è stato ucciso davanti agli occhi dei miei figli tre mesi prima del nostro matrimonio- gridò la donna con le lacrime agli occhi. -perché non può fare come avete fatto tu e la mamma? Siete andati contro le regole e vi siete sposati. Perché tuo nipote non può?- le lacrime stavano scavando fossi sulle guance della giovane donna. Il padre non le rispose e lei si sentì offesa nel profondo. Suo padre aveva scelto la tesi della sua matrigna e non la sua, quella della sua unica figlia. Si asciugó velocemente le lacrime e scappò dalla stanza senza nemmeno salutarlo.
Non voleva farsi vedere in quelle condizioni dai figli e quindi decise di rinchiudersi nella sua stanza e scaricare tutte le sue lacrime per non destare sospetti durante il pranzo. Chiuse la porta a chiave per non farsi disturbare dai servitori e si distese sul letto creando un cerchio con i suoi boccoli biondi. Chiuse gli occhi e ci poggió un braccio sospirando. Le mancava da morire il suo ragazzo, ma sapeva che non l'avrebbe rivisto. Alcune volte voleva tornare indietro nel tempo e accettare la proposta del ragazzo e scappare insieme a lui. Perché non aveva colto l'occasione? In quel momento aprì gli occhi e guardò il soffitto candido della sua camera per poi spostare lo sguardo sul comodino dove iniziò a guardare con un sorriso la foto sua e di Ronald. Era una delle poche foto che aveva conservato, forse anche l'unica. Le aveva eliminate quelle foto, le foto che raffiguravano il ragazzo che Caroline aveva ucciso senza pietà solo perché credeva fosse omosessuale. Rivedere il volto di quel ragazzo le metteva tanta angoscia e tristezza. Aveva eliminato quelle foto per non farle vedere ai ragazzi. Non voleva imprimere nelle loro menti il ricordo di quel giorno di 13 anni prima.
Bussarono alla porta e la donna fu costretta ad andare ad aprire visto che sembrava il tocco delicato della figlia, ma quando aprì la porta si ritrovò Caroline con in sorriso finto che le fece montare la rabbia.
-potrei sapere cosa vuole?- chiese poi la donna vedendo che la regina non si decideva a parlare.
-volevo solo assicurarmi che andasse tutto bene cara mia, in questi giorni ti ho vista più stressata del solito-
- va tutto bene, lo stress è dovuto alla sua decisione di far sposare mio figlio. Sa benissimo che non approvo i matrimoni combinati. E poi è mio figlio, dovrei scegliere io cosa è meglio per lui-
-ma io sono la sua nonna, ho molto più potere su di lui e su di te visto che sono più grande di voi. Cara mia, guarda che la decisione è stata presa anche da tuo padre- ad Annabel i nervi iniziavano a non darle ascolto. Voleva tirare un pugno in faccia a quella vipera, ma si costrinse a risponderle pacatamente.
-prima di tutto non sei sua nonna e nemmeno mia madre. Secondo, mio padre sta male e non riesce a ragionare bene su certe questioni. Acconsente solo perché non vuole sentire la gente parlare.- sospirò arrabbiata la donna per poi chiudere la porta in faccia alla matrigna senza darle il tempo di ribattere.

~☆~

Elizabeth entrò nel castello con passo felpato. Non voleva farsi sentire visto che era già ora di pranzo e non aveva affatto voglia di mangiare. Era riuscita ad arrivare davanti la porta della sua camera quando..
-Principessa il pranzo è servito, stanno tutti aspettando voi- la voce di uno dei servitori del castello la fece sospirare e incamminare verso l'enorme sala da pranzo del castello. La sala era la più grande dopo il salone delle feste. Il soffitto ricordava le cattedrali gotiche che si innalzano verso il cielo grazie agli archi ogivali. Il soffitto era riccamente decorato con le immagini delle antiche leggende che parlavano del loro mondo. Elizabeth amava alzare gli occhi sul soffitto mentre mangiava e immaginare storie di cavalieri e principesse, suoi antenati, che combattevano battaglie contro sovrani cattivi che avevano preso il potere con l'inganno. Un'altra caratteristica della sala che ricordava molto le cattedrali Gotiche erano le altissime finestre bifore o trifore che permettevano alla luce di illuminare l'intera sala dalle prime luci dell'alba alle ultime del crepuscolo. La porta che portava alla sala era stata intagliata del legno della quercia più antica della foresta che era crollata 10 anni prima per via di un un fulmine. Si diceva che illegno di quella quercia fosse intriso di magia antica e che chiunque toccasse quel legno con cattive intenzioni ricevesse una scarica elettrica. Il tavolo e le sedie, invece, erano stati ricavati dagli alberi di frassino più vecchi e con il loro colore chiaro tendente al bianco amplificavano la luce proveniente dalle finestre.
La ragazza entrò nella stanza con un sospiro pronta a essere sgridata dalla madre.
-signorina è questa l'ora di presentarsi a pranzo? Chi ti ha insegnato le buone maniere? Un cavallo?- Diversamente da quanto credeva, la sgridata non venne dalla madre ma da Caroline.
Elizabeth si scusò abbassando il capo e sedendosi affianco al fratello e difronte alla ragazza che aveva incontrato quella mattina nel bosco e che si era scusata con lei per il comportamento del fratello. Quando realizzò realmente la presenza delle ragazza per poco non si soffocó con l'acqua che stava bevendo. Per fortuna venne salvata prontamente dal fratello che le diede qualche pacca sulla schiena.
-e lei chi è?- chiese la ragazza acora con la voce roca per la tosse. La madre stava per risponderle ma venne anticipata dal fratello.
-lei è Ginevra la mia ragazza e da oggi vivrà con noi al castello- Elizabeth stabuzzó gli occhi. Come poteva odiare quella ragazza che era stata così gentile con lei quella stessa mattina? Ma si era ripormessa di farlo per Samuel e non poteva venir meno alla promessa.
-io sono Elizabeth sua sorella- disse freddamente, anche se doveva essere ostile nei confronti della ragazza doveva utilizzare le buone maniere.
-Ely!- disse il fratello guardandola con sguardo truce. Elizabeth odiava quando faceva quello sguardo, lo faceva diventare davvero spaventoso.
-cosa vuoi?- chiese la ragazza facendo finta di non aver capito cosa intendesse il ragazzo. Elias dal canto suo sospirò sconsolato e riprese a mangiare, certo che la sorella avesse capito il messaggio.
Lo scambio di sguardi e di parole fra i due fratelli non era passato innoservato: Caroline scrutava ancora i due ragazzi senza capire una virgola di quello che era successo, Ginevra aveva sorriso piano già consapevole del comportamento freddo della ragazza nei suoi confronti e Annabell aveva lasciato la forchetta a mezz'aria cercando di capire cosa avesse inventato il figlio per non dire ad Elizabeth del matrimonio combinato.
-cos'è questo silenzio?- chiese Annabell risvegliandosi dal trance nel quale era caduta e cercando di far andare via la tensione che si era creata nella sala.
Per sua sfortuna nessuno parve darle retta e la donna, sospirando, decise di far cadere l'argomento e concentrarsi sul cibo che aveva nel piatto.
Elias alzò la testa dal suo piatto per fare un piccolo sorriso di scuse a Ginevra la quale rispose con un piccolo cenno della testa per dirgli di non preoccuparsi. Poi Elias spostò lo sguardo sulla sorella che stava infilando con tutta la forza che aveva la carne presente nel suo piatto che aveva "elegantemente" cosparso di aceto balsamico che il bianco del piatto non si vedeva quasi più.


------Angolo Autrice---
Oya gente! Mi dispiace immensamente per il ritardo del capitolo, ma il mio computer sta dando problemi e sono costretta a scrivere sul cellulare che è la cosa più stressante di tutte! (preferire scrivere su un tovagliolo che sul telefono)
Comnque volevo avvisarvi che molto probabilmente i capitolo non avranno quasi più errori visto che prima di pubblicarli li faccio controllare da una mia amica!
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento e vi pregherei (ancora una volta) di lasciare una piccola recensione, giusto per sapere se la storia vi piace e cosa ne pensate.
A presto..

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