Capitolo 14

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Elias non aveva smesso di piangere. Aveva perso sua sorella per una sua distrazione. E come se non bastasse il corpo della ragazza non si trovava. Perché non era rimasta all'interno del palazzo? Stupida ragazza e stupido lui. Bussarono alla porta, ma Elias non aveva voglia di vedere nessuno. La guerra del giorno precedente l'aveva sfinito fisicamente e distrutto internamente.

-El, lo so che ci sei. Devi prepararti fra qualche minuto inizieranno i funerali- era la voce di sua madre, sentiva che anche lei stava male.

-non voglio parteciparci-

-sei il futuro re di Luxor, anche se sei triste e ti stai incolpando della morte di tua sorella, devi partecipare ai funerali. Devi farlo per tua sorella- Elias aprì la porta della stanza per poi abbracciare la madre.

-El stiamo male tutti quanti, ma dobbiamo essere forti per il nostro popolo- la donna baciò la guancia del figlio per poi uscire dalla stanza. Elias chiuse la porta e iniziò a prepararsi.

Prese la camicia marrone e se la infilò lentamente, voleva perdere più tempo possibile. Poi passò ai pantaloni, rigorosamente marroni (come voleva la tradizione di Luxor). La cosa più colorata che Elias aveva indosso in quel momento erano i contorni dorati intorno alla giacca marrone. El si guadò allo specchio, ma più si guardava, più si diceva che il marrone gli stava davvero male. Gli faceva morire il viso, e i capelli biondi non aiutavano. L'ultima volta che aveva assistito a un funerale era stato 13 anni prima, alla morte del padre. Che poi avevano celebrato il funerale solo per nascondere che avevano ucciso il futuro re solo per una stupida e infondata teoria. Elias chiuse gli occhi e sospirò pesantemente prima di aprire la porta e incamminarsi verso la sala delle cerimonie all'aperto. Durante il tragitto incontrò Ginevra con indosso anche lei un vestito marrone.

-non sta bene a nessuno il marrone- disse la ragazza appena incontrò gli occhi azzurri del principe. Lui le sorrise piano porgendole il braccio e lei lo accettò iniziando a incamminarsi a testa bassa verso la sala.

-non sei stato tu El. È colpa di Caroline- sussurrò Ginevra stringendo la presa sul braccio del ragazzo.

-perché dici questo?-

-perché le guardie reali vi hanno attaccato e rispondono solo alla famiglia reale e non ad estranei- attraversarono un corridoi pieno di guardie e poi la ragazza riprese -l'unica persona che le controlla quasi totalmente è Caroline, quindi è colpa di Caroline- Elias sgranò gli occhi al ragionamento della ragazza. Non faceva una piega ed era il più probabile fra tutti. Anche sua madre sospettava di Caroline. Era sempre stata colpa di quella megera.

-come possiamo impedire che accada di nuovo?- chiese Elias preoccupato che Caroline potesse apparire da un momento all'altro.

-assecondala. Falle vedere che sei d'accordo con le sue decisioni. Diventa il suo burattino. Si fiderà di te e ti darà più libertà sapendo che sei sotto il suo controllo- Elias annuì, aveva in mente una mezza idea per ottenere la fiducia della donna.

-mia madre continuerà ad opporsi- disse poi pensieroso – e penserà che la stia tradendo-

-ma tu non la tradirai veramente. Lo farai solo per calmare la Regina- Ginevra sorrise, e poi fece segno di fare silenzio non appena raggiunsero il grande spazio dove erano riuniti la maggior parte dei cittadini di Luxor, compresi i nobili che durante la battaglia erano stati a guardare dai loro palazzi senza intervenire. Era quello che faceva più rabbia a Elias. Come potevano pretendere di assistere alla cerimonia quando non avevano perso niente?

-calma la tua ira- disse Ginny stringendogli il braccio. Elias annuì e sospirando per calmarsi riprese la sua espressione atona.

La cerimonia iniziò e il ragazzo si perse nei suoi pensieri senza seguire la funzione. Le parole del sacerdote arrivavano ottavate ed erano incorniciate dal mormorio della gente che non sapeva stare zitta nemmeno in quell'occasione. Elias ricevette una gomitata da Ginny che gi fece cenno di ascoltare le parole del sacerdote.

Antipodes: I due regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora