Capitolo 16

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Dire che i due ragazzi erano stanchi era un eufemismo. Erano entrambi nella stanza di Elias, il ragazzo seduto scomposto su una poltrona mentre Ginny era stesa supina sul letto.

-giuro che se mi fanno ballare come una pazza il giorno della festa mi tolgo i tacchi e ballo scalza- disse la ragazza poggiando un braccio sugli occhi chiusi.

-sei la futura regina e fidanzata del principe, non puoi fare certe cose- disse il ragazzo ridendo all'affermazione della ragazza.

-Caroline ti prenderebbe in antipatia- mentre i due ridevano sentirono bussare alla porta ed Elias diede il permesso di entrare. La porta si aprì e nella stanza entrò un uomo con al seguito due ragazzi, uno biondo e uno rosso. L'uomo dai capelli castani si inchinò seguito a ruota dai due ragazzi. Elias notò la treccia che avevano gli uomini e dopo i loro completi verdi e marroni e le maschere. Erano loro, erano gli EDA che dovevano proteggerli.

-vostra altezza questi due ragazzi alle mie spalle saranno le vostre guardie del corpo. Sarete in buone mani non temete- l'uomo doveva essere Erik il capo degli EDA. Si inchinò di nuovo e poi uscì dalla stanza lasciando i quattro ragazzi da soli.

Quando Frederick aveva saputo da Erik che lui e Gustav sarebbero diventati le guardie del corpo di Elias e la sua ragazza non sapeva se essere felice o incavolato nero. Aveva una voglia matta di vedere Elias e di stargli accanto, soprattutto dopo la morte di Elizabeth, ma allo stesso tempo non voleva incontrare la ragazza che lo aveva allontanato dal ragazzo. Gustav si era messo a sbuffare non appena l'uomo se ne era andato.

-non ci credo! Non abbiamo nemmeno finito i corsi che già ci danno un incarico e tu ti sei da poco rimesso- disse il biondo per poi fare un sorrisetto in direzione del rosso -però tu hai tanta fortuna caro mio- Frederick lo guardò male e Gustav non disse più niente.

Frederick non era pronto a rivedere Elias, non era per niente pronto, infatti bastò un solo sguardo, appena entrato in quella camera, per fargli venire le lacrime agli occhi. Benedisse la maschera che portava al volto e il fatto che si era appena inchinato. Non sarebbe riuscito a guardarlo in faccia. Gustav gli diede una gomitata, ma Frederick non aveva voglia di rispondergli. Erik uscì dalla stanza dopo aver etto delle parole, che Fred non aveva ascoltato, e lasciò da soli i quattro ragazzi. E ora? Fred di sicuro non si sarebbe mosso per primo, ne avrebbe parlato. Si conosceva molto bene e sapeva che la sua voce l'avrebbe tradito. Per fortuna Gustav prese in mano la situazione

-bene io e il mio collega vi scorteremo in qualunque luogo voi desideriate andare e ci troverete sempre davanti la porta della vostra stanza..- Elias non lo fece finire -non ho bisogno di protezione. E non c'è bisogno che voi siate sempre presenti. So cavarmela anche da solo-

-..Purtroppo vostra altezza, noi EDA abbiamo ricevuto ordini ben precisi ai quali non possiamo disubbidire. Andremo anche contro la vostra volontà per proteggervi- continuò a parlare il biondo fissando il suo sguardo in quello del principe. Nel frattempo il rosso iniziò a far vagare lo sguardo per la stanza. Era come se la ricordava, solo un po' più disordinata. Involontariamente il suo sguardo andò sul letto soffice del principe sul quale si era seduta la fidanzata di Elias. Fred per poco non si strozzò con la sua stessa saliva. La futura moglie del suo ex-ragazzo, quella che glielo aveva portato via, non era altri che la sua sorellina. L'unica sorella che aveva e l'unica persona della sua famiglia alla quale voleva bene. E, proprio quella persona, gli aveva rovinato la vita. Distolse velocemente lo sguardo portandolo su Gustav che stava ancora discutendo con Elias.

-El lascia stare, fagli fare il loro lavoro senza storie- disse poi la rossa facendo zittire il principe. E Fred si arrabbiò ancora di più. In quasi un mese di convivenza sua sorella era riuscita a domare il carattere ribelle di Elias, Fred si sentiva molto demoralizzato visto che lui aveva impiegato un anno intero per riuscirci e, alle volte, Elias non lo ascoltava nemmeno.

Antipodes: I due regniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora