Chiudo la porta di casa, lancio la borsa e le scarpe poi corro di sopra.
Sperava davvero che ci sarei cascata anche io? Sperava davvero che avrei fatto come le sue galline?
Arrabbiata mi lavo i denti e mi metto a letto.
C'è un messaggio di Lea, mi racconta le meraviglie australiane.
Con poco entusiasmo le rispondo e mi addormento.La mattina mi sveglio non troppo felice.
Infilo le ciabatte e guardandomi allo specchio cerco di sistemare la matassa che ho in testa.
-jennifer? Sei sveglia?-urla mia madre dal piano di sotto.
-si. Sto scendendo.
Prendo i libri per i compiti Delle vacanze che devo ancora finire e scendo.Arrivata in cucina mi blocco.
Mia madre è seduta al tavolo accanto ad un uomo alto di colore con una benda nera su un occhio e un cappotto nero. Un altro uomo abbastanza nervoso è un piedi e gioca con le sue mani.
-mamma?
L'uomo con la benda si alza e mi porse una mano.
-ciao Jennifer. Sono Nick Fury.
Titubante stringo la mano dell' ormai non più sconosciuto Fury e constato che ha una stretta solida.
Cerco lo sguardo di mia madre, ma non da segni di staccare gli occhi dal tavolo.
-ormai sei abbastanza grande perché ti venga detta una cosa- dice Fury incrociando le braccia -devo diglielo io agente Miller o vuole procedere lei?
Mia madre scuote la testa.
-faccio io. Ecco Jennifer, devi sapere che questa non è la tua vera madre. Tu sei sua figlia. -indica con il pollice l'uomo nervoso dietro di lui.
-IO SONO COSA?
mia madre (o quella che credevo mia madre fino a cinque secondi fa) ha uno sguardo atterrito, l'uomo tiene gli occhi bassi e i libri che tengo in mano cadono in terra violentemente.
-si Jennifer. Tu sei la figlia di quest'uomo, Bruce Banner. Ti dice qualcosa questo nome?
Indrieteggio fino alla porta mormorando -hulk...
-esattamente.
Non può succedere davvero.
Sto sognando? Sto sicuramente sognando! No, non è vero.
-E MI DITE QUESTE COSE CON COSÌ TANTA CALMA?- sbraito alla fine guardando fissa la donna davanti a me. -chi siete voi? Perché vi fate vedere solo ora?Fury mi invita a sedermi e mi offre una tazza di tè nella mia confusione più totale.
La accetto e punto su mia madre uno sguardo glaciale.
-siamo qui perché i tuoi poteri sono finalmente pronti per essere controllati.
Alzo un sopracciglio -poteri? Io non ho dei poteri..
Fury annuisce e Banner lo imita con aria grave, di uno che si sente colpevole.
-purtroppo non sappiamo quanto siano potenti e che limiti o debolezze abbiano. Ma non ti faremo analisi strane. Dovrai venire con noi a New York.
A New York? Io ragazza di campagna che non è mai uscita dalle praterie del Texas?
- è uno scherzo vero? State recitando tutto questo per darmi una bella notizia dopo vero?
-non Jennifer- dice Banner con pazienza- i tuoi poteri potrebbero diventare pericolosi se non domati. Dobbiamo addestrati.Non so più cosa dire.
-IO non ho poteri alieni! Sono stata bene fin ora e non ho dimostrato di avere sintomi strani! Cosa vi fa pensare a una cosa del genere?
-non fai mai sogni strani?
Sgranò gli occhi alle parole di Fury.
-a volte.... Io..io sogno un ragazzo. Ha una tuta blu, con cerchi gialli... E anche Hulk.
I tre adulti sì guardano tra loro.
-in camera tua ci sono degli scatoloni e delle valigie. Mettici tutta la tua roba e i tuoi vestiti. Partiamo stasera per il centro di addestramento degli Avengers.Sembra così strano tutto questo. Stamattina pensavo solo a dimenticare la serata avuta precedentemente e ora sono qui a immaginare un futuro mai contemplato.
Devo partire, che lo voglia o no.
-ho dei poteri...
Mi chiedo quali siano.
Riempio gli scatoloni con tutti gli affetti di questi anni. Mi mancherà questo posto. I suoi campi verdi, i cavalli e i ranch in cui ogni tanto passavo il mio tempo.
Le cose inutili le anmucchio in un angolo e le lascio lì.
Il mio armadio viene svuotato in un ora e alle sei di sera camera mia è vuota e spoglia. Come un guscio freddo.Quella che pensavo mia madre è al computer quando scendo le scale.
-non potrò più chiamarti mamma vero?-le chiedo sedendomi sul divano davanti a lei.
-no. Eravamo solo una copertura per farti crescere. Ti abbiamo voluto bene ma hai il diritto di stare con il tuo vero padre.
-e mia madre?
-appena sei stata svezzata ti ha messo a letto e se ne è andata. Aveva paura che saresti diventata come il mostro con cui ti aveva avuta.- risponde una voce tremante.
Mi alzo di scatto e guardo il tipo che mi hanno detto essere mio padre.
-non mi voleva bene?
-voleva bene alla bambina. Ma tu non eri una bambina come gli altri e lei ha avuto paura. Ma la colpa è solo mia.
Annuisco. Poi corro di sopra e sprofondo in un fiume di lacrime salate.Mi alzo dopo un ora. Sento la mia faccia irrigidita, ma quando penso sia colpa delle lacrime e me la tocco, sento uno strato freddo e solido al mio contatto.
Guardo lo specchio e vedo che del cristallo viola si è solidificato sulle mie guance. Anche le mani sono coperte di cristallo, ma questo è diamante. Urlo a pieni polmoni spaventando l'intero vicinato nel raggio di cinquecento metri.
-jennifer! Jennifer rispondi!
Faccio dei respiri profondi e mi siedo in terra. Guardo le mie mani, con un mix di paura e meraviglia. Sono davvero io?

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DIAMANTE: Come un avengers
Fanfiction"io sono chi?" strillai rovesciando i libri che tenevo tra le braccia. Il signore vestito di nero con una benda sull'occhio annuisce grave, mia madre non riesce a guardarmi e l'altro uomo accanto a lui sembra non reggersi in piedi. "sì Jennifer. tu...