Si torna a New York. Dopo una settimana di febbre da stress. Dopo un periodo di tempo opprimente che mi ha fatto solo stare male. Ottimo.
Sto ancora mettendo le scarpe quando Tony arriva e trascina le mie valigie fuori dalla camera.
-dai bambolina. Ci aspettano parecchie persone e voglio arrivare a casa il prima possibile.
È appena tornato da un rapimento e già h preso in mano la situazione. Tipico di lui.
Raggiungo Peter sulla macchina di Clint, dove metto il mio zaino e mi siedo sul sedile dietro trafficanti con il filo delle cuffiette.
- se hai bisogno di me... Chiamami e io arrivo, a che di corsa.-dice mio padre raggiungendomi e guardandomi tramante.
Alzo un sopracciglio.
- grazie, ma fino a quando questa guerra, o qualunque cosa sia, non sarà finita credo sia meglio mantenere ancora le distanze. Poi si vedrà se possiamo andare d'accordo. Ora non sono in vena di iniziare un rapporto padre figlia che so già sarà complicato. Non impossibile, ma complicato.
Lui annuisce alzando le spalle.
-hai ragione. Meglio così per adesso. L'importante è che tu sia al sicuro.
Mi accenna un sorriso e si allontana per prendere le sue cose.
Il ritorno a new York è traumatico.
Clint è di pessimo umore, Peter dorme tutto il tempo e Nat continua a pulire le sue pistole fono a quando non preme un grilletto per sbaglio e ci fa prendere uno spavento cosmico.
- che cazzo Nat! - urla Clint sterzando e stringendo il volante fino a incrinarlo.
Peter si è chiuso a riccio e io ho cacciato un urlo.
Arriviamo al centro completamente distrutti.
Mi trascino fino alla mia vecchia camera e faccio una doccia interminabile.
Non riesco più quasi a stare in piedi.Tutti si sono chiusi in sala riunioni a parlare con Tony, a pianificare qualcosa e a bisbigliare sul mio conto.
Io non riesco a reggere un altra riunione. Non dopo oggi è dopo quello che mi hanno fatto nell'ultima settimana scavando nel mio cervello.
Prendo un libro, il telefono e il mio pigiama e vado verso la camera di Sam.
La trovo uguale all'ultima volta in cui ci sono entrata.
Le lenzuola grige e blu coperte da un piumone e un serpente di peluche, i vestiti sparsi sulla poltrona e il suo profumo nell'aria.
Apro l'armadio e prendo una sua felpa e un suo paio di calze.
Mi manca. Vorrei sapere perché non l'hanno ancora portato al centro. Cosa aspettano?
Mi infilo nel suo letto e avvolta nel tepore leggo il mio libro ricordando di quando lui mi abbracciava consolante e sorridente.
Verso mezzanotte sento dei passi e capisco che la riunione è finita.
Scendo dal letto e mi dirigo verso le voci che sento.
-io non glie lo dico. Sono stufo di darle brutte notizie ogni volta che la vedo. Ha appena passato la febbre e non voglio che le torni.
Clint.
-allora vado io. - dice Fury rabbioso - presto scenderemo in campo e daremo battaglia a quelle persone e lei sarà più motivata sapendo che hanno Alexander. Vorrà salvarli a tutti i costi e ci darà un grande aiuto. So che è solo una ragazzina, ma è pronta per combattere.
Ho una specie di crollo emotivo. Hanno preso Sam. HANNO PRESO SAM?!
Do un calcio alla porta chiusa che mi divide da quei due e mi scaravento contro Fury con i pugni coperti di vibrano e accecata dalla rabbia.
- come osi pensare a me come un tuo burattino! Non sono un pedina, non sono una stupida pedina. Dovevate dirmi subito di Sam! Non dovete aspettare sempre che io scopra le cose da sola!
Clint è allibito quando mi giro verso di lui e gli urlo in faccia.
- non vuoi farmi soffrire ma non volevi neanche che mi dicessero del mio ragazzo!
I due non sanno cosa dire.
-è colpa vostra! Se non ci separavate nulla di tutto questo accadeva! Ma nessuna ascolta mai dei ragazzini! Siete troppo testardi e orgogliosi per ascoltare dei ragazzi vero?
Mi giro e sbatto il piede a terra.
Tutto intorno a me si copre di uno spesso stato cristallino e lucido. Le mie mani diventano di metallo e i capelli si stiano di spessi fili di diamante.
Non ho piu il controllo di me stessa. Urlo così forte che la stanza dalle pareti di vetro spesse venti centimetri si crepa e si rompe in alcuni punti. Il mio corpo trema in modo incontrollato mentre uno strato di ametista mi ricopre e arriva fino agli occhi. Vedo una dimensione nuova intorno a me. Sento voci nuove e il contatto mentale che ho si amplifica.
I due uomini mi guardano terrorizzati.
-lo sapevo che poteva succedere. Ma non pensavo così precocemente - urla Fury tirando fuori una pistola.
-metti via quella cosa. È sempre Jennifer.-urla Clint bloccando.
Io intanto sto vedendo immagini parallele a quelle che vedo davanti a me. Jim sta muovendo una grossa macchina verso un apertura e la bambina legata in mezzo si contorce.
Ci sono altri bambini che non conosco. Poi c'è Sam e capisco tutto.
-vuole incanalare energia.... Vuole fare un cannone a energia umana. I bambini con poteri.... STATE ZITTI!
I due uomini si bloccano e mi guardano.
Io spalancò gli occhi.
-ora so cosa vuole.
Mi giro verso Fury e gli lancio una rete di vibrano. Poi lo stendo con una mazza da baseball in vetro.
Clint mi guarda allibito liberarmi dalla felpa di Sam e coprirmi di una specie di tuta leggera un minerali resistenti.
-hai steso Fury. Perché hai steso Fury?!
-perché non è il vero Nick Fury.
Lui scuote la testa.
Io mi avvicino al Fury falso e gli infilo un aghetto nel dito.
Quello si agita e diventa una creatura verde e alta come me, ancora addormentata dalla botta in testa che ha preso.
-ecco a te la tua spia. E scommetto che quando di sveglierà avrà un sacco di cose da raccontarci.
Clint cade a terra e si stropicciato gli occhi.
-sei davvero più di quello che pensi pulcina. Sei davvero brava..
Dopo che si è ripreso dallo shock si rialza e prende per i piedi la creatura trascinando verso il l oratorio più vicino. Poi schiaccia un pulsante e sbraita - NAT!- in un microfono.
Lei arriva di corsa poco dopo con un biscotto in bocca e i capelli legati in due codini.
-cosa sta succedendo qui? Cos è quell'affare?
I due mi guardano e io comincio ad illustrare il mio piano. Finiamo questa guerra idiota.

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DIAMANTE: Come un avengers
Fanfiction"io sono chi?" strillai rovesciando i libri che tenevo tra le braccia. Il signore vestito di nero con una benda sull'occhio annuisce grave, mia madre non riesce a guardarmi e l'altro uomo accanto a lui sembra non reggersi in piedi. "sì Jennifer. tu...