Sto per vomitare. E dico davvero.
Il ristorante cinese in cui mi hanno portato Mj e Kathleen ieri sera non era il massimo e ora sono verde dalla nausea.
Kathleen non è messa meglio e Mj non è neppure venuta a scuola.
-la prossima volta- dico reprimendo un coniato- pizza!
-comcordo- dice Kathleen mogia annuendo.
Ci trascinano in cortile sperando che l'aria fresca ci allevii la nausea e scoprendo che è così ci sediamo sotto un albero riuscendo addirittura a parlare.
Gli ultimi mesi sono stati per me come un sasso tiratomi in fronte. Non posso neanche mangiare del sushi senza stare male per consolarmi.
Kathleen guarda con ansia il punto in cui di solito Charlotte sedeva sotto questo albero con noi.
Ha sul volto un espressione rigida e quasi apatica che la rende quasi più grande e provata di quanto non sia.
-dove sarà finita?- chiede ad un tratto incrociando le braccia e guardandomi- a casa sua non c'è più nessuno, non risponde al cellulare è ai messaggi, la polizia non da segnali di avanzamenti nelle ricerche...
Kathleen e Charlotte sono amiche da anni. Sono state compagne di scuola e di avventure vivendo l'infanzia ideale che ho avuto (quasi)anche io in Texas.
Non posso dirle dove sia veramente Charlotte. Non posso dire niente a nessuno di tutto quello che è accaduto da quando Fury ha spalancato quella porta annunciando una guerra imminente e ha iniziato a bombardarci di allenamenti extra fino a tarda notte. Nova lo crede impazzito certe notti; quando ci trascinano nelle nostre camere distrutti dagli allenamenti lui infierisce contro ogni criminale e persona che ci sta conducendo a questa guerra. Poi sospira mi abbraccia quasi in lacrime.
Io non ho un' opinione diversa.
Che guerra? Cosa vogliono? Perché mio padre ogni volta che mi vede vorrebbe piangere?
Perché da quel giorno non fa altro che guardarmi. Mi guarda con gli occhi fuori dalle orbite e le occhiaie nere, fino a quando Clint, Tony o Pepper, che ho conosciuto da poco ma con la quale ho legato dopo circa tre minuti, non mi nascondono dalla sua vista perforante.
La realtà dei fatti sta crollando rovinosamente addosso a tutti e abbiamo paura possa distruggerci.
Chiedo circa sei volte al giorno a Fury di spiegarmi i dettagli della guerra, contro chi dobbiamo combattere e perché; ma lui non mi risponde, non mi risponde mai e io sto rischiando di impazzire.
Poi c'è Sam che da quando Charlotte è "sparita" è più rigido e distratto che mai. Tutte le volte che lo incontro a scuola sembra sempre sul punto di dirmi qualcosa, ma poi ripensandoci si limita a scuotere la testa e a cambiare argomento con un sorriso forzato.
Come se non bastasse tutto ciò, ho scoperto che Ava Ayala è White Tiger, ma lo considero un bene perché almeno posso conversare con lei anche a scuola e ci sosteniamo a vicenda. Non oso immaginare cosa succederà nell'immediato futuro.Torno a sedermi dietro il mio banco, ma il professore non c'è e ci danno le ultime due ore libere.
Ho una gran voglia di fare qualcosa, perché la mia rabbia repressa verso tutto e tutti in questi giorni mi sta facendo impazzire.
Mi dirigo in palestra e vedo i palloni da basket su un tavolo sotto alle spalliere.
Ne prendo uno, lancio lo zaino in un angolo e lo tiro verso il canestro. Con mio sommo stupore quello va a segno e io mi lancio in un balletto improvvisato di tre secondi per la gioia per poi tornare a lanciare la palla.
La mia rabbia sta svanendo, la mia mente si sta sgombrando e riesco a fare parecchi canestri, il che mi fa stare ancora meglio.
-alza di più il gomito, sarai più comoda.
La voce di Sam arriva stanca dal fondo della palestra e mi fa sobbalzare.
Ha una custodia per chitarra appesa al collo e lo zaino, che lancia puntualmente accanto al mio e mi raggiunge prendendo una palla a sua volta.
-come faccio?- gli chiedo guardandolo che si mette sotto al canestro. Tira una palla e mi insegna come si fa. Poi ci mettiamo a tirare a turno da angolazioni diverse mentre parliamo.
-sono preoccupato per tutto quello che sta accadendo, le notizie inquietanti sui giornali, Charlotte sparita, la mia testa che non funziona bene...
Aggrottò le sopracciglia non capendo cosa voglia dire.
-cioè sono talmente stanco che non connetto più nulla. - ridacchia guardandomi.
-si... Anche io.- sorrido in rimando facendo canestro.
Dopo una pausa in cui non parliamo lui mi guarda dritto e mi chiede:
-ti rompo sempre le scatole con i miei problemi amorosi e quelle cose lì. Tu invece ascolti e tu rompi le scatole. Parla un po' tu, non so.. c'è qualcuno che ti piace?
In quel momento tiro la palla a canestro, quella rimbalza e mi si stampa in faccia facendomi cadere sul pavimento. CHE GIOIA!
Mi rialzo mentre lui è scoppiato a ridere e farfuglia -scusa..scusa- tra un respiro e l'altro.
Una risata terribilmente famigliare, ma non so collegarla a nulla al momento.
Finita la ridarella mi aiuta ad alzarmi.
-si- dico massaggiandomi il naso e finendo anche io per ridere - si, mi piace qualcuno ma dubito che lui ricambi. Per ora mi limito ad essergli amica..
-chi è?- mi chiede curioso saltellando sul posto e schiacciando a canestro con estrema violenza.
-uno...con cui mi alleno in palestra...tipo simpatico..
Non gli posso dire che ho un dilemma spaventoso tra lui e Nova. Non posso parlare di Nova se non con Nova stesso e le persone che li conoscono.
Mi guarda sorridente mentre fa l'ennesimo canestro e la campanella della fine delle lezioni suona.
-ti va di venire a mangiare qualcosa al bar qui davanti Jen?
Mi coglie alla sprovvista con questa domanda, ma accetto e chiamo Clint per digli di non passare a prendermi prima di un paio d'ore.
-ti sorveglio bambina.. non puoi andare in giro da sola con tutto quello che sta succedendo.
Sbuffo - si ma non starmi appiccicato. Ti voglio bene ma ti prego voglio passare il pomeriggio con un mio amico senza sentirmi osservata ogni secondo ok?
Lo sento ridacchiare e rispondere ok.
-ti riporto a casa quando vuoi. Ma poi mi compri un hamburger ok?
Chiudo la chiamata rassegnata.
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DIAMANTE: Come un avengers
أدب الهواة"io sono chi?" strillai rovesciando i libri che tenevo tra le braccia. Il signore vestito di nero con una benda sull'occhio annuisce grave, mia madre non riesce a guardarmi e l'altro uomo accanto a lui sembra non reggersi in piedi. "sì Jennifer. tu...