Mi rimetto a dormire dato che sono le cinque di mattina e vengo svegliata verso le otto da dei colpi alla porta.
-voglio vederla!
-è stanca! E anche tu!
-lasciami passare!
- dobbiamo lasciarla riposare un po'.
-LEVATI!
Delle voci arrivano confuse dietro di essa; quindi mi alzo scavalcando un braccio di Sam appoggiato al mio letto e la apro invadendo la mia stanza di luce.
Clint è in piedi davanti alla porta coperto di polvere e arrabbiato, mentre una agente tenta di bloccaggio la strada.
- Clint!- appena lo vedo corro ad abbracciarlo sollevata dal fatto che è sano e salvo.
Lui ricambia l'abbraccio più forte che può.
-stai bene?- mi chiede guardandomi in cerca di qualche ferita o danno.
-si.. tu? Cosa è successo? Tony?
Lui scuote la testa - nessuna traccia di lui. In più hanno preso anche Falcon..
La agente insiste nel volere che Clint vada in ospedale e sono costretta a lasciarlo andare.
-appena esco ti racconto tutto. - mi dice allontanandosi zoppicando.
Sam mi raggiunge spettinatissimo e con una leggera ombra di occhiaie sotto gli occhi.
-oggi niente scuola. Peter sta in piedi a stento e noi due non siamo in condizioni migliori.
-devo parlare con Jim. Dobbiamo parlare con Jim. Chiarirà questa storia, finiremo questa guerra stupida e torneremo in pace!
-jen...
-basta solo trovare i criminali e i robot.. possiamo seguire una qualche scia, avranno sicuramente lasciato qualcosa ..
-JEN...
-si, mi sembra una soluzione.. mi serve solo seguire la traccia di quei cosi e ascoltare una qualche confessione da parte di Jim..
-JENNIFER! NON PUOI CONTINUARE COSÌ!
Mi blocco quando lui mi prende le spalle e mi scuote.
-hai bisogno di riposare! Devi scollegati da tutto quello che sta succedendo! Per favore!
Scuoto la testa incrociando le braccia.
-non capisci! Devo fermare tutto questo! Voglio solo..
-sentirti accetta.- conclude lui incrociando a sua volta le braccia e guardandomi fisso.
-credi che non sia così anche per me, per Peter, per gli altri.
-è diverso! Mio padre mi ignora e mi fa sentire inutile! Voi state bene qui, avete praticamente una famiglia! Io...
-NO.
La sua risposta secca mi fa trasalire.
-non sei l'unica! Credi che all'inizio venivo trattato come adesso? Le uniche persone che conoscevo erano lontane mondi e mondi! Ero DA SOLO! Ma non mi sono pianti addosso e ora sono qui e ci sto bene! Anche tu puoi!
-ma io non sono come te!- sbraito sull'orlo delle lacrime.
-LO SO! ED È UN BENE, CREDIMI! Nessuno è uguale! Tu sei forte e niente può impedirti di essere quello che vuoi! Però adesso basta sentirti inutile, perché non lo sei! Sei fantastica, non chiuderti in te stessa come un riccio e vivi! Divertiti! Non piangerti addosso! Non serve, fidati!
Sta ansimando per questo sfogo e tiene i pugni chiusi incavolato nero.
Non l'ho mai visto così arrabbiato. Mai.
-hai ragione..- dici ad un certo punto abbassando la testa e prendendomi i gomiti come se volessi sprofondare.- è solo che la lite con mio padre è ancora difficile da digerire e io...- lo guardo ingoiando le lacrime. Basta con le lagne.
-non ti sto criticando. Ci sono passato anche io e so come ti senti.
Lo abbraccio cancellando le ultime tensioni - e anche tu hai avuto bisogno di una svegliata?
-più di una- ridacchia appoggiando il minuto sulla mia testa e abbraccianndomi forte.
Mentre siamo lì a ripensare a tutto quello che ci siamo detti, Peter appare sulla soglia della camera e stropicciandosi gli occhi chiede - mi sono perso qualcosa di importante o ho fatto bene a dormire nonostante i vetri che vibravano dalle vostre urla?
Abbraccio anche lui vedendo che nonostante tutto ha ancora la sua vena ironica.
-attenta che diventa geloso poi- ride indicando Sam con il mento.
-già, molto- risponde lui cercando di appiattirsi i capelli aggrovigliati.
-vieni voglio bene, anche se mi fate impazzire vi voglio bene- dico passando un braccio intorno alla vita di Sam e stringendo li e Peter come due orsacchiotti in un abbraccio.Passo la mattinata a darmi una sistemata. Mi lavo i capelli, dipingo le unghie e pulisco cera mia dal caos.
Poi infilo dei leggina e una maglietta comoda e vado a mangiare.
Sam mi aspetta come sempre.
-stai bene? - chiede allegro vedendomi rinfrescata e saltellante in corridoio.
-sto meglio.
Mi prende una mano e mi guida giù per le scale sino ad un ascensore di vetro.
-non vorrai farmi entrare in un trabicolo di vetro vero?
Lui ride e mi spinge dentro.
-non cadrà tranquilla. Ne vale la pena.
Andiamo giù di due piani e arriviamo in una stanza azzurrino con due porte.
-vai. Ci vediamo di là.
Poi mi spinge in quello che pare lo spogliatoio femminile e lui sparisce nell'altro.
Vedo un ambiente pulito con parecchi armadietti, una panchina blu scuro e delle docce separate da alcune tende.
Sulla panchina c'è un pacchetto rosa che contiene un costume e delle salviette.
- Sam.. - rido capendo che vuole portarmi in piscina.
Infilo il costume viola e apro la porta verde sul muro davanti a quella dell'entrata.
L'odore di cloro mi investe subito.
La piscina è rivestita di piastrelle azzurre e nere e accerchiata da finestre altissime.
Sam sta sguazzando nell'acqua alta con un costume verde blu e bianco a pantaloncino.
-ti credevo persa nel lungo percorso da una porta all'altra - ride issandosi sul muretto e venendomi in contro grondante.
-allora?
-allora mi tuffo!
Non sono una di quelle persone che ci mettono cinque ore per entrare in acqua fino alle ginocchia. Io mi tuffo e bon.
Vado sul bordo e faccio un tuffo quasi di testa atterrano nell'acqua tiepida.
Sam si tuffa dietro di me con un tuffo perfetto.
-ha ha. - dico ironica quando riemerge con espressione "sono perfetto anche in questo"
Facciamo delle vasche e poi andiamo nell'acqua più bassa a sederci su una panchina subacquea nella zona idromassaggio.
-sei stato carino - gli dico appoggiandogli la testa sulla spalla.
-ti ho solo preso un costume dall'armadio e accompagnata nella piscina del centro. Non è molto per risollevare un morale a terra ma ci sto lavorando..
Ridacchio abbassando l'idromassaggio con il piede.
-hai fatto molto per risollevarmi il morale, credimi.
-beh.. A me sembrava poco.. Così ti ho comprato questa.
Si alza e prende dal bordo della iscina un sacchetto di velluto blu scuro.
-aprilo.
Con le dita bagnate apro il sacchettino e pesco una collana nera con un quarzo moonligth come ciondolo.
-Sam... Quando hai avuto il tempo di prendere questa meraviglia... È bellissima...
Lui alza le spalle.
-l'ho fatta io veramente. Durante la tua prima battaglia hai creato una barriera per proteggermi da uno dei robot. Era di questo materiale. Ne ho staccato un pezzo e l'ho levigato fino a modellarlo. Poi ho fatto la collana e questo- alza il braccio sinistro e mi mostra un braccialetto nero.
Lo slaccia e lo gira.
Incastonato all'interno c'è la stessa pietra della mia collana.
-è il regalo più carino che qualcuno mi abbia mai fatto.
Metto la collana nel sacchetto e lo ripongo nelle salviette che ho portato.
Poi mi rituffo in acqua schizzandolo da capo a piedi.
-mi ero appena asciugato! - strilla in protesta. Io lo schizzo ancora di più.
Aggritta le sopracciglia, fa il suo solito "sorriso superiore" e si lancia in acqua dando inizio ad una battaglia di schizzi che finisce quando riesce a prendermi i polsi, incollarmi al bordo della piscina e insinuare la lingua nella mia bocca.Faccio una doccia bollente e mi metto sul balcone di camera mia avvolta in una coperta e bevendo un tè caldo.
Sta nevicando piano.
Sono i primi di febbraio e la neve non accenna ad andare via.
Sam è accanto a me mentre beve un caffè e Peter, che sta decisamente meglio, mastica rumorosamente delle patatine.
-Ciao gente!
La portafinestra si apre e Ava si siede tra Sam e Peter coperta da una felpona e da calze fuxsia che fanno male agli occhi.
-come va? - gli chiedo sapendo che ha appena interrogato Jim.
-ha cantato- dice soddisfatta mangiando le patatine di Peter.
Tutti e tre scattiamo e la guardiamo eccitati. Qualsiasi cosa le abbia detto aiuterà a risolvere questa storia!
-quindi? Dai! Racconta!
Lei sorride e si alza.
-vi racconterò tutto. Prima però andiamo dentro, mi gelando i piedi.
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DIAMANTE: Come un avengers
Fanfiction"io sono chi?" strillai rovesciando i libri che tenevo tra le braccia. Il signore vestito di nero con una benda sull'occhio annuisce grave, mia madre non riesce a guardarmi e l'altro uomo accanto a lui sembra non reggersi in piedi. "sì Jennifer. tu...